Diego Bentivoglio : 5 Marzo 2025 08:06
Nel Dark Web, l’anonimato è la valuta più preziosa. È ciò che distingue i predatori dalle prede, che consente ai cyber criminali di operare senza paura di conseguenze, che alimenta la convinzione di essere intoccabili. Ma cosa succede quando qualcosa si spezza? Quando coloro che costruiscono il proprio potere sulla paura di essere esposti diventano, a loro volta, vittime dello stesso meccanismo?
Negli ultimi anni, alcuni dei più noti protagonisti del cybercrime hanno vissuto sulla propria pelle il paradosso del doxxing: credendo di poter agire impunemente, sono stati smascherati e costretti alla fuga, a volte dalla legge, altre volte dagli stessi ambienti che un tempo li osannavano. Perché nel Dark Web, l’anonimato è solo un’illusione.
Nel mondo del doxxing, nessuna piattaforma era più temuta di Doxbin, un forum del Dark Web dove venivano pubblicate informazioni personali di individui presi di mira dalla community: giornalisti, forze dell’ordine, rivali. A gestirlo c’era KT, un personaggio enigmatico che, per anni, ha cavalcato la paura e il caos che il sito generava.
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Ma nel 2022, l’equilibrio si è spezzato. Dopo aver venduto Doxbin, KT ha scoperto che il passato non si cancella facilmente nel Dark Web. In breve tempo, il nuovo amministratore ha divulgato la sua identità, esponendolo a ritorsioni, minacce e alla stessa identica dinamica che lui stesso aveva alimentato.
Nel Dark Web, il potere è effimero. Basta un solo errore, un singolo tradimento, e ciò che sembrava una fortezza diventa una prigione senza vie di fuga.
Se Doxbin rappresentava il lato più brutale del doxxing, RaidForums rappresenta il regno della compravendita di dati rubati. Qui vengono scambiati credenziali, numeri di carte di credito, informazioni sottratte a enti governativi e aziende di tutto il mondo. A regnare su questo impero c’era Omnipotent, un nome che trasmetteva onnipotenza e intoccabilità.
Eppure, nel 2022, un’operazione internazionale ha messo fine a questa illusione. Come è stato smascherato? È stata un’infiltrazione delle forze dell’ordine? Una fuga di dati interna? O forse, semplicemente, l’arroganza di sentirsi al sicuro?
Ciò che è certo è che Omnipotent è caduto. Il suo anonimato, su cui aveva costruito tutto, si è rivelato fragile. E quando l’anonimato svanisce, l’unica cosa che resta è la paura di essere trovato.
Ma il doxxing non arriva solo dall’esterno. A volte, il pericolo è dentro le stesse organizzazioni.
Il gruppo ransomware Conti ha terrorizzato aziende e governi, accumulando milioni di dollari in riscatti. La loro rete era complessa, ben strutturata, apparentemente inespugnabile. Tuttavia, nel 2022, un evento inaspettato ha mandato tutto in frantumi: un insider ha deciso di pubblicare l’intero archivio delle loro conversazioni interne, rivelando strategie, affiliazioni e identità dei membri.
Non è stata la polizia, né un’operazione di intelligence. È stato un tradimento interno, il prodotto di tensioni, dissapori o forse della consapevolezza che il sistema era destinato a crollare.
Questa fuga di informazioni ha segnato la fine di Conti. Molti affiliati si sono dati alla fuga, alcuni sono stati arrestati, altri hanno tentato di reinventarsi sotto nuove identità. Ma la lezione era chiara: nel cybercrime, il nemico più letale può essere quello che siede accanto a te.
Nel Dark Web, la fiducia è un’arma a doppio taglio. Oggi sei un alleato, domani potresti essere il prossimo bersaglio.
Il doxxing è una lama senza manico. Chi lo impugna deve essere pronto a tagliarsi.
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