DPO a meno di 24 euro l'ora? Se domandare è lecito, rifiutare è doveroso.
Red Hot Cyber
Condividi la tua difesa. Incoraggia l'eccellenza. La vera forza della cybersecurity risiede nell'effetto moltiplicatore della conoscenza.
Cerca
970x20 Itcentric
Enterprise BusinessLog 320x200 1
DPO a meno di 24 euro l’ora? Se domandare è lecito, rifiutare è doveroso.

DPO a meno di 24 euro l’ora? Se domandare è lecito, rifiutare è doveroso.

Stefano Gazzella : 26 Luglio 2024 12:25

Sono trascorsi almeno 6 “anni della privacy” a partire dal 2018 in cui si è parlato della figura del DPO. Probabilmente non in modo corretto, nonostante eventi più o meno altisonanti e per lo più autocelebrativi.

Lo dimostrano alcune gare d’appalto, fra cui una recentemente caricata sul MEPA per un servizio di DPO per un Comune, che fa venire in mente epoche romane dei celeberrimi Magazzini MAS per l’approccio a favore del low cost.

La richiesta si apre presentando la misura del compenso proposto per l’incarico triennale:


Christmas Sale

Christmas Sale -40%
𝗖𝗵𝗿𝗶𝘀𝘁𝗺𝗮𝘀 𝗦𝗮𝗹𝗲! Sconto del 𝟰𝟬% 𝘀𝘂𝗹 𝗽𝗿𝗲𝘇𝘇𝗼 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗽𝗲𝗿𝘁𝗶𝗻𝗮 del Corso "Dark Web & Cyber Threat Intelligence" in modalità E-Learning sulla nostra Academy!🚀 Fino al 𝟯𝟭 𝗱𝗶 𝗗𝗶𝗰𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲, prezzi pazzi alla Red Hot Cyber Academy. 𝗧𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗶 𝗰𝗼𝗿𝘀𝗶 𝘀𝗰𝗼𝗻𝘁𝗮𝘁𝗶 𝗱𝗲𝗹 𝟰𝟬% 𝘀𝘂𝗹 𝗽𝗿𝗲𝘇𝘇𝗼 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗽𝗲𝗿𝘁𝗶𝗻𝗮.
Per beneficiare della promo sconto Christmas Sale, scrivici ad [email protected] o contattaci su Whatsapp al numero di telefono: 379 163 8765.


Supporta Red Hot Cyber attraverso: 

  1. L'acquisto del fumetto sul Cybersecurity Awareness
  2. Ascoltando i nostri Podcast
  3. Seguendo RHC su WhatsApp
  4. Seguendo RHC su Telegram
  5. Scarica gratuitamente “Byte The Silence”, il fumetto sul Cyberbullismo di Red Hot Cyber

Se ti piacciono le novità e gli articoli riportati su di Red Hot Cyber, iscriviti immediatamente alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo. La newsletter generalmente viene inviata ai nostri lettori ad inizio settimana, indicativamente di lunedì.

il quale ovviamente può essere soggetto a ribassi, per un importo di 15 mila euro che include tutti i costi per l’esecuzione del servizio.

Ovviamente il servizio deve prevedere lo svolgimento dei compiti propri del Data Protection Officer indicati dal GDPR, dettagliati in modo puntuale come di seguito:

  • informare e consigliare il titolare o il responsabile del trattamento, nonché i dipendenti, in merito agli obblighi derivanti dal Regolamento europeo e da altre disposizioni dell’Unione relative alla protezione dei dati;
  • sorvegliare l’osservanza del Regolamento europeo, delle altre disposizioni dell’Unione relative alla protezione dei dati nonché delle politiche del titolare in materia di protezione dei dati personali, compresi l’attribuzione delle responsabilità, la sensibilizzazione e la formazione del personale che partecipa ai trattamenti e alle connesse attività di controllo;
  • fornire, se richiesto, pareri in merito alla valutazione d’impatto sulla protezione dei dati e sorvegliarne lo svolgimento ai sensi dell’art. 35 del Regolamento;
  • cooperare con il Garante per la protezione dei dati personali;
  • fungere da punto di contatto per l’Autorità di controllo per questioni connesse al trattamento, tra cui la consultazione preventiva di cui all’art. 36 ed effettuare, se del caso, consultazioni relativamente a qualunque altra questione;
  • guidare e orientare il titolare del trattamento dati nel caso di violazione dei dati, analizzando il rischio e assistendolo nella gestione dell’evento (data breach);eseguire i propri compiti considerando debitamente i rischi inerenti al trattamento, tenuto conto della natura, dell’ambito di applicazione, del contesto e delle finalità del trattamento stesso;
  • riferire al vertice gerarchico del titolare del trattamento o del responsabile del trattamento.

Cosa richiede l’incarico.

Nell’appalto, però, viene richiesta qualcosa di più. O per meglio dire, viene precisato il livello di servizio richiesto nelle modalità di esecuzione:

andando così a definire un impegno minimo di presenze per il professionista, che prescinde dalle attività svolte in backoffice. Inoltre, nel prevedere la redazione di pareri senza alcun limite massimo, possiamo dire che ci si trova nel campo dell’ineffabile. Ma si torna presto alla dimensione più materica facendo i conti della serva: si richiede un’attività in presenza di almeno 4 ore x 52 settimane l’anno x 3 anni = 624 ore. E dunque il compenso orario è di ben 24 euro dovendo considerare solo le presenze. Peccato che poi si debbano considerare anche le ulteriori ore da impiegare per la redazione di pareri e per lo svolgimento dei compiti propri del DPO.

E quindi?

Si potrebbe dire che il Comune non abbia fatto bene ma benissimo ad aver formulato una proposta di incarico se qualcuno la accetta e può garantire un livello e una qualità di servizio tali da garantire quanto richiesto all’interno dell’appalto, ovverosia:

  • conoscenza approfondita del regolamento europeo n. 679/2016 e della prassi in materia di privacy;
  • conoscenza dello specifico settore di attività e dell’organizzazione del titolare;
  • capacità di promuovere una cultura della protezione dei dati all’interno dell’organizzazione del titolare.

Si può però dubitare che un professionista con qualità professionali e competenze possa accettare di svolgere un incarico con una tariffa oraria così bassa.

Eppure, siamo certi che non mancheranno offerte.

Nel migliore dei mondi, potremmo declinare una nota canzone di De André immaginando che c’è chi il DPO lo fa per noia, chi se lo sceglie per professione e che qualche affidatario lo fa per passione.

Ma questo non è affatto il migliore dei mondi. E dal punto di vista della data protection e della cultura della privacy, si attesta decisamente ad un livello che possiamo eufemisticamente indicare come sub ottimale. Dopotutto, sono i fatti a parlare. E sono sempre meno confortanti.

L’appello è sempre quello: mandare deserte gare con compensi inadeguati.

  • diritto
  • privacy
Immagine del sitoStefano Gazzella
Privacy Officer e Data Protection Officer, è Of Counsel per Area Legale. Si occupa di protezione dei dati personali e, per la gestione della sicurezza delle informazioni nelle organizzazioni, pone attenzione alle tematiche relative all’ingegneria sociale. Responsabile del comitato scientifico di Assoinfluencer, coordina le attività di ricerca, pubblicazione e divulgazione. Giornalista pubblicista, scrive su temi collegati a diritti di quarta generazione, nuove tecnologie e sicurezza delle informazioni.

Lista degli articoli
Visita il sito web dell'autore

Articoli in evidenza

Immagine del sito
700.000 record di un Registro Professionale Italiano in vendita nel Dark Web
Di Redazione RHC - 11/12/2025

Un nuovo allarme arriva dal sottobosco del cybercrime arriva poche ore fa. A segnalarlo l’azienda ParagonSec, società specializzata nel monitoraggio delle attività delle cyber gang e dei marketpla...

Immagine del sito
L’EDR è inutile! Gli hacker di DeadLock hanno trovato un “kill switch” universale
Di Redazione RHC - 11/12/2025

Cisco Talos ha identificato una nuova campagna ransomware chiamata DeadLock: gli aggressori sfruttano un driver antivirus Baidu vulnerabile (CVE-2024-51324) per disabilitare i sistemi EDR tramite la t...

Immagine del sito
DDoSia e NoName057(16): le indagini di RHC confermate dal Dipartimento di Giustizia USA
Di Redazione RHC - 11/12/2025

Quanto avevamo scritto nell’articolo “Codice Patriottico: da DDoSia e NoName057(16) al CISM, l’algoritmo che plasma la gioventù per Putin” su Red Hot Cyber il 23 luglio scorso trova oggi pien...

Immagine del sito
Supply chain: Notepad++ rafforza la sicurezza dopo un grave incidente di dirottamento del traffico
Di Redazione RHC - 11/12/2025

Notepad++ è spesso preso di mira da malintenzionati perché il software è popolare e ampiamente utilizzato. Una vulnerabilità recentemente scoperta nell’editor di testo e codice open source Notep...

Immagine del sito
Nuova RCE in Outlook: il fattore umano nella cybersecurity è ancora il punto di svolta
Di Redazione RHC - 11/12/2025

Una vulnerabilità critica associata all’esecuzione di codice remoto (RCE) in Outlook è stata sanata da Microsoft, potenzialmente consentendo a malintenzionati di attivare codice dannoso su sistemi...