
Luca Galuppi : 16 Novembre 2024 15:03
Microsoft ha ufficializzato la fine del supporto per Windows 10, prevista per il 14 ottobre 2025. Questa data segna una svolta significativa per milioni di utenti e aziende che non hanno ancora effettuato la transizione verso Windows 11, ma il cambiamento è meno semplice di quanto sembri. A partire da ottobre 2025, chi desidera continuare a ricevere aggiornamenti di sicurezza e supporto dovrà affrontare un costo annuale, rendendo questa transizione forzata verso Windows 11 una spesa inevitabile, soprattutto per chi ha infrastrutture IT complesse.
Il supporto esteso per Windows 10 mira a offrire un ulteriore anno di aggiornamenti a chi non può aggiornare immediatamente, ma a un prezzo elevato. Le aziende in particolare potrebbero vedere aumentare i costi operativi in modo esponenziale, considerando le licenze multiple e l’infrastruttura di aggiornamento necessaria.
Non tutti possono aggiornare a Windows 11: dai requisiti hardware rigidi alle implicazioni per i sistemi legacy e le applicazioni mission-critical. Per molte organizzazioni, l’aggiornamento non è solo una questione di scelta, ma di costi e compatibilità. L’opzione del supporto esteso a pagamento potrebbe sembrare una soluzione tampone, ma comporta ulteriori spese per le aziende, che si troveranno costrette a pianificare budget più elevati e potenzialmente ad accelerare l’aggiornamento hardware per evitare esborsi annuali.
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Questa nuova spesa rappresenta l’ennesimo ostacolo per chi ancora sfrutta l’infrastruttura di Windows 10, che finora ha garantito stabilità e supporto costante. Ma senza il supporto di Microsoft, queste organizzazioni saranno vulnerabili a nuove minacce di sicurezza e obbligate a sostenere costi non previsti per il passaggio a Windows 11.
Microsoft offrirà il programma di Extended Security Updates (ESU) per prolungare il supporto a Windows 10 dopo il 14 ottobre 2025. Per la prima volta, anche gli utenti privati potranno accedere al programma, pagando un abbonamento di 30 dollari per un anno, fino al 14 ottobre 2026. Per le aziende, il supporto potrà essere esteso fino al 2028 con un costo crescente: 61 dollari per computer nel primo anno, 122 nel secondo e 244 nel terzo. Questo programma offre quindi un’opzione temporanea per garantire sicurezza anche senza aggiornare a Windows 11.
Per gli utenti, sia aziendali che privati, si profila quindi una scelta obbligata: sostenere i costi annuali del supporto esteso o passare a Windows 11, con tutte le complessità che ne derivano. Microsoft non solo richiede un costo per garantire la sicurezza sui dispositivi datati, ma impone di fatto un ultimatum: chi non aggiorna sarà costretto a pagare o a rimanere vulnerabile.
Il ciclo di vita di Windows 10 è ormai vicino alla fine, e chi non ha i requisiti per Windows 11 dovrà prendere decisioni strategiche. Le aziende sono chiamate a rivalutare l’intero ecosistema IT per pianificare una transizione che sia sostenibile sia in termini economici che operativi, altrimenti il rischio di compromissioni e vulnerabilità sarà sempre più alto. La domanda, dunque, non è più se aggiornare, ma quando e quanto questo cambiamento costerà davvero. Microsoft ha tracciato una linea e, volenti o nolenti, entro pochi anni tutti dovranno attraversarla.
Luca Galuppi
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