
La polizia sudcoreana ha confermato il coinvolgimento di hacker legati all’intelligence nordcoreana in un grave furto della criptovaluta Ethereum nel 2019. L’importo dei beni rubati in quel momento era stimato a 41,5 milioni di dollari.
Più della metà dei fondi rubati sono stati riciclati attraverso 3 scambi di criptovalute creati dagli stessi hacker. I fondi rimanenti sono stati distribuiti su 51 piattaforme. I criminali si sono infiltrati nell’exchange di criptovalute in cui era archiviato Ethereum e hanno prelevato 342.000 ETH. Oggi il loro valore supera il miliardo di dollari.
Il nome dell’exchange non è stato specificato nella dichiarazione, ma nel 2019 l’exchange sudcoreano Upbit ha segnalato un trasferimento non autorizzato di 342.000 ETH su un wallet sconosciuto. Non è specificato se questi due incidenti siano collegati.
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Dall’inchiesta è emerso che l’attacco è stato effettuato dai gruppi Lazarus e Andariel, legati all’intelligence nordcoreana. I risultati si basano sull’analisi degli indirizzi IP e sul tracciamento delle risorse. Ciò ha segnato la prima volta che la Corea del Nord ha colpito un exchange di criptovalute sudcoreano.
Le forze dell’ordine sono riuscite a rintracciare 4,8 BTC trasferiti su uno scambio di criptovalute svizzero. Nel mese di ottobre gli asset sono stati restituiti alla piattaforma sudcoreana. Oggi il loro valore è di circa 427.800 dollari. La Corea del Nord nega il coinvolgimento in attacchi informatici e furti di criptovalute.
Secondo l’ONU, dal 2017 al 2024, gli hacker nordcoreani hanno effettuato 97 attacchi informatici contro società di criptovalute, causando danni per circa 3,6 miliardi di dollari. Tra gli attacchi c’era un attacco allo scambio di criptovalute HTX: nel novembre 2023 gli hacker hanno rubato 147,5 milioni di dollari e ha riciclato il bottino a marzo del 2024.
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