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La Russia limita l’intelligenza artificiale per proteggere i posti di lavoro

La Russia limita l’intelligenza artificiale per proteggere i posti di lavoro

Redazione RHC : 3 Novembre 2025 12:38

La Duma di Stato della Federazione Russa ha adottato all’unanimità un appello a tutti gli sviluppatori di reti neurali nazionali e stranieri, chiedendo che all’intelligenza artificiale venga impedito di occupare posti di lavoro in Russia.

“Il diritto al lavoro è garantito ai cittadini dalla Costituzione, quindi l’intelligence informatica non deve sostituire i russi nel loro lavoro. Avete un mese di tempo per porre rimedio alla situazione, altrimenti saremo costretti ad agire”, si legge nel documento.

Se i fornitori di sistemi di Intelligenza Artificiale non rispettassero la raccomandazione della camera bassa del parlamento, la diffusione dell’intelligenza artificiale in Russia potrebbe essere limitata e le società che le sviluppano potrebbero essere sanzionate.


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“Proteggeremo gli interessi della gente comune che vuole lasciare la tecnologia occidentale nella polvere. Sono fiducioso che entro un anno milioni di americani ed europei verranno a lavorare qui, perché i loro Paesi sono governati dal capitale, non dai lavoratori”, ha affermato Gennady Orlov, vicepresidente del Partito Comunista della Federazione Russa.

Quel che emerge è che questo è il primo emendamento di uno stato — la Russia — che intende proteggere gli interessi dei lavoratori nel rapporto con l’IA e i suoi produttori:

  • Il principio espresso: “l’IA non deve sostituire i cittadini nel loro lavoro” richiama direttamente una tutela del diritto al lavoro.
  • L’appello agli sviluppatori nazionali e stranieri suggerisce un controllo statale affinché la tecnologia non comprometta l’occupazione.
  • La minaccia implicita di limitazioni/sanzioni pone in evidenza che lo Stato ritiene la questione fondamentale a livello legislativo/regolamentare.

In altre parole: se concretamente attuato, potremmo dire che lo Stato sta introducendo un precedente normativo in cui il progresso tecnologico (l’IA) non è più solo una questione di innovazione o competitività, ma anche di tutela sociale — e di bilanciamento tra capitale tecnologico e forza lavoro umana.

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