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Matanbuchus: il loader di malware che sfida l’analisi

Sandro Sana : 10 Maggio 2024 08:08

Matanbuchus è un loader di malware, ovvero un programma che scarica ed esegue altri malware sulle macchine infette. Il loader è stato sviluppato da un hacker conosciuto come BelialDemon, che lo vende a un numero limitato di clienti su un forum underground.

Il loader è stato usato in diverse campagne di malspam e di pubblicità ingannevoli per distribuire vari tipi di malware, tra cui ransomware, trojan bancari e backdoor. Una delle principali organizzazioni criminali che usa Matanbuchus è TA577, un affiliato di ransomware noto per aver distribuito QakBot e Cobalt Strike per ottenere l’accesso iniziale e la post-esplorazione delle vittime.

Come funziona Matanbuchus e come si nasconde

Matanbuchus si distingue per le sue tecniche di ofuscamento e di evasione, che rendono difficile l’analisi del suo codice e delle sue comunicazioni di rete. Tra queste tecniche ci sono:

  • Il flusso di controllo ofuscato, che rende il codice illeggibile e impedisce di seguire il normale flusso di esecuzione.
  • Le trappole anti-debug e anti-vm, che rilevano la presenza di strumenti di analisi o di ambienti virtualizzati e terminano il processo.
  • Il risolvimento dinamico delle API, che impedisce di identificare le funzioni di Windows usate dal loader.
  • L’hashing e la cifratura delle stringhe, che nascondono i dati sensibili come gli indirizzi IP e i nomi di dominio.

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    Inoltre, il loader ha la capacità di ricaricarsi scaricando una nuova versione di sé stesso da un server di comando e controllo (C2), e di chiamare una funzione esportata diversa a seconda del metodo di esecuzione. Il loader può essere lanciato tramite il binario control.exe, che è usato per aprire i file del pannello di controllo (.cpl), o tramite il binario regsvr.exe, che è usato per registrare o deregistrare le librerie dinamiche (.dll).

    Quali sono i servizi di hosting che ospitano Matanbuchus

    Analizzando l’infrastruttura di rete usata dal loader, il team di CTI di Intrinsec ha scoperto che il loader si appoggia a due servizi di hosting bulletproof, ovvero servizi che offrono una maggiore tolleranza verso le attività illecite dei loro clienti. Questi servizi sono “Chang Way Technologies Co. Limited” (AS57523), registrato a Hong Kong ma con server in Russia, e “Proton66 OOO” (AS198953), registrato e con server in Russia. Questi servizi ospitano i domini e gli indirizzi IP usati dal loader per comunicare con i server C2 e per scaricare i payload.

    Questi servizi ospitano anche altre attività malevole, tra cui il malware SocGholish, che usa pagine web fasulle per indurre gli utenti a scaricare un falso aggiornamento del browser, e varie pagine di phishing che imitano servizi legittimi come UPS, Chronopost e il sistema sanitario francese Ameli. Inoltre, il team di Intrinsec ha trovato che il nome “Mihail Kolesnikov”, usato per registrare alcuni domini usati da Matanbuchus, è stato usato anche per registrare altri domini legati a diverse minacce, tra cui il ransomware Snatch, il ransomware Hunters International e il malware ICEDID.

    Seguendo le attività di questo nome, il team di Intrinsec ha potuto anticipare la creazione di nuovi domini usati per le campagne di Matanbuchus e altre minacce. Bloccando i range di IP appartenenti a questi servizi di hosting bulletproof, si può prevenire l’accesso iniziale e le successive fasi di un’intrusione.

    Conclusione

    Matanbuchus è un loader di malware molto sofisticato e pericoloso, che può infettare le macchine con diversi tipi di malware, tra cui alcuni molto dannosi come il ransomware. Il loader è anche legato a Cobalt Strike, uno strumento di attacco usato dai criminali per eseguire operazioni avanzate di post-esplorazione e di movimento laterale.

    Il loader si appoggia a servizi di hosting bulletproof che lo proteggono dalle azioni delle autorità e dei ricercatori di sicurezza. Per contrastare questa minaccia, è necessario monitorare le sue attività, bloccare le sue comunicazioni e rafforzare le difese delle proprie reti.

    Sandro Sana
    Membro del gruppo di Red Hot Cyber Dark Lab e direttore del Red Hot Cyber PodCast. Si occupa d'Information Technology dal 1990 e di Cybersecurity dal 2014 (CEH - CIH - CISSP - CSIRT Manager - CTI Expert), relatore a SMAU 2017 e SMAU 2018, docente SMAU Academy & ITS, membro ISACA. Fa parte del Comitato Scientifico del Competence Center nazionale Cyber 4.0, dove contribuisce all’indirizzo strategico delle attività di ricerca, formazione e innovazione nella cybersecurity.

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