
Sandro Sana : 6 Marzo 2025 15:48
Negli ultimi giorni, un utente del forum underground “BreachForums” ha pubblicato un annuncio riguardante la presunta vendita di accessi a caselle di posta elettronica appartenenti al Ministero dell’Interno italiano (dominio “@interno.it”).
La notizia, al momento non confermata da fonti istituzionali, desta particolare preoccupazione poiché, qualora fosse fondata, potrebbe comportare serie implicazioni a livello di sicurezza nazionale.

BreachForums è noto per ospitare annunci di compravendita di dati sottratti, spesso veritieri, ma non mancano casi di “fake listing” finalizzati a truffare possibili acquirenti. Attualmente, non risultano prove tangibili (come dump di dati o screenshot comprovanti la compromissione) che confermino la reale esistenza di tali credenziali.
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Red Hot Cyber (RHC) continuerà a monitorare la situazione, prestando particolare attenzione a eventuali evoluzioni della discussione su BreachForums o alla comparsa di ulteriori elementi di prova in altri ambienti sotterranei e canali Telegram di settore.
La presunta vendita di accessi email legati al Ministero dell’Interno italiano costituisce un potenziale campanello d’allarme per la sicurezza istituzionale. Sebbene al momento le informazioni disponibili non permettano di confermare l’effettiva compromissione, è fondamentale mantenere un alto grado di vigilanza e procedere, se necessario, con verifiche tecniche e legali approfondite.
La prudenza e la trasparenza sono elementi essenziali in circostanze in cui anche solo il dubbio di una violazione può minare la fiducia dei cittadini e la credibilità delle istituzioni coinvolte. RHC resta a disposizione per ospitare eventuali comunicazioni ufficiali e fornire aggiornamenti, qualora emergano sviluppi significativi.
Questo articolo è stato redatto attraverso l’utilizzo della piattaforma Recorded Future, partner strategico di Red Hot Cyber e leader nell’intelligence sulle minacce informatiche, che fornisce analisi avanzate per identificare e contrastare le attività malevole nel cyberspazio.
Sandro Sana
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