
Sandro Sana : 27 Maggio 2025 07:35
Nel panorama sempre più affollato e inquietante del cybercrimine internazionale, una nuova figura ha cominciato ad attirare l’attenzione degli analisti di sicurezza di tutto il mondo: Sarcoma Ransomware. Un nome inquietante, mutuato dalla terminologia medica, che richiama alla mente tumori maligni ad alta aggressività. E in effetti, di aggressività questo gruppo criminale ne ha da vendere: nel giro di pochi mesi dalla sua prima individuazione, avvenuta nell’ottobre 2024, Sarcoma ha già dimostrato una pericolosità fuori dal comune.
Non siamo davanti all’ennesimo clone di ransomware con tecniche rudimentali e obiettivi casuali: Sarcoma rappresenta una nuova generazione di minacce informatiche, capace di coniugare sofisticazione tecnica, strategia operativa e una precisa selezione delle vittime, il tutto avvolto in un alone di elusività che ha già messo in difficoltà anche le strutture più mature.
Dai primi indicatori di compromissione rilevati fino a oggi, Sarcoma ha mostrato un pattern operativo coerente con una campagna pianificata su scala globale, focalizzata però su obiettivi ad alto valore. Dall’analisi dei flussi e delle interazioni (visibili nell’immagine allegata), è evidente come l’attore minaccioso abbia colpito in maniera coordinata diversi Paesi tra cui Stati Uniti, Italia, Canada, Regno Unito, Spagna, Brasile e Australia.

Sponsorizza la prossima Red Hot Cyber Conference!Il giorno Lunedì 18 maggio e martedì 19 maggio 2026 9 maggio 2026, presso il teatro Italia di Roma (a due passi dalla stazione termini e dalla metro B di Piazza Bologna), si terrà la V edizione della la RHC Conference. Si tratta dell’appuntamento annuale gratuito, creato dalla community di RHC, per far accrescere l’interesse verso le tecnologie digitali, l’innovazione digitale e la consapevolezza del rischio informatico. Se sei interessato a sponsorizzare l'evento e a rendere la tua azienda protagonista del più grande evento della Cybersecurity Italiana, non perdere questa opportunità. E ricorda che assieme alla sponsorizzazione della conferenza, incluso nel prezzo, avrai un pacchetto di Branding sul sito di Red Hot Cyber composto da Banner più un numero di articoli che saranno ospitati all'interno del nostro portale. Quindi cosa stai aspettando? Scrivici subito a [email protected] per maggiori informazioni e per accedere al programma sponsor e al media Kit di Red Hot Cyber.
Se ti piacciono le novità e gli articoli riportati su di Red Hot Cyber, iscriviti immediatamente alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo. La newsletter generalmente viene inviata ai nostri lettori ad inizio settimana, indicativamente di lunedì. |
L’Italia risulta essere tra i Paesi maggiormente colpiti, al pari degli Stati Uniti. Questo dato, oltre a suscitare legittima preoccupazione, sottolinea quanto anche le aziende italiane siano ormai entrate stabilmente nel radar dei gruppi ransomware più avanzati. Un dato che dovrebbe far riflettere sulla necessità di rafforzare non solo le difese tecniche, ma anche la postura complessiva di sicurezza, ancora troppo spesso reattiva e frammentata.
Quello che più colpisce, nell’analisi dell’operato di Sarcoma, è la lucidità ingegneristica con cui sono stati costruiti i singoli moduli del malware. A differenza di molte campagne ransomware “spray and pray”, Sarcoma non si limita a criptare i dati e lasciare un messaggio di riscatto. È un’operazione strutturata, preceduta da fasi di ricognizione approfondita, escalation dei privilegi, movimento laterale e disattivazione delle difese.
L’attore malevolo impiega una varietà di strumenti RMM (Remote Monitoring and Management) – comunemente utilizzati dagli amministratori di sistema – come AnyDesk, Atera e Splashtop, per ottenere accesso persistente alle reti delle vittime. Questo approccio permette a Sarcoma di passare inosservato, sfruttando software legittimo per compiere operazioni illegittime, confondendosi tra il normale traffico di rete.
Non mancano poi exploit sofisticati – alcuni dei quali riconducibili a vulnerabilità zero-day – utilizzati per iniziare la catena di compromissione. Gli attaccanti utilizzano anche strumenti come Advanced IP Scanner e Mimikatz per il rilevamento della rete e l’estrazione di credenziali, segno evidente di una familiarità avanzata con le tecniche di attacco laterale e privilege escalation.
La componente di crittografia dei dati mostra un livello tecnico decisamente elevato: Sarcoma utilizza un sistema ibrido, che combina l’algoritmo RSA (per la cifratura delle chiavi di sessione) con ChaCha20, un cifrario di flusso ad alte prestazioni e sicurezza, particolarmente adatto alle operazioni rapide su grandi volumi di dati.
Non solo: il ransomware dispone di versioni distinte per Windows e Linux, dimostrando una volontà precisa di colpire ambienti misti e infrastrutture aziendali complesse. I payload includono moduli per la propagazione in rete, disattivazione dei backup e interferenza con sistemi hypervisor – probabilmente per neutralizzare ambienti virtualizzati e infrastrutture di tipo ESXi, spesso utilizzati nei data center.
Un dettaglio che non è sfuggito agli analisti è il comportamento selettivo del malware: Sarcoma evita intenzionalmente di infettare sistemi con layout di tastiera uzbeko. Questo elemento, già visto in passato con altri gruppi (come REvil o Conti), potrebbe indicare un’origine geografica o alleanze criminali nell’area eurasiatica, o comunque un tentativo di evitare conflitti con determinati governi.
Nel grafo allegato si evidenzia chiaramente una rete articolata di relazioni tra TTPs (Tactics, Techniques and Procedures), infrastrutture command & control, ID hash riconducibili a vari file malevoli e Paesi target. I riferimenti alle tecniche MITRE ATT&CK (come T1059.001 – Command and Scripting Interpreter: PowerShell, o T1021.002 – Remote Services: SMB/Windows Admin Shares) offrono un ulteriore livello di dettaglio e confermano l’adozione sistemica di vettori ben documentati, ma orchestrati in modo estremamente efficace.
L’analisi mostra anche come il gruppo abbia creato una infrastruttura di doppia estorsione, pubblicando i dati esfiltrati su data leak sites nel dark web, aumentando così la pressione sulle vittime affinché paghino il riscatto.
Sarcoma non è solo un altro ransomware. È il sintomo di un problema più ampio: la continua evoluzione della criminalità informatica verso forme più organizzate, professionali e pericolosamente simili ad aziende legittime. Il gruppo dietro Sarcoma mostra capacità, risorse e visione strategica. Ma soprattutto, dimostra che il tempo delle difese minime è finito.
Le organizzazioni devono urgentemente adottare un approccio olistico alla sicurezza, che vada oltre l’antivirus e il backup giornaliero. Serve un cambio di paradigma: cyber hygiene, threat intelligence, segmentazione della rete, zero trust, controllo degli accessi privilegiati e formazione continua.
Perché mentre Sarcoma agisce nell’ombra con chirurgica precisione, le aziende ancora oggi pagano il prezzo dell’impreparazione.
Sandro Sana
Peter Williams, ex dipendente dell’azienda appaltatrice della difesa, si è dichiarato colpevole presso un tribunale federale degli Stati Uniti di due capi d’accusa per furto di segreti commercial...

L’interruzione dei servizi cloud di Microsoft, avvenuta poche ore prima della pubblicazione dei risultati trimestrali, è solo l’ultimo episodio di una lunga serie di blackout che stanno mettendo ...

Il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti (DOE) ha avviato una collaborazione strategica con Nvidia e Oracle per costruire sette supercomputer di nuova generazione basati sull’intelligenza ar...

Una interruzione del servizio DNS è stata rilevata il 29 ottobre 2025 da Microsoft, con ripercussioni sull’accesso ai servizi fondamentali come Microsoft Azure e Microsoft 365. Un’ anomalia è st...

Per la seconda volta negli ultimi mesi, Google è stata costretta a smentire le notizie di una massiccia violazione dei dati di Gmail. La notizia è stata scatenata dalle segnalazioni di un “hacking...