
Luca Galuppi : 16 Ottobre 2024 09:47
Nel panorama digitale odierno, l’identità è il vero confine di sicurezza. Con l’adozione crescente di servizi Cloud e dispositivi mobili, le organizzazioni stanno investendo in tecnologie come il Single Sign-On (SSO) e l’autenticazione multi-fattore (MFA) per garantire la sicurezza degli accessi. Ma c’è un errore pericoloso: la fiducia cieca in queste soluzioni, che non offre una protezione adeguata contro sofisticati attacchi basati sull’identità come il phishing, il credential stuffing, o gli attacchi brute-force.
Secondo un’analisi di Push Security su 300.000 account, ben il 99% degli account rimane vulnerabile a attacchi di phishing, nonostante l’implementazione di SSO o MFA. Sorprendentemente, il 61% degli account si affida esclusivamente al SSO per l’autenticazione, ma questo non è sufficiente a proteggere le identità degli utenti.
Sebbene il SSO semplifichi l’esperienza utente, offrendo un accesso centralizzato, spesso manca il livello di sicurezza aggiuntivo rappresentato da MFA efficace. Ancor peggio, la ricerca mostra che il 29% degli account usa solo password, senza nemmeno MFA attivo, mentre solo l’1% usa una MFA resistente al phishing.
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La maggior parte delle organizzazioni ritiene che l’uso di MFA risolva il problema, ma Push Security avverte che gran parte di queste implementazioni è vulnerabile. La cosiddetta “Phishable MFA” è soggetta a bypass e tecniche avanzate di phishing, come attacchi di tipo man-in-the-middle o l’esaurimento dell’utente con richieste MFA ripetute (MFA fatigue).
Esaminando la tabella sottostante, puoi identificare quali elementi di MFA possono proteggere i tuoi sistemi e quali, invece, potrebbero esporli a rischi. Ad esempio qualsiasi informazione archiviata esternamente (come le password) o in transito (come i messaggi di testo) è vulnerabile. Al contrario, le chiavi crittografiche e i dati biometrici, che non lasciano mai il dispositivo o il corpo, sono sicuri.
| Phishable Factors | Unphishable Factors |
|---|---|
| Time-based one-time passwords | Biometrics |
| SMS text messages | Cryptographic security keys |
| Push notifications | Device-level security checks |
| Magic links | Hardware security keys |
| Passwords | |
| Security questions |
Tuttavia, anche con il SSO, ci sono troppi punti deboli che gli attaccanti possono sfruttare, come l’uso di password deboli o riutilizzate. Infatti, il 17% degli account legati agli identity provider non ha MFA attivo, lasciando l’intera organizzazione vulnerabile.
Uno dei problemi più gravi è quello degli account che utilizzano sia il SSO che le password tradizionali, creando una sovrapposizione di metodi di accesso, conosciuta come “Ghost Login”. Anche quando il SSO è implementato, questi account sono a rischio di attacchi se l’aggressore riesce a forzare una delle password associate, usando tecniche come il brute-force o il credential stuffing. E se una password viene compromessa, l’intero sistema può essere violato.
La sicurezza delle identità è cruciale per difendere le organizzazioni da minacce sempre più sofisticate. Investire in tecnologie come il SSO e MFA è solo l’inizio.
È necessario implementare soluzioni MFA veramente resistenti al phishing, eliminare le password deboli e riutilizzate, e monitorare costantemente gli accessi per prevenire compromissioni. Le organizzazioni devono smettere di considerare queste tecnologie come soluzioni definitive e iniziare a trattarle come parte di una strategia di sicurezza multilivello.
Luca Galuppi
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