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Tag: furto identità

Presunto Data Leak da EY: 4 TB di Backup SQL Esposti su Cloud Azure

Negli ultimi giorni il presunto data leak di Ernst & Young (EY) è diventato uno dei temi più discussi nel panorama della cybersecurity internazionale. Ho deciso di ricostruire la vicenda passo dopo passo, partendo dalle evidenze tecniche condivise da Recorded Future e dall’analisi di Neo Security, per capire non solo come è avvenuta l’esposizione, ma anche cosa può insegnarci sul controllo degli asset digitali in ambienti cloud complessi come quelli di EY. Il file, in formato .BAK, era raggiungibile senza autenticazione e potrebbe aver contenuto informazioni sensibili, come chiavi API, credenziali di servizio e token di autenticazione. Recentemente si sono verificati episodi di blocchi riguardanti AWS e Microsoft Azure, a causa

Allarme: migliaia di siti italiani a rischio! 526.000 siti e 6.500 db in vendita nel Darkweb

Un nuovo post sul dark web offre l’accesso completo a migliaia di server e database MySQL appartenenti a provider italiani di hosting condiviso. Nelle ultime ore è apparso su un forum underground un nuovo thread dal titolo inequivocabile: “Italin hosting service sites – 9 more 40 servers – 526193 site’s backup – 4631 hosting customer – 6546 MySQL db’s”. Disclaimer: Questo rapporto include screenshot e/o testo tratti da fonti pubblicamente accessibili. Le informazioni fornite hanno esclusivamente finalità di intelligence sulle minacce e di sensibilizzazione sui rischi di cybersecurity. Red Hot Cyber condanna qualsiasi accesso non autorizzato, diffusione impropria o utilizzo illecito di

Identità digitali italiane in vendita: pacchetti KYC a 300 dollari sul Dark Web

Recentemente, un avviso sul noto forum underground “DarkForum” ha riacceso i riflettori sul crescente e pericoloso mercato della compravendita di documenti d’identità rubati o falsificati. L’annuncio, che offre un “pacchetto privato di documenti italiani” al costo di circa 300 dollari (circa 280-300 euro), rivela come l’identità digitale sia diventata una merce di scambio fondamentale per il crimine finanziario. L’obiettivo esplicito di questi pacchetti è superare i processi di KYC (Know Your Customer o “Conosci il tuo cliente”). Il KYC è lo standard di verifica dell’identità imposto a banche, piattaforme di criptovalute e servizi di pagamento per prevenire il riciclaggio di denaro e

Maxi leak su DarkForums: 196 siti italiani esposti con credenziali FTP in chiaro

Il 20 settembre 2025 alle 23:52 è comparso su DarkForums un thread dal titolo “FRESH FTP LEAK”, pubblicato dall’utente Hackfut. Il materiale esporrebbe accessi a server FTP distribuiti in diversi Paesi, tra cui Italia, Paesi Bassi, Filippine, Perù, Cile, Australia e Lettonia. I target comprendono aziende, scuole, strutture ricettive, siti di eventi, e-commerce e media. Il contenuto del dump consiste in hostname/FTP domains, username e password in chiaro. Purtroppo la cosa che risulta critica per il nostro paese è il numero importante di domini italiani presenti all’interno della collection, resa disponibile in forma gratuita agli utenti del forum underground. L’impatto per l’Italia Dall’analisi del sample offerto da Hackfut

Presunta violazione al Comune di Firenze: accesso e dati in vendita nel Dark Web

Un nuovo annuncio comparso in un forum underground solleva preoccupazioni sulla sicurezza dei dati dei cittadini italiani. L’utente con nickname krektti ha messo in vendita quello che descrive come l’accesso e i database del Comune di Firenze, per la cifra di 1.500 dollari. Disclaimer: Questo rapporto include screenshot e/o testo tratti da fonti pubblicamente accessibili. Le informazioni fornite hanno esclusivamente finalità di intelligence sulle minacce e di sensibilizzazione sui rischi di cybersecurity. Red Hot Cyber condanna qualsiasi accesso non autorizzato, diffusione impropria o utilizzo illecito di tali dati. Al momento, non è possibile verificare in modo indipendente l’autenticità delle informazioni riportate, poiché

Violazione dati Chess.com! Servizi gratuiti per gli utenti colpiti dal Data Breach

Secondo quanto emerso, Chess.com, il gigante degli scacchi online, ha subito una violazione dei dati che ha messo a rischio le informazioni personali di 4.541 individui, come indicato in una documentazione inviata all’ufficio del procuratore generale dello stato del Maine. L’incidente informatico è avvenuto il 5 giugno 2025 ed è stato scoperto quasi due settimane dopo, il 19 giugno 2025. Chess.com ha confermato che la violazione è stata il risultato di un attacco informatico esterno, in cui gli aggressori hanno ottenuto l’accesso non autorizzato a dati sensibili. L’azienda ha riferito che gli hacker sono riusciti a ottenere nomi e dati personali, senza

Dark web e hotel italiani: rubati documenti con credenziali lecite di una piattaforma cloud

A cura di Luca Stivali, Roland Kapidani e Silvia Felici. Negli ultimi giorni si è acceso un dibattito attorno alla fuga di dati che ha coinvolto numerose strutture alberghiere italiane. Ne abbiamo già parlato su Red Hot Cyber, ma le evoluzioni non si sono fatte attendere. Dopo la pubblicazione del nostro articolo, la redazione è stata contattata da un servizio IT di una delle strutture colpite: da quel confronto sono emerse conferme importanti e nuove informazioni che ci hanno permesso di condurre attività di Cyber Threat Intelligence (CTI) e di ricostruire meglio la dinamica degli eventi. Non un problema dei singoli hotel,

Dark web e hotel italiani: ecco cosa ci ha rivelato MyDocs sui documenti rubati

A cura di Luca Stivali e Roland Kapidani. Nel giro di dieci giorni un nickname mai visto prima, mydocs, ha inondato un dark forum con una serie di thread tutti uguali: stesso template, stessa call-to-action su Telegram, stessi sample in alta risoluzione. Cambiano solo i nomi degli hotel. La geografia delle vittime è sorprendentemente estesa: da Milano a Roma, passando per Rimini, Bardonecchia, Montecatini, Venezia e Ischia, fino a Palma di Maiorca. Ed è proprio quest’ultimo caso, quello di Maiorca, che introduce un dettaglio critico — l’esplicita menzione di un ‘private cloud bucket’ — che ha acceso il nostro campanello d’allarme sull’esistenza

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