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Tag: RaaS

Cos’è il ransomware. Tecniche, tattiche e procedure del cybercrime da profitto

Capire davvero cos’è il ransomware non è semplice: tra notizie frammentate e articoli tecnici, chi cerca risposte rischia di perdersi in un mare di informazioni confuse. Questo articolo nasce per fare chiarezza, offrendo una spiegazione completa e accessibile di come funziona il ransomware e del mondo criminale che lo alimenta. Negli ultimi anni le cronache sono piene di notizie su grandi violazioni informatiche, riscatti milionari, gang cybercriminali, servizi di RaaS (Ransomware-as-a-Service) e perfino presunti conflitti cibernetici tra bande criminali. Per chi non lavora nel settore della sicurezza, termini come questi possono risultare oscuri e generare confusione. In questo articolo spiegheremo che cos’è

Non ci sono Antivirus a proteggerti! ModStealer colpisce Windows, macOS e Linux

Mosyle ha scoperto un nuovo malware, denominato ModStealer. Il programma è completamente inosservabile per le soluzioni antivirus ed è stato caricato per la prima volta su VirusTotal quasi un mese fa senza attivare alcun sistema di sicurezza. Il pericolo è aggravato dal fatto che lo strumento dannoso può infettare computer con macOS, Windows e Linux. La distribuzione avviene tramite falsi annunci pubblicitari per conto di reclutatori alla ricerca di sviluppatori. Alla vittima viene chiesto di seguire un link in cui è presente codice JavaScript fortemente offuscato, scritto in NodeJS. Questo approccio rende il programma invisibile alle soluzioni basate sull’analisi delle firme. ModStealer

F6 rilascia il decryptor per il ransomware Phobos gratuitamente

Il laboratorio di analisi forense e malware digitale F6 ha introdotto il proprio strumento per decifrare i dati crittografati dal ransomware Phobos. L’utilità è progettata per le aziende, che ora hanno accesso a un metodo gratuito e sicuro per recuperare i file. Il nuovo sviluppo è stato una risposta al recente rilascio di un decryptor alternativo creato dalle forze dell’ordine giapponesi. Tuttavia, come specificato, questa versione presenta gravi limitazioni: non supporta le versioni obsolete di Windows, il che la rende inapplicabile per alcune vittime, soprattutto in organizzazioni con infrastrutture obsolete. Phobos è stato individuato per la prima volta nell’ottobre 2017, ma è

È morto per colpa di un ransomware! Un’altra vittima si aggiunge alla lista

Non è la prima volta che un attacco informatico si traduce in una perdita di vite umane.Ne avevamo già parlato nell’articolo “I decessi avvenuti per il ransomware. I casi noti, le tendenze e il punto sull’Italia“, in cui analizzavamo il legame diretto tra incidenti cyber e morti documentate. Purtroppo, questo fenomeno è sempre più frequente. Viviamo in un mondo interamente circondato da tecnologie digitali, e proprio per questo esposto al rischio di compromissione. Ma quando il bersaglio non è più un semplice dato, bensì un sistema critico come un pronto soccorso o un’infrastruttura sanitaria, le conseguenze non sono più virtuali: diventano tragicamente

REvil: Condannati ma poi liberi. Il caso giudiziario più controverso di sempre

Vi ricordate della famigerata cyber gang REvil? Il gruppo di hacker russi responsabile di alcuni dei più devastanti attacchi ransomware agli albori di questa minaccia globale, noti per pubblicare le loro “imprese” criminali sul celebre forum underground “Happy Blog”. Il Tribunale Dzerzhinsky di San Pietroburgo ha condannato altri quattro partecipanti al caso del gruppo di hacker REvil (alias Sodinokibi), secondo quanto riportato dai media. A tutti i condannati sono state inflitte pene detentive effettive, ma gli imputati sono stati rilasciati, avendo già scontato integralmente la pena in custodia cautelare, durante le indagini e il processo. Le attività di REvil cessarono a gennaio 2022,

Studio legale Qilin & Associati: Il Ransomware assume Avvocati e lancia il “pacchetto intimidazione”

Gli sviluppatori del ransomware Qilin (da noi intervistati recentemente) hanno offerto ai loro partner l’aiuto e la consulenza di un team di avvocati, in modo da poter fare pressione sulle vittime e costringerle a pagare il riscatto. La pubblicità del nuovo servizio è stata notata dagli specialisti dell’azienda israeliana di sicurezza informatica Cybereason. Secondo loro, nel pannello dei partner del ransomware è comparsa l’opzione “Chiama un avvocato”. Si sostiene inoltre che il gruppo abbia ormai una squadra di giornalisti a tempo pieno in grado di collaborare con l’ufficio legale per preparare pubblicazioni volte ad aumentare la pressione sulle vittime. Inoltre, Qilin ha recentemente

“Pulizia” su Windows Update! Microsoft dichiara guerra ai driver sfruttati negli attacchi ransomware

Microsoft ha annunciato che rimuoverà periodicamente i driver obsoleti dal catalogo di Windows Update per ridurre i rischi e migliorare la compatibilità. “L’obiettivo di questa iniziativa è fornire il miglior set di driver in Windows Update per le varie soluzioni hardware dell’ecosistema Windows e contribuire a mantenere Microsoft Windows sicuro”, ha dichiarato l’azienda in un comunicato. Microsoft ha inoltre aggiunto che “Questa iniziativa pulirà periodicamente i driver in Windows Update, il che comporterà la mancata distribuzione di alcuni driver sui sistemi del nostro ecosistema.”. Come ha chiarito l’azienda, la prima fase della procedura di “pulizia” interesserà i driver per i quali Windows Update dispone

Anubis Ransomware: Ora Distrugge i File! Se non paghi e non li cacci dalla rete, cancellano tutto

Il ransomware Anubis ha acquisito la funzionalità di cancellazione dei dati ed è ora in grado di distruggere i file presi di mira. Anubis è stato individuato per la prima volta dagli specialisti della sicurezza informatica nel dicembre 2024 e ha iniziato a mostrare attività all’inizio di quest’anno. Come riportato all’epoca dagli analisti di F6, i creatori di Anubis offrivano ai loro partner tre diversi schemi di attacco: Anubis Ransomware, Anubis Data Ransom e Access Monetization. Di conseguenza, i partner del gruppo potevano ricevere fino all’80% dei “ricavi” ottenuti tramite gli attacchi. Come hanno ora segnalato gli esperti di Trend Micro, gli autori di Anubis

Dentro la mente di LockBit: profilazione criminologica di un gruppo ransomware “aziendale”

Nel mondo del cybercrime moderno, dove le frontiere tra criminalità e imprenditoria si fanno sempre più sfumate, il gruppo ransomware LockBit rappresenta un caso di studio affascinante. Attivo dal 2019, LockBit è emerso come uno degli attori più pervasivi e strutturati del panorama delle minacce globali, distinguendosi per il suo modello operativo Ransomware-as-a-Service (RaaS) e per una narrazione pubblica che rivela molto più di quanto sembri. Grazie all’intervista esclusiva condotta da Red Hot Cyber e alla documentazione tecnica e comportamentale raccolta tramite la piattaforma Recorded Future, è oggi possibile tracciare una vera e propria profilazione criminologica del gruppo. Non solo sul piano

Sei stato vittima del Ransomware? Il governo aiuterà la tua azienda… con una multa salata

L’Australia sta lanciando una nuova fase nella lotta alla criminalità informatica, imponendo alle grandi aziende di segnalare formalmente al governo qualsiasi pagamento di riscatto agli operatori di ransomware. L’obbligo è sancito dal Cyber ​​Security Bill 2024 entrato in vigore il 30 maggio. Le norme si applicano a tutte le aziende con un fatturato annuo superiore a 3 milioni di dollari australiani, ovvero circa 1,92 milioni di dollari USA. Hanno 72 ore di tempo per informare l’Australian Signals Directorate (ASD) di aver trasferito denaro a truffatori. I pagamenti in sé non sono soggetti al divieto, ma le autorità sottolineano che tali azioni sono ufficialmente sconsigliate. Il rapporto dell’ASD dell’anno

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