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Tag: reati informatici

La maggior parte degli adolescenti abbandona la criminalità digitale entro i 20 anni

Le autorità olandesi hanno pubblicato i dati che dimostrano come il coinvolgimento degli adolescenti nella criminalità digitale sia solitamente temporaneo. Un’analisi preparata dalla Camera dei Rappresentanti indica che l’interesse precoce per l’hacking spesso svanisce entro i 20 anni, e solo pochi mantengono un interesse duraturo. Il rapporto sottolinea che gli adolescenti iniziano a commettere vari tipi di reati più o meno alla stessa età. I reati informatici non sono più comuni dei reati legati alle armi o alla droga, e significativamente meno comuni dei reati contro la proprietà. Inoltre, il percorso verso i primi tentativi passa in genere attraverso simulazioni di gioco

Cybersicurezza, l’evoluzione normativa verso la prevenzione infrastrutturale e la crisi di fiducia

L’attuale accelerazione normativa in materia di cybersicurezza non è un fenomeno isolato, ma il culmine di un percorso di maturazione del Diritto penale che ha dovuto confrontarsi con la dematerializzazione della condotta illecita. Da tempo, la prassi forense ha evidenziato come le fattispecie incriminatrici classiche – pensiamo all’accesso abusivo o al danneggiamento di sistemi informatici – sebbene ben concepite, risultassero insufficienti a intercettare la dinamica del rischio nell’ecosistema aziendale. L’evoluzione delle minacce, dal defacement alle prime forme di ransomware, ha spostato il focus dalla repressione del reato consumato alla prevenzione infrastrutturale. La creazione dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) e l’istituzione del

Cyberstalking contro il genere femminile: analisi e implicazioni legali

Questo è il terzo di una serie di articoli dedicati all’analisi della violenza di genere nel contesto digitale, in attesa del 25 novembre, Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne. Il focus qui è sul cyberstalking e le sue implicazioni legali e sociali. Il cyberstalking rappresenta una delle insidie più subdole dell’era digitale, non essendo esclusivamente una mera riproposizione dello stalking tradizionale, ma una condotta che sfrutta e amplifica le debolezze dello spazio virtuale. Si tratta di una persecuzione reiterata realizzata attraverso strumenti telematici, che lede in profondità la riservatezza e la libertà individuale delle persone. L’analisi criminologica che propongo

La pirateria audiovisiva: tra diritto penale, mercato e nuove tecnologie

La recente operazione condotta dalla Polizia Postale di Catania, coordinata dalla Procura Distrettuale, rappresenta un ulteriore tassello nella complessa lotta alla pirateria audiovisiva. Non un episodio isolato, ma la prosecuzione di un filone investigativo inaugurato con “Gotha” (2022) e “Gotha 2” (2025), a cui si sono affiancate indagini come “Black out” e “Taken down”. L’impiego di oltre 200 investigatori in 18 città testimonia la dimensione nazionale del fenomeno e la sua natura di criminalità organizzata, ben lontana dalla figura romantica dell’”hacker solitario”. Le accuse che emergono – associazione per delinquere transnazionale, accesso abusivo a sistemi informatici e frode informatica aggravata – non

Gli USA a caccia di 3 hacker iraniani. 10 milioni di dollari la ricompensa per gli APT

Seyyed Ali Aghamiri , Yasar Balaghi e Masoud Jalili sono ricercati per la loro presunta partecipazione ad attività informatiche dannose associate ad attori di minacce persistenti avanzate (APT) affiliati al Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC) del governo iraniano. Il programma Rewards For Justice del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti offre una ricompensa fino a 10 milioni di dollari per informazioni su questi individui. La presunta attività informatica dell’IRGC ha preso di mira vari individui associati alle campagne presidenziali degli Stati Uniti del 2024, nonché personale con legami con gli affari iraniani e mediorientali, come attuali o ex alti funzionari

Italia sotto attacco! Aumento del 45,5% delle denunce: il grido di Confartigianato

Il fenomeno dei reati informatici contro le imprese in Italia ha subito un’impennata significativa: tra il 2019 e il 2023 le denunce per cybercrime da parte di aziende sono aumentate del 45,5% riporta confartigianato. Questo incremento è ben più marcato rispetto alla crescita complessiva degli illeciti contro le attività d’impresa, che in quel periodo è cresciuta del 10%. Le regioni più colpite sono distribuite in modo abbastanza uniforme sul territorio nazionale, con punte particolarmente alte: in testa alle regioni più colpite ci sono la Toscana, dove gli episodi di cybercrime contro le aziende in 4 anni sono cresciuti dell’88,3%, il Veneto (+63,7%), le Marche (+56%), la Puglia (+54,7%), il Lazio (+53,2%), l’Emilia

Attenzione ai dipendenti insoddisfatti! 4 anni di reclusione per aver messo in ginocchio la sua ex azienda

Un ex dipendente è stato condannato per aver commesso intenzionalmente un sabotaggio digitale ai danni del suo datore di lavoro. Davis Lu, 55 anni, cittadino cinese residente a Houston, è stato condannato a quattro anni di carcere e tre anni di libertà vigilata dopo essere stato riconosciuto colpevole di aver danneggiato intenzionalmente computer protetti, causando mesi di interruzione e centinaia di migliaia di dollari di perdite, ha dichiarato il Dipartimento di Giustizia. Secondo il fascicolo, Lu ha lavorato come programmatore presso un’azienda dell’Ohio dal 2007 al 2019. Dopo una riorganizzazione interna, le sue responsabilità e l’accesso ai sistemi sono stati ridotti, il

Digital Crime: Falsificazione, alterazione o soppressione del contenuto di comunicazioni informatiche o telematiche

Articolo Art. 617-sexies c.p.: <<Chiunque al fine di procurare a sè o ad altri un vantaggio o di arrecare ad altri un danno, forma falsamente ovvero altera o sopprime, in tutto o in parte, il contenuto anche occasionalmente intercettato, di taluna delle comunicazioni relative ad un sistema informatico o telematico o intercorrenti tra più sistemi, è punito, qualora ne faccia uso o lasci che altri ne faccia uso, con la reclusione da uno a quattro anni.             La pena è della reclusione da uno a cinque anni nei casi previsti dal quarto comma dell’articolo 617-quater.>> Il contenuto della norma          L’art 617-sexies

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