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Tag: sicurezza online

I dati personali come merce: come l’accesso facile alimenta i mercati della cybercriminalità

Oggi i dati personali sono diventati una delle merci più importanti su internet. Tuttavia, molte persone non si rendono conto che le informazioni che li riguardano, disponibili online, possono in realtà nuocere quando vengono raccolte silenziosamente, vendute e rivendute da data broker e piattaforme di ricerca persone. Una volta che i dati vengono venduti, c’è un’enorme probabilità che siano utilizzati in truffe, furti d’identità e campagne di molestia. Questo significa che è necessario essere più vigili riguardo a ciò che si condivide online. Molti non si accorgono che i propri dati stanno già circolando attraverso pipeline digitali. Con elenchi pubblici, social media

Violenza di genere online: una sfida crescente che deve essere fermata

La data del 25 novembre è il giorno designato a livello internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, un momento cruciale per riflettere su tutte le forme di aggressione che colpiscono il genere femminile. In un’era sempre più connessa, un’attenzione particolare va rivolta al fenomeno della violenza facilitata dalla tecnologia o technology-facilitated gender-based violence (TFGBV). Questa rappresenta il lato oscuro della rete, un’estensione digitale della violenza di genere tradizionale. In vista della ricorrenza che chiude le iniziative di sensibilizzazione, questo articolo inaugura una serie di analisi dedicate alla violenza sulle donne in rete. La trattazione si svilupperà con la pubblicazione di

Azure sotto attacco: app false che imitano Microsoft Teams e Portale di Azure

Una nuova ondata di inganni digitali ha colpito l’ecosistema Microsoft Azure, dove vulnerabilità appena scoperte hanno consentito ai criminali informatici di creare app dannose che imitavano perfettamente servizi ufficiali come Microsoft Teams o il Portale di Azure. Applicazioni “fake” identiche alle originali, capaci di trarre in inganno anche utenti esperti. La scoperta, firmata dai ricercatori di Varonis, ha rivelato che le misure di sicurezza di Azure, progettate per bloccare i nomi riservati, potevano essere bypassate utilizzando caratteri Unicode invisibili. Inserendo caratteri come il Combining Grapheme Joiner (U+034F) tra le lettere, ad esempio in “Az͏u͏r͏e͏ ͏P͏o͏r͏t͏a͏l”, gli aggressori riuscivano a registrare app che

Phishing contro PagoPA: nuova campagna abusa di open redirect Google

Il CERT-AGID ha rilevato una nuova variante del phishing ai danni di PagoPA. La campagna, ancora a tema multe come le precedenti, sfrutta questa volta un meccanismo di open redirect su domini legittimi di Google per rendere i messaggi più credibili e aggirare i controlli automatici. Come funziona il meccanismo Ad un primo sguardo il link malevolo sembrerebbe portare a un servizio Google, ma in realtà il parametro finale permette di effettuare un open redirect, consente cioè di reindirizzare verso un qualunque URL di un dominio terzo. La catena di compromissione procede con i seguenti passaggi L’URL inizia con un sottodominio Google

Il veleno della curiosità e l’antidoto della cyber hygiene: una ricetta da ingegneri sociali

La curiosità, vecchia canaglia. Quella che da tempo fa cliccare link o aprire allegati in modo decisamente improvvido. Dopotutto è una di quelle leve che i cybercriminali conoscono bene e non si fanno problemi ad inserire all’interno delle campagne di phishing. E funziona maledettamente bene, soprattutto quando le reti da pesca sono gettate su una larga scala di destinatari. Dopotutto, finché un metodo funziona perché cambiarlo? Certo, nel tempo tutto sta nel progettare la giusta esca attraverso le tecniche di ingegneria sociale. Ma quel che conta è preparare un bel bait che attiri l’attenzione, solletichi un interesse e induca all’azione di aprire

Internet Explorer è “morto”, ma continua a infettare con i suoi bug i PC tramite Edge

Nonostante Internet Explorer sia ufficialmente fuori supporto dal giugno 2022, Microsoft ha recentemente dovuto affrontare una minaccia che sfrutta la modalità Internet Explorer (IE Mode) in Edge, progettata per garantire compatibilità con applicazioni legacy e portali governativi. I Cyber criminali hanno sfruttato vulnerabilità zero-day nel motore JavaScript Chakra, abbinate a tecniche di social engineering, per eseguire codice remoto e ottenere il controllo completo dei dispositivi delle vittime. “La nostra squadra di sicurezza ha ricevuto intelligence secondo cui attori malevoli stavano abusando della modalità IE in Edge per compromettere dispositivi ignari,” spiega Gareth Evans, responsabile della sicurezza di Microsoft Edge. Gli attacchi seguivano

Criminal Hacker contro Anziani! Arriva Datzbro: Facebook e smartphone nel mirino

Una nuova campagna malevola sta utilizzando Facebook come veicolo per diffondere Datzbro, un malware Android che combina le caratteristiche di un trojan bancario con quelle di uno spyware. L’allarme arriva da un’analisi pubblicata da Malwarebytes, che evidenzia come gli aggressori abbiano scelto di puntare su gruppi frequentati da persone anziane, considerate più vulnerabili alle truffe digitali. Un malware ibrido e insidioso Datzbro integra funzionalità tipiche sia di un infostealer che di un trojan finanziario. Da un lato, raccoglie dati personali e monitora l’attività online della vittima; dall’altro, può interferire con le operazioni bancarie, permettendo ai criminali di sottrarre denaro dai conti compromessi.

Un’estensione barzelletta e cade Chat Control! Houston, abbiamo un problema… di privacy

Nel 2025 l’Unione Europea vuole avere il controllo totale sulle chat private. Il Regolamento “Chat Control” (proposta COM(2022)209) promette di combattere la pornografia minorile con la scansione dei messaggi privati su WhatsApp, Telegram, Gmail e simili. Nobile proposito nella teoria. Ma nella pratica vuol dire che qualsiasi messaggio che scrivi online potrebbe essere letto e analizzato da sistemi automatici, con conseguenze reali e immediate per la privacy di tutti. E poiché nessun sistema è inviolabile, possiamo farci due conti sul rischio che corriamo. Per l’utente comune le conseguenze sono semplici ma concrete: E tutto questo mentre chi vuole davvero nascondersi non è

TOR Anonymizer v3.0: Protezione Avanzata per la Privacy Digitale

In un panorama digitale sempre più caratterizzato da sorveglianza di massa e raccolta indiscriminata di dati, la ricerca dell’anonimato online è diventata una necessità primaria per giornalisti, attivisti, ricercatori. È in questo contesto che emerge TOR Anonymizer v3.0, uno strumento che rappresenta un significativo salto di qualità nella protezione della privacy digitale. Il vero punto di forza di TOR Anonymizer v3.0 sta nella gestione evoluta dei percorsi all’interno della rete Tor. A differenza di un client tradizionale, che si limita a creare connessioni elementari, questo strumento introduce un sistema avanzato capace di costruire collegamenti multi-hop con nodi scelti in modo strategico, così

ClickFix: la truffa che inganna gli utenti Mac e installa il trojan AMOS

I criminali informatici hanno lanciato una campagna su larga scala contro gli utenti macOS, camuffando malware da programmi popolari. Lo ha segnalato LastPass, che ha scoperto che anche il suo prodotto era stato falsificato. Il malware viene distribuito tramite falsi repository GitHub ottimizzati per i motori di ricerca, che gli consentono di apparire in cima ai risultati di ricerca di Google e Bing. L’attacco utilizza lo schema ClickFix: alla vittima viene chiesto di inserire un comando nel terminale, presumibilmente per installare un’applicazione. In realtà, la vittima esegue una richiesta curl a un URL crittografato e scarica lo script install.sh nella directory /tmp.

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