
Taipei, 30 ottobre 2025 – La Commissione Economica dello Yuan Legislativo di Taiwan ha approvato la prima lettura di una serie di emendamenti alle cosiddette “Sette Leggi sui Cavi Sottomarini”, introdotte per contrastare i frequenti episodi di danneggiamento delle infrastrutture sottomarine che circondano l’isola.
Le modifiche – che interessano la Legge sull’Elettricità, la Legge sulle Attività del Gas Naturale e la Legge sull’Approvvigionamento Idrico – prevedono pene più severe per chi distrugge intenzionalmente condotte idriche, cavi elettrici o gasdotti subacquei, con sanzioni che possono arrivare fino a sette anni di reclusione. Inoltre, le autorità avranno il potere di confiscare le imbarcazioni impiegate per commettere tali reati.
Il 18 settembre, lo Yuan Esecutivo aveva già approvato le modifiche preliminari alle sette normative: la Legge sulla Gestione delle Telecomunicazioni, la Legge sull’Elettricità, la Legge sulle Attività del Gas Naturale, la Legge sull’Approvvigionamento Idrico, la Legge sulla Meteorologia, la Legge sui Porti Commerciali e la Legge sulla Navigazione.
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Con queste modifiche, il danneggiamento intenzionale di condotte sottomarine viene equiparato, dal punto di vista penale, alla distruzione dei cavi di telecomunicazione. I reati più gravi saranno puniti con pene detentive più alte, mentre per i casi di minore entità restano previste sanzioni pecuniarie e detentive proporzionate. Le nuove disposizioni includono inoltre l’obbligo di attivare i sistemi di identificazione automatica (AIS) sulle navi e la possibilità di confisca dei mezzi utilizzati per le violazioni.
Il 29 ottobre, durante una sessione di domande e risposte, la Commissione Economica ha avviato l’esame articolo per articolo delle proposte di emendamento. Tra queste figurano l’Articolo 71-1 della Legge sull’Elettricità, l’Articolo 55-1 della Legge sulle Imprese del Gas Naturale e l’Articolo 97-1 della Legge sull’Approvvigionamento Idrico.
Le bozze stabiliscono che chiunque provochi danni o interferenze al normale funzionamento delle infrastrutture di gas o acqua, o dei cavi sottomarini utilizzati per la distribuzione di energia e risorse, potrà essere condannato da uno a sette anni di carcere e multato fino a 10 milioni di dollari taiwanesi (circa 287.000 euro).
Per i reati colposi, invece, restano in vigore le norme già previste dalla Legge sulla Gestione delle Telecomunicazioni, che prevedono fino a sei mesi di reclusione o ammende fino a 2 milioni di dollari taiwanesi.
La bozza include anche una clausola specifica che impone la confisca di tutti gli strumenti, macchinari o imbarcazioni utilizzati per commettere il reato, indipendentemente dal proprietario. L’obiettivo è quello di impedire che tali mezzi vengano riutilizzati per attività illegali.
Durante la stessa riunione, è stata inoltre approvata una risoluzione supplementare che incarica il Ministero dell’Interno di pubblicare mappe e informazioni aggiornate sui cavi e le condotte sottomarine prima della ratifica finale delle leggi. Il provvedimento prevede anche campagne di sensibilizzazione pubblica e una maggiore cooperazione tra le agenzie competenti per facilitare l’applicazione della legge e l’azione giudiziaria.
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