
Redazione RHC : 30 Giugno 2025 08:20
I dispositivi Bluetooth di decine di noti produttori si sono dimostrati vulnerabili ad attacchi che possono trasformare cuffie o altoparlanti wireless in strumenti di spionaggio. Lo hanno annunciato gli specialisti di ERNW alla conferenza TROOPERS tenutasi in Germania. Secondo loro, i chip Airoha problematici sono utilizzati in 29 modelli di dispositivi di marchi come Beyerdynamic, Bose, Sony, Marshall, Jabra, JBL, Jlab, EarisMax, MoerLabs e Teufel.
La lista non si limita a cuffie convenzionali e auricolari, ma comprende anche diffusori portatili, microfoni a trasmissione wireless e ulteriore strumentazione audio. Viene rilevata la presenza di vulnerabilità nel sistema su chip Airoha, estesamente impiegato in vari accessori wireless, come le popolari cuffie TWS.
In totale, gli esperti hanno identificato tre vulnerabilità, a cui sono stati assegnati identificatori ufficiali:
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Sebbene gli attacchi richiedano la presenza fisica dell’attaccante all’interno dell’area di copertura Bluetooth e un elevato livello di competenza tecnica, gli scenari di sfruttamento delle vulnerabilità appaiono piuttosto allarmanti. Gli specialisti di ERNW hanno sviluppato un prototipo funzionante dell’attacco che consente di leggere la traccia corrente o altri contenuti audio in streaming dalle cuffie.
Un rischio più serio è la possibilità di intercettare la connessione tra il telefono e le cuffie. Attraverso il profilo Bluetooth Hands-Free (HFP), un aggressore può impartire comandi allo smartphone. Secondo gli esperti, tutte le principali piattaforme mobili consentono almeno di avviare o ricevere chiamate dalle cuffie.
Grazie alle vulnerabilità scoperte, gli esperti hanno dimostrato di essere in grado di estrarre le chiavi di connessione Bluetooth dalla memoria delle cuffie. Ciò consente di sostituire il dispositivo originale e di intercettare la connessione, riuscendo in alcuni casi ad accedere al registro delle chiamate o ai contatti del proprietario del telefono.
Inoltre, con una determinata configurazione dello smartphone, un aggressore può chiamare un numero qualsiasi e poi ascoltare le conversazioni o i suoni provenienti dal telefono, utilizzandolo di fatto come un dispositivo di ascolto. Di particolare preoccupazione è la possibilità che i dispositivi vulnerabili vengano riprogrammati, il che potrebbe aprire la porta a codice dannoso o, nel peggiore dei casi, a un exploit “auto-propagante” che potrebbe infettare altri dispositivi tramite Bluetooth.
Tuttavia, nonostante la gravità della minaccia, gli esperti sottolineano che gli attacchi sono estremamente difficili da implementare su larga scala. La loro implementazione richiede non solo una profonda conoscenza dell’architettura Bluetooth e dei dispositivi Airoha, ma anche la prossimità fisica alla vittima. Per questo motivo, i bersagli più probabili potrebbero essere persone di particolare valore: giornalisti, diplomatici, rappresentanti aziendali o attivisti.
Redazione
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