Red Hot Cyber
Condividi la tua difesa. Incoraggia l'eccellenza. La vera forza della cybersecurity risiede nell'effetto moltiplicatore della conoscenza.
Condividi la tua difesa. Incoraggia l'eccellenza.
La vera forza della cybersecurity risiede
nell'effetto moltiplicatore della conoscenza.
Fortinet 970x120px
Fortinet 320x100px
“zero trust” limita i danni dei ransomware.

“zero trust” limita i danni dei ransomware.

21 Maggio 2021 08:00

Il concetto di “Zero trust” è relativamente semplice: le organizzazioni non dovrebbero mai fidarsi di nulla che cerchi di connettersi alla loro rete o di accedere ai propri dati.

Dovrebbero quindi verificare sempre tutto, prima di concedere l’accesso all’organizzazione.

L’architettura Zero Trust non deve essere costosa o complessa da implementare, poiché le aziende possono implementare lo Zero Trust con la tecnologia a disposizione ma cambiando le politiche di sicurezza al loro interno.

“Zero Trust non è un prodotto o una piattaforma; si tratta di un framework di sicurezza costruito attorno al concetto di non fidarsi mai, ma verificare sempre”

ha scritto l’analista di Forrester Steve Turner ad inizio anno.

Il fatto che una azienda come la Colonial Pipeline interrompa in modo proattivo le operazioni per far fronte a un attacco ransomware evidenzia il fatto che le organizzazioni non sono resilienti.

Dal punto di vista della sicurezza, framework come lo “zero trust” e la “microsegmentazione”, potrebbero limitare la quantità di danni che il ransomware può infliggere.

Esistono molti modi tramite i quali un operatore di ransomware possa violare una rete.

Può utilizzare una vulnerabilità nota, lanciare attacchi di phishing o altri attacchi di ingegneria sociale e tentare di rubare le credenziali dell’utente per l’accesso alla rete (ad esempio, tramite l’accesso al Remote Desktop Protocol o RDP).

Una volta entrati, gli aggressori si spostano lateralmente attraverso le reti per trovare i dati preziosi e quindi stabiliscono la persistenza per rimanere all’interno della rete. RImangono nella rete per molto tempo, in certi casi anche 80 giorni prima di attivare il ransomware, per esfiltrare tutte le informazioni necessarie per poter svolgere una “Perfetta estorsione”.

Le aziende dovrebbero anche procedere nell’implementare le architetture zero trust all’interno del proprio ambiente per mitigare gli effetti di questo tipo di malware, ha scritto Brian Kime, analista senior presso la società di ricerca Forrester.

Molte reti si affidano a difese perimetrali per tenere lontani gli aggressori.

Una volta entrati, tuttavia, non c’è nulla che impedisca all’intruso di spostarsi ovunque all’interno della rete. Limitare il movimento laterale riduce i potenziali danni poiché l’attaccante non è in grado di accedere alle parti più sensibili della rete.

Fonte

https://venturebeat-com.cdn.ampproject.org/c/s/venturebeat.com/2021/05/14/adopting-zero-trust-architecture-can-limit-ransomwares-damage/amp/

Seguici su Google News, LinkedIn, Facebook e Instagram per ricevere aggiornamenti quotidiani sulla sicurezza informatica. Scrivici se desideri segnalarci notizie, approfondimenti o contributi da pubblicare.

Immagine del sito
Redazione

La redazione di Red Hot Cyber è composta da un insieme di persone fisiche e fonti anonime che collaborano attivamente fornendo informazioni in anteprima e news sulla sicurezza informatica e sull'informatica in generale.

Lista degli articoli

Articoli in evidenza

Immagine del sitoCyber Italia
26 milioni di nomi e numeri telefonici di italiani messi all’asta nel Dark Web
Redazione RHC - 24/12/2025

Mentre la consapevolezza sulla cybersicurezza cresce, il mercato nero dei dati personali non accenna a fermarsi. Un recente post apparso su un noto forum frequentato da criminali informatici in lingua russa, scoperto dai ricercatori di…

Immagine del sitoInnovazione
Le botnet robot stanno arrivando! Gli umanoidi propagano malware autonomo
Redazione RHC - 24/12/2025

prima di leggere questo articolo, vogliamo dire una cosa fondamentale: la robotica sta avanzando più velocemente degli approcci per proteggerla. Le macchine stanno diventando più intelligenti e accessibili, ma la sicurezza delle interfacce, dei protocolli…

Immagine del sitoCybercrime
Webrat: quando la voglia di imparare sicurezza informatica diventa un vettore d’attacco
Redazione RHC - 24/12/2025

C’è un momento preciso, quasi sempre notturno, in cui la curiosità supera la prudenza. Un repository appena aperto, poche stelle ma un exploit dal punteggio altissimo, il file README scritto bene quanto basta da sembrare…

Immagine del sitoCybercrime
Cloud sotto tiro: la campagna PCPcat compromette 59.128 server in 48 ore
Redazione RHC - 24/12/2025

Una campagna di cyberspionaggio su larga scala, caratterizzata da un elevato livello di automazione, sta colpendo in modo sistematico l’infrastruttura cloud che supporta numerose applicazioni web moderne. In meno di 48 ore, decine di migliaia…

Immagine del sitoInnovazione
Piergiorgio Perotto, L’inventore del P101, Spiega il Perché l’Italia è Destinata ad Essere Un Perenne Follower
Massimiliano Brolli - 24/12/2025

Pier Giorgio Perotto (per chi non conosce questo nome), è stato un pioniere italiano dell’elettronica, che negli anni 60 quando lavorava presso la Olivetti, guidò il team di progettazione che costruì il Programma 101 (o…