
Redazione RHC : 13 Aprile 2021 09:25
Il ricercatore di sicurezza Chris Williams ha mostrato come è stato in grado di sfruttare con successo una vulnerabilità nota (CVE-2020-6418) in un browser basato su Chromium in un’auto Tesla Model 3.
L’idea di sfruttare le vulnerabilità nel browser è venuta al ricercatore subito dopo aver acquistato un’auto elettrica Tesla Model 3 nuova di zecca alla fine del 2019.
Williams ha iniziato a tenere traccia di aggiornamenti e patch per il motore javascript V8, che potrebbe essere utilizzato per creare un exploit, ma il progetto è stato “congelato” fino ad allora, finché a febbraio 2020 non è stata catturata l’attenzione della pubblicazione del blog di Exodus Intelligence, dedicato a fornire informazioni sulle vulnerabilità.
Il post si è concentrato su un problema con Chrome, noto come Patch-gapping, in cui i criminali informatici possono sfruttare il divario tra lo sviluppo di una patch e la sua consegna agli utenti finali.
Tesla ha rilasciato diversi aggiornamenti al suo software, ma in quel momento la versione 2020.4.1 utilizzava Chromium 79.0.3945.88.
Con il software di Tesla in anticipo rispetto alla patch di Google di diverse settimane, sembrava altamente probabile che il browser dell’auto fosse vulnerabile, ha suggerito il ricercatore, e aveva ragione.
Per indagare sulla vulnerabilità, Williams ha utilizzato un motore di JavaScript (chiamata d8 nel progetto Chromium). Innanzitutto, ha identificato i commit del progetto corrispondenti alla versione Chromium di interesse inserendo il numero di versione nella finestra della console OmahaProxy desiderata.
Il ricercatore ha iniziato a sperimentare l’exploit Exodus Intelligence il 1 ° marzo 2020 e si è subito reso conto che non funzionava sulla versione di Chromium che stava utilizzando.
Alla fine l’exploit ha consentito l’esecuzione di codice arbitrario all’interno del processo di rendering dell’auto, anche se il progetto è tutt’altro che completo, anche se Tesla ha corretto questa vulnerabilità ad inizio di Aprile 2021.
Per poter eseguire l’exploit, si presume una certa conoscenza dello sfruttamento dei motori JIT nei browser moderni (Safari o Chrome).
Per chi non le avesse, queste risorse dovrebbero fornire una solida base:
Per maggiori dettagli, la formazione sull’utilizzo avanzato del browser di Ret2 Systems è fortemente raccomandata.
Fonti
https://www.securitylab.ru/news/518764.php
https://leethax0.rs/2021/04/ElectricChrome/
https://www.securitylab.ru/news/518764.php
Redazione
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