Redazione RHC : 19 Maggio 2022 13:42
Non c’è mai fine al male, soprattutto quando si parla di social network abbinati a minorenni e a comportamenti sessuali.
Ne parlammo diverso tempo fa, quando la IWF (Internet Watch Foundation), un’organizzazione senza scopo di lucro con sede in Inghilterra la cui missione è “eliminare le immagini di abusi sessuali sui minori online”, pubblicò una analisi sui “predatori online” e sulla tipologia di abuso sessuale prevalente.
L’ambito della relazione ha riguardato l’intero 2020 e riportò che le ragazze tra 11 e 13 anni sono a rischio dei predatori online e proprio intorno a quel periodo che accaddero i fatti che sono venuti alla luce oggi.
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In un articolo de “La Repubblica” uscito oggi, viene riportato che un ragazzo di 22 anni, ha adescato una bambina di 10 anni su TikTok chiedendogli il suo numero di telefono.
Una volta che la bambina gli ha fornito il suo numero, ha proceduto a contattarla su WhatsApp chiedendole delle foto a contenuto erotico.
Premesso che occorrerebbe comprendere cosa la bambina abbia capito, la piccola non l’ha fatto e non ha inviato nulla al 22enne.
Ma il ragazzo dai bollenti e “pedofili” spiriti ha inviato alla bambina dei contenuti in cui veniva ritratto nudo e senza veli in atteggiamenti hard.
La cosa è continuata per 6 giorni, ma poi la mamma della bambina è intervenuta denunciando il fatto alle autorità. I fatti sono accaduti tra fine giugno ed inizio luglio del 2020.
Risulta quindi fondamentale per tutti i genitori che offrono smartphone e tablet ai loro figli, predisporre tali device di un software di “parental control” oltre a monitorare costantemente le loro chat e le loro attività online.
Occorre far capire loro, senza entrarci in conflitto, che non si tratta di “sfiducia” nei loro confronti, ma si tratta di protezione contro i malintenzionati e che come un cattivo si può incontrare per strada, un cattivo è possibile incontrarlo anche su internet.
Prestiamo quindi sempre massima attenzione.
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