Red Hot Cyber
Condividi la tua difesa. Incoraggia l'eccellenza. La vera forza della cybersecurity risiede nell'effetto moltiplicatore della conoscenza.
Cerca
970x20 Itcentric
2nd Edition GlitchZone RHC 320x100 2
Perché un Data Breach fa bene! Riflessioni e provocazioni per una Italia che deve ripartire

Perché un Data Breach fa bene! Riflessioni e provocazioni per una Italia che deve ripartire

Massimiliano Brolli : 20 Marzo 2023 07:45

Oggi esiste una letteratura sterminata su quelle che sono le buone pratiche di sicurezza informatica. Oltre a molte normative e direttive che ci hanno insegnato importanti lezioni su come implementare e controllare una buona postura cyber.

All’interno delle grandi organizzazioni, abbiamo il terrore delle sanzioni. Quella parte delle normative che ci informa che se non fai le cose bene, una pesante mannaia sarà pronta ad agire verso portafoglio e persone.

Alle volte mi viene chiesto un parere su tutto questo. Soprattutto su come siamo messi noi a livello paese nell’applicazione di queste regole. Oggi vorrei approfondire questo argomento facendo una provocazione, raccontando il perché in certi casi un “sano” data breach, è qualcosa di straordinario.

La magia del Data Breach


RHC0002 CTIP Corso Dark Web Cyber Threat Intelligence

Vuoi diventare un esperto del Dark Web e della Cyber Threat Intelligence (CTI)?
Stiamo per avviare il corso intermedio in modalità "Live Class" del corso "Dark Web & Cyber Threat Intelligence". 
A differenza dei corsi in e-learning, disponibili online sulla nostra piattaforma con lezioni pre-registrate, i corsi in Live Class offrono un’esperienza formativa interattiva e coinvolgente.  
Condotti dal professor Pietro Melillo, le lezioni si svolgono online in tempo reale, permettendo ai partecipanti di interagire direttamente con il docente e approfondire i contenuti in modo personalizzato.
Questi corsi, ideali per aziende, consentono di sviluppare competenze mirate, affrontare casi pratici e personalizzare il percorso formativo in base alle esigenze specifiche del team, garantendo un apprendimento efficace e immediatamente applicabile. 
Guarda subito l'anteprima gratuita del corso su academy.redhotcyber.com
Contattaci per ulteriori informazioni tramite WhatsApp al 375 593 1011 oppure scrivi a [email protected]


Supporta Red Hot Cyber attraverso: 

  1. L'acquisto del fumetto sul Cybersecurity Awareness
  2. Ascoltando i nostri Podcast
  3. Seguendo RHC su WhatsApp
  4. Seguendo RHC su Telegram
  5. Scarica gratuitamente “Byte The Silence”, il fumetto sul Cyberbullismo di Red Hot Cyber

Se ti piacciono le novità e gli articoli riportati su di Red Hot Cyber, iscriviti immediatamente alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo. La newsletter generalmente viene inviata ai nostri lettori ad inizio settimana, indicativamente di lunedì.

La sicurezza informatica, per quelli che non fanno sicurezza informatica, è una gran rottura di scatole, diciamocelo. Questo perché siamo ancora molto lontani dall’effetto “cintura di sicurezza” o “casco motociclistico”, dove l’importanza di un’azione è stata percepita, compresa e “stampata” all’interno del DNA delle persone.

Siamo molto indietro, è vero, ma ci stiamo lavorando da anni. Ma va da se che paragonare la “morte “commare secca” ad un data breach, è qualcosa di ben diverso

Il problema è che avvengono costantemente cose terribilmente paradossali negli incidenti informatici che non sono motivabili da un “accidentalità” dovuta ad un’alta sofisticazione di un “attacco di rilievo”. Pertanto occorre fare delle giuste considerazioni e dire una cosa che a molti non piacerà.

Permettetemi di fare questa provocazione: per fortuna che ci sono i Data Breach!

Soprattutto quelli denunciati che creano grossi e grandi problemi all’interno delle aziende, in quanto ce ne sono un’infinità di quelli che sfuggono sotto i tappeti. Quelli che non sono stati mai portati all’attenzione.

Molti motivi sono tutti italiani, come ad esempio “ce la siamo scampata”, oppure “meno male che non se ne sono accorti”, o meglio ancora “ci hanno bucato, ma per fortuna dai log non c’è traccia. Non denunciamo nulla a nessuno!”.

Ci stiamo abituando al data breach, ma non troppo

E’ vero, ci stiamo abituando dannatamente al data breach e le notizie sui giornali non fanno più quella notizia, quello scalpore che facevano prima.

Ma se accadono al “dirimpettaio”, al competitor vicino a noi, psicologicamente avviene qualcosa di straordinario con delle domande pseudo “marzulliane” del tipo: “Vedi? siamo meglio noi”. Ma la considerazione più interessante è la deriva del primo: “cazzo, ma come siamo messi noi?”.

Ma fatemi dire un’altra eresia. permettetemi un’altra riflessione insensata: per fortuna che ci sono i ransomware a doppia raddoppia estorsione. Quelli si che fanno veramente paura.

Perché se paghi o riesci in qualche modo a de-cifrare i tuoi dati: “vabbè, è andato quasi tutto bene”. Ma se non paghi per un qualche motivo e quei dati e la tua proprietà intellettuale piomba direttamente nelle darknet, sono problemi veramente grossi.

Il Video sul canale YouTube di Red Hot Cyber “La magia del Databreach” di Massimiliano Brolli

Dopo il databreach è ora di miglioramenti

Scrissi tempo fa un articolo che riportava che ci sono aziende che hanno fallito per un attacco ransomware o un data breach. Ma in generale, la maggior parte delle aziende dopo un attacco informatico si organizza spendendo tantissimi soldi per avviare miglioramenti o programmi cyber.

Tanti soldi quanti non avrebbero mai pensato di spendere in tutta la loro esistenza sulla cybersecurity, oltre a dover gestire nell’immediato un danno di immagine, le eventuali sanzioni e la delusione dei loro clienti.

Il rischio zero non esiste e l’asimmetria tra bene e male cresce ogni giorno sempre di più, lo sappiamo, ne abbiamo parlato centinaia di volte. Inoltre sappiamo che i criminali informatici se motivati e finanziati, non puoi fermarli in alcun modo. Attenzione, non sto parlando degli “hacker”. Il termine hacker impariamo a conoscerlo prima di usarlo in modo sbagliato.

Ma ovviamente, essere “bucati” per una vulnerabilità di ProxyShell, perchè non è stato aggiornato Microsoft Exchange da 10 mesi è ben diverso che essere violati da Cozy Bear o Lazarus (tanto per dirne due a caso).

Capite benissimo che c’è una grande differenza tra questi due tipi di attacchi a livello di sofisticazione. In Italia di organizzazioni pubbliche e private che purtroppo hanno uno stato così importante di degrado, ce ne sono tantissime e forse a loro farebbe bene un sano databreach.

Perché tanto la cybersecurity la si paga sempre.

Se non la paghi prima, la paghi dopo e il conto molto spesso e tanto, ma tanto più salato.

Immagine del sitoMassimiliano Brolli
Responsabile del RED Team e della Cyber Threat Intelligence di una grande azienda di Telecomunicazioni e dei laboratori di sicurezza informatica in ambito 4G/5G. Ha rivestito incarichi manageriali che vanno dal ICT Risk Management all’ingegneria del software alla docenza in master universitari.

Lista degli articoli
Visita il sito web dell'autore

Articoli in evidenza

Immagine del sito
La Truffa del CEO! l’inganno che sta travolgendo le aziende italiane
Di Redazione RHC - 27/11/2025

Questa mattina Paragon Sec è stata contattata da un’azienda italiana vittima di un nuovo tentativo di frode conosciuto come Truffa del CEO. L’ufficio contabilità ha ricevuto un’e-mail urgente,...

Immagine del sito
Italia: allarme intelligenza artificiale, cliniche e referti falsi circolano online
Di Redazione RHC - 27/11/2025

i ricercatori di Check Point Software, hanno recentemente pubblicato un’indagine sull’aumento delle truffe farmaceutiche basate sull’intelligenza artificiale. È stato rilevato come i criminali ...

Immagine del sito
ENISA assume il ruolo di Root nel programma CVE per la sicurezza informatica europea
Di Redazione RHC - 27/11/2025

L’Agenzia dell’Unione europea per la sicurezza informatica (ENISA) ha assunto il ruolo di Root all’interno del programma Common Vulnerabilities and Exposures (CVE), diventando il principale punt...

Immagine del sito
Tor Browser e Tails OS pronti per il nuovo standard CGO
Di Redazione RHC - 27/11/2025

Il progetto Tor ha annunciato l’introduzione di un nuovo schema di crittografia, chiamato Counter Galois Onion (CGO), destinato a sostituire il precedente metodo Tor1 Relay. L’aggiornamento mira a...

Immagine del sito
Cybersicurezza, l’evoluzione normativa verso la prevenzione infrastrutturale e la crisi di fiducia
Di Paolo Galdieri - 27/11/2025

L’attuale accelerazione normativa in materia di cybersicurezza non è un fenomeno isolato, ma il culmine di un percorso di maturazione del Diritto penale che ha dovuto confrontarsi con la dematerial...