Red Hot Cyber
La cybersecurity è condivisione. Riconosci il rischio, combattilo, condividi le tue esperienze ed incentiva gli altri a fare meglio di te.
Cerca

4 ulteriori azioni per ridurre i danni da ransomware.

Redazione RHC : 14 Giugno 2021 07:00

Sebbene Colonial Pipeline sia un’azienda privata, l’attacco ha chiaramente colpito anche il governo: un’esperienza particolarmente dolorosa che dimostra perché l’IT deve essere considerato parte dell’infrastruttura nazionale che invecchia inesorabilmente e deve essere aggiornata.

I malintenzionati non se ne andranno e le violazioni della sicurezza informatica continueranno ad esporre i dati critici e a chiedere il riscatto. Una strategia per sopravvivere agli attacchi è essenziale e tale strategia deve concentrarsi sulla protezione dei dati in movimento e a riposo.


PARTE LA PROMO ESTATE -40%

RedHotCyber Academy lancia una promozione esclusiva e a tempo limitato per chi vuole investire nella propria crescita professionale nel mondo della tecnologia e della cybersecurity!

Approfitta del 40% di sconto sull’acquisto congiunto di 3 corsi da te scelti dalla nostra Academy. Ad esempio potresti fare un percorso formativo includendo Cyber Threat intelligence + NIS2 + Criptovalute con lo sconto del 40%. Tutto questo lo potrai fruire, dove e quando vuoi e con la massima flessibilità, grazie a lezioni di massimo 30 minuti ciascuna.

Contattaci tramite WhatsApp al 375 593 1011 per richiedere ulteriori informazioni oppure scriviti alla casella di posta [email protected]



Supporta RHC attraverso:


Ti piacciono gli articoli di Red Hot Cyber? Non aspettare oltre, iscriviti alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo.


Ogni organizzazione è vulnerabile agli attacchi ransomware. È facile dire: “Beh, una società di gasdotti non è esattamente una mecca IT, quindi non sarebbe sorprendente apprendere che Colonial non disponeva di tutte le patch aggiornate”. Ma ciò presuppone che un’organizzazione con esigenze IT più complete possa disporre di strategie di sicurezza informatica più sofisticate.

Abbiamo parlato di recente del concetto di zero-trust, per ridurre il rischio informatico collegato ai ransomware e questo è sicuramente un ottimo approccio da seguire oggi, in un periodo dove i collegamenti da remoto sono divenuti lo standard a seguito della pandemia da coronavirus.

La strategia più efficace per proteggersi dagli attacchi ransomware è monitorare continuamente i processi che hanno accesso ai dati sensibili. Il controllo degli accessi e la gestione della crittografia dei dati sono la protezione più efficace, non solo dai ransomware, ma anche da minacce interne, processi non autorizzati, malware e altro ancora.

Ma ci sono quattro aspetti per un buon controllo degli accessi (oltre alle consuete best practices sul ransomware), che dovrebbero far parte del DNA di qualsiasi addetto IT o esperto di sicurezza informatica e sono:

  1. Autenticazione a più fattori. Questo è un must assoluto, perché rende più difficile per un malintenzionato avere accesso alla rete di una azienda e provocare il caos. L’implementazione più aggressiva del controllo degli accessi è, ovviamente, zero trust, che presuppone che qualcuno abbia già ottenuto l’accesso alla rete. Per le organizzazioni che non hanno ancora adottato lo zero trust, l’autenticazione a più fattori è fondamentale per rendere più difficile l’accesso alla rete per gli utenti non autorizzati.
  2. Ridurre la superficie di attacco. Come avvengono in genere gli attacchi? Non sorprende che i download Web di posta elettronica, collegamenti e-mail e altre attività apparentemente innocue siano i maggiori colpevoli. Affrontare queste vulnerabilità richiede la disinfezione di ogni e-mail, ogni file scambiato attraverso la rete e ogni download che arriva in ogni file. Le tecnologie dirompenti di nuova generazione degli aggressori ransomware stanno rendendo sempre più difficile ridurre la superficie di attacco, ma le organizzazioni che non si impegnano realmente questo, si stanno assolutamente esponendo a conseguenze costose e talvolta catastrofiche.
  3. Formazione e responsabilizzazione degli utenti finali. Le superfici di attacco estese vengono sfruttate da semplici errori degli utenti o degli amministratori di sistema, anche quelli che potrebbero considerarsi esperti di sicurezza informatica. Le cattive pratiche di cyber-igiene devono cambiare se le agenzie sperano di ridurre la minaccia di attacchi di ransomware, quindi la formazione della forza lavoro su pratiche informatiche corrette è essenziale. Può sembrare una spesa senza una promessa immediata di restituzione di denaro, ma è anche vero che stare “sotto scacco”, con una richiesta di riscatto ransomware rende la formazione degli utenti uno dei modi più efficaci per ridurre questa minaccia.

  1. Crittografare i dati dell’azienda prima che lo faccia qualcun altro e li tenga in ostaggio. Il ransomware è brillante nel crittografare i sistemi e gli hacker hanno dimostrato di essere implacabili nei loro tentativi di irruzione nelle reti IT. La migliore difesa di una azienda è partire dal presupposto che si verificheranno intrusioni, quindi i dati critici devono essere crittografati e protetti con solide politiche di accesso. I criteri di accesso ai dati possono impedire ai malintenzionati di crittografare file e database. Inoltre, i dati crittografati sono inutili per gli hacker che potrebbero minacciare di esporre dati sensibili se non viene pagato un riscatto.
  2. Ovviamente, questi 4 consigli esulano dalla base delle best practices delle quali abbiamo parlato più volte (come ad es. una buona politica delle password, un costante patch management, una gestione militare dei backup e non aprire mai mail di dubbia provenienza), ma sicuramente possono essere un “Plus” da valutare, in particolare sui nuovi sistemi, dove di fatto è possibile agire e a basso costo fin dall’inizio.

Redazione
La redazione di Red Hot Cyber è composta da un insieme di persone fisiche e fonti anonime che collaborano attivamente fornendo informazioni in anteprima e news sulla sicurezza informatica e sull'informatica in generale.

Lista degli articoli

Articoli in evidenza

Ha 13 anni e ha hackerato Microsoft Teams! La storia di Dylan, uno tra i più giovani bug hunter

A soli 13 anni, Dylan è diventato il più giovane ricercatore di sicurezza a collaborare con il Microsoft Security Response Center (MSRC), dimostrando come la curiosità e la perseveranza...

Truffe e Schiavitù Digitali: La Cambogia è la Capitale Mondiale della Frode Online

Secondo un nuovo rapporto del gruppo per i diritti umani Amnesty International, pubblicato dopo quasi due anni di ricerche sulla situazione, la Cambogia resta un punto caldo sulla mappa mondiale della...

Dopo aver criptato mezzo mondo, Hunters International chiude! Distribuito gratuitamente il Decryptor

Hunters International, il gruppo responsabile di uno dei più grandi attacchi ransomware degli ultimi anni, ha annunciato ufficialmente la cessazione delle sue attività. In una dichiarazione ...

Da AI white ad AI black il passo è breve. Nuovi strumenti per Script Kiddies bussano alle porte

I ricercatori di Okta  hanno notato che aggressori sconosciuti stanno utilizzando lo strumento di intelligenza artificiale generativa v0 di Vercel per creare pagine false che imitano qu...

Se è gratuito, il prodotto sei tu. Google paga 314 milioni di dollari per violazione dei dati agli utenti Android

Google è al centro di un’imponente causa in California che si è conclusa con la decisione di pagare oltre 314 milioni di dollari agli utenti di smartphone Android nello stato. Una giu...