Red Hot Cyber
Condividi la tua difesa. Incoraggia l'eccellenza. La vera forza della cybersecurity risiede nell'effetto moltiplicatore della conoscenza.
Cerca
TM RedHotCyber 970x120 042543
Banner Ransomfeed 320x100 1

Autore: Stefano Gazzella

GDPR: fra il dire e il fare c’è di mezzo… l’accountability!

Accountability, bestia strana. Viene citata dal 2016, quando il GDPR era un po’ come l’Inverno di Game of Thrones. Che poi in realtà è arrivato ma non è stato tutta questa confusione, il grosso dei danni l’hanno fatto per lo più operatori e, soprattutto, autorità di controllo che non si sono dimostrate granché pronte. Ma acqua passata non macina più, ma ha comportato dei gap cognitivi niente male. Primo fra tutti intendere – o concordare – che cosa si intende con quel principio cardine di accountability o responsabilizzazione. Che già a colpo d’occhio dovrebbe richiamare un’assunzione di responsabilità, l’interiorizzazione di una tendenza

Disciplinare la posta elettronica prima per non pentirsi dopo

La gestione della casella di posta elettronica dei dipendenti è un argomento spesso trascurato da parte delle organizzazioni, nonostante lo strumento dell’e-mail sia largamente impiegato e comporti rilevanti impatti su privacy e security. Per quanto strumento di lavoro, infatti, una casella di posta elettronica individuale (e dunque: nominale e attribuita ad un singolo operatore) è considerata domicilio digitale del dipendente e, di conseguenza, richiede una ragionevole protezione a tutela di diritti, libertà fondamentali e dignità degli interessati coinvolti negli scambi delle comunicazioni (intestatario e soggetti terzi). Questa complessità, riconosciuta non solo dalla giurisprudenza ma anche dalle autorità di controllo per quanto riguarda

Questo ennesimo articolo “contro” ChatControl sarà assolutamente inutile?

Avevamo già parlato della proposta di regolamento “ChatControl” quasi due anni fa, ma vista la roadmap che è in atto ci troviamo nell’imbarazzo di doverne parlare nuovamente. Sembra però un déjà vu ma al posto del gatto nero nel corridoio assistiamo all’UE che alternando abbondanti dosi di chine fatali e argomenti fantoccio prosegue nell’allineare il proprio desiderio di tecnocontrollo all’esempio statunitense denunciato ai tempi da Snowden. Probabilmente, per quell’ambizione propria del Vecchio Continente che ancora si crede ancora essere il centro del mondo. Ma veramente possiamo pensare che servirà a qualcosa pubblicare un ennesimo articolo in cui si discetta sull’eccesso di una

Disciplinare l’out-of-office: una buona prassi per le organizzazioni, e non solo.

Quando si parla di sicurezza delle informazioni bisogna prima prendersi un respiro e concepire che bisogna immergersi più a fondo dei sistemi informatici e delle sole informazioni direttamente espresse. Riguarda tutte le informazioni e tutti i sistemi informativi. Quindi bisogna prendere decisamente un bel respiro perché altrimenti è naturale trovarsi con qualche giramento di testa che porta a non considerare quanto viene comunicato a voce, tutto ciò che è possibile dedurre, ad esempio. E se noi siamo in ammanco di ossigeno, chi invece sta progettando un attacco contro di noi – anzi: contro un cluster entro cui malauguratamente siamo inclusi, perché raramente

Data breach: cosa leggiamo nella relazione del Garante Privacy

All’interno della relazione presentata da parte dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali con riferimento all’attività svolta nel 2024, un capitolo è dedicato ai data breach. Saltano all’occhio il numero di notifiche e la particolare frequenza delle violazioni di riservatezza e disponibilità. Non solo: nel 66,6 % dei casi (quindi: 2 su 3), è avvenuta una notifica per fasi con una notifica preliminare e successive notifiche integrative. Doverosa considerazione di metodo: il rapporto riguarda i settori che hanno notificato o per cui sono stati rilevati data breach da parte dell’autorità di controllo. Questo impone pertanto di fare attenzione a non incappare

Il Tribunale dell’Unione Europea “salva” il trasferimento dei dati personali verso gli Stati Uniti. Per ora

Quello dello scorso 1 aprile non era un pesce d’aprile: la prima udienza del caso Latombe c. Commissione, infatti, rinviava alla data del 3 settembre per un giudizio sul ricorso presentato per l’annullamento della decisione di adeguatezza relativa al Data Privacy Framework. Una decisione di adeguatezza è lo strumento giuridico previsto dall’art. 45 GDPR attraverso il quale la Commissione riconosce che un paese terzo o un’organizzazione garantisce un livello di protezione adeguato, anche in relazione a un ambito territoriale o settoriale, consentendo così il trasferimento internazionale dei dati personali senza che debbano ricorrere ulteriori autorizzazioni o condizioni. Con un comunicato stampa la

CISO vs DPO: collaborazione o guerra fredda nelle aziende?

Gestire la sicurezza non è affatto semplice, non è qualcosa di standardizzabile, ma soprattutto non può avvenire a colpi di “soluzioni”. Serve progettazione, analisi e la capacità di avere una visione d’insieme e soprattutto perseguire gli obiettivi di mantenere dati e sistemi ad un livello di sicurezza accettabile. Le cause di crisi più comuni sono lo scollamento fra ciò che si è fatto e ciò che si vorrebbe fare, o ancor peggio ciò che si crede di aver fatto. Insomma: sia l’ipotesi in cui i desiderata non siano raggiungibili in concreto, sia quella in cui ci si illude di essere al sicuro,

Data breach Tea Dating App: 72 mila immagini e oltre 1 milione di messaggi privati

L’app “Tea Dating Advice” ha comunicato un data breach il 25 luglio 2025 che ha coinvolto 72 mila immagini di utenti registrati prima di febbraio 2024, fra cui 13 mila selfie e documenti caricati per la verifica dell’account e 59 mila immagini pubbliche provenienti da post, commenti e messaggi diretti. Kasra Rahjerdi, un ricercatore di sicurezza, ha dato successivamente la notizia secondo cui risultava violato anche un database con 1,1 milioni di messaggi che contengono informazioni identificative (contatti, profili social) e conversazioni dal 2023 ad oggi. La società ha confermato la violazione anche di questo database e che sta svolgendo delle investigazioni

Cyber Italia sotto l’ombrellone! Quel brutto vizio di fotocopiare documenti

Il caso recente dei documenti rubati degli hotel fa pensare a quanti documenti effettivamente circolino nel dark web, nonostante la possibilità di crearne con l’intelligenza artificiale. Questo significa che è più facile ottenerli che crearli. E forse sono anche più utili. Ma forse bisogna riflettere e farsi una domanda dirimente: come mai ne circolano così tanti e tanto facilmente? Insomma: andiamo oltre le facili(ssime) speculazioni sui vari colabrodi di sicurezza che si vedono in giro e vengono ampiamente tollerati. Logica vuole che qualcuno li abbia raccolti e non sia stato in grado di proteggerli. Benissimo: facciamo un passo indietro, skippiamo al momento

L’allarme di Confartigianato: imprese italiane sempre più a rischio di cyberattacchi.

Confartigianato ha pubblicato un comunicato stampa che denuncia una significativo aumento dei reati informatici denunciati dalle aziende italiane, con un aumento del 45,5% tra il 2019 e il 2023. Questo conferma il trend registrato all’interno dell’Unione Europea, che però sembra più occupata a profondersi in dettami di paper security che a promuovere approcci concreti e di responsabilizzazione. Certo, la NIS 2 può essere l’ennesimo occasione di occuparsi di sicurezza informatica ma difficilmente questo può avvenire se non c’è una cultura adeguata a riguardo. Infatti, la propensione che si riscontra nell’esperienza quotidiana è quella che, a fronte di un obbligo normativo, non solo

Categorie