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Autore: Stefano Gazzella

“Abbiamo ricevuto il tuo CV. Scrivimi su WhatsApp”: Il nuovo ed irresistibile Job Offer Scam

Una telefonata da un numero italiano. Una voce registrata che informa circa la ricezione del curriculm vitae e invita a salvare il numero e scrivere su WhatsApp per parlare di un’offerta di lavoro. Si tratta di una truffa che ha un duplice obiettivo: acquisire fraudolentemente i dati personali della vittima, convinta di partecipare ad un processo di selezione, e farla investire successivamente all’interno di una piattaforma di exchange. In alcune varianti di questa truffa, c’è l’invito riguarda l’acquisto di corsi o certificazioni “abilitanti” per il lavoro che si andrà a svolgere o per avere un vantaggio nella selezione. In ogni caso, è

Fake news: studio internazionale rivela che è tutta colpa dell’AI e dell’anonimato online

Il primo report dell’analisi condotta dal progetto McGuffin che ha coinvolto più di 23 Paesi attraverso una task force di indagine coordinata con università e centri studi specialistici, ha confermato un dato allarmante: con lo sviluppo dei LLM, l’allarme fake news è quanto mai attuale e richiede un intervento normativo per regolamentare l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale, l’accesso e la partecipazione ai social network. Uno dei fattori che suscita maggiore preoccupazione è l’anonimato online, che stando agli studi è strettamente correlato con la produzione e diffusione delle fake news. Stando ai dati forniti, il coefficiente di Bloom – che è il principale parametro internazionale

Ma che data breach, mi hanno solo fregato le analisi del sangue!

Si sa, il settore sanitario si conferma essere decisamente fuzzy per quanto riguarda l’aspetto della gestione dei dati personali. Soprattutto quando si parla di sicurezza, pressoché ogni istruttoria del Garante Privacy si trova ad affrontare l’affermazione all’interno delle memorie difensive relative a delle “difficoltà organizzative”. Le quali sono più che comprensibili durante il corso dell’emergenza Covid, ma oramai non è che possono fondare una scusa sempiterna, distorcendo il tempo alla pari di un wormhole a comando simile al buco portatile della ACME. Eppure, il sottotesto drammatico ricorrente è un qui salviamo vite, non c’è tempo per la privacy. Falsa argomentazione, perpetrata per

Innovazione o rispetto delle regole: la falsa dicotomia che svela l’inadeguatezza dell’approccio made-in-EU

Quante volte si sente dire che è impossibile fare innovazione in Europa seguendo le regole? Certamente, i giganti della Silicon Valley hanno tutto l’interesse ad un ragionamento in senso opposto: prima si propone sul mercato la scintillante novità tecnologica, puntando sull’effetto “wow” e prescindendo da ogni regola. Insomma: anarco-capitalismo negli intenti, ma anche la realtà statunitense non tollera alcuni eccessi soprattutto se investono il funzionamento del mercato e i consumatori, tant’è che gli interventi in tema antitrust e la stessa Federal Trade Commission non si può dire che abbia la mano leggera a riguardo. In Europa gli innovatori hanno più volte rappresentato

Cybersecurity in Crisi: Perché le Aziende Hanno Bisogno di Profili Junior per Sopravvivere

Che servano profili junior nella gestione della sicurezza cyber è un fatto che emerge dall’esperienza quotidiana. Le organizzazioni non possono più permettersi di far fronte ai mutamenti di contesto – normativo o tecnologico – continuando a caricare di compiti e responsabilità l’ufficio IT, che spesso è composto da un solo membro con una seniority avanzata. Ma quel che manca non sono le competenze bensì il tempo, dal momento che alle responsabilità si aggiunge inevitabilmente anche la partecipazione a tavoli di lavoro, il contributo alle attività di audit interni, nonché i riscontri alle richieste da parte di uffici compliance o funzioni con ruoli

Digital Security Festival 2024: l’esperienza del presente al servizio del futuro

L’edizione 2024 del Digital Security Festival ha portato i racconti di più esperienze con il comune denominatore della sicurezza cyber in tutto il Nordest, parlando a cittadini, imprenditori e professionisti di come la tecnologia sia – o meglio: debba essere – comunque al servizio dell’uomo. Da qui il tema di “Umanocentrico per natura” che ha saputo caratterizzare 10 incontri in presenza e 4 online. Marco Cozzi, Presidente del Digital Security Festival 2024, si è reso disponibile per un’intervista dopo la conclusione del Festival offrendoci un feedback ma soprattutto un’anteprima del prossimo futuro. Com’è andata la sesta edizione del Digital Security Festival? È

Cybersecurity in Italia: Chi Ha Fatto I Compiti? Scandali e Smanettoni in un Ottobre Torrido del 2024

Si sa, ottobre è il mese europeo della sicurezza cyber. E non solo: i 18 ottobre 2024 è applicabile l’obbligo per tutti i Paesi dell’Unione l’obbligo di recepimento della direttiva NIS 2 con lo scopo di promuovere un livello comune elevato di cybersicurezza. Ironia della sorte, è stato il mese in cui è emerso lo scandalo Equalizer e si parla molto – non sempre in modo avveduto – di accessi abusivi, traffico di dati e cybercriminali. Perché Ciò che Conta è Comprendere le Radici del Problema La vicenda ben potrebbe essere uno spunto per parlare di cybersecurity posture, eppure così non è.

Digital Security Festival 2024: Il design umanocentrico all’innovazione tecnologica

L’edizione 2024 del Digital Security Festival è alle porte: dal 18 ottobre al 8 novembre il tour toccherà 5 province nel Nordest, rinnovando i propositi dell’edizione dello scorso anno per la promozione di una cultura di sicurezza informatica e digitale coinvolgendo esperti di settore e partner fra cui anche Red Hot Cyber. Questa edizione seguirà il fil rouge “Umanocentrico per natura”, volendo riportare – o meglio: ricordare – l’essere umano al centro dell’innovazione tecnologia. Il Direttivo che ha proposto e organizzato l’evento ci ha offerto la possibilità di un’intervista offrendoci alcune anticipazioni. Edizione 2024 DSF: il tema dovrebbe essere l’AI al centro,

DPO a meno di 24 euro l’ora? Se domandare è lecito, rifiutare è doveroso.

Sono trascorsi almeno 6 “anni della privacy” a partire dal 2018 in cui si è parlato della figura del DPO. Probabilmente non in modo corretto, nonostante eventi più o meno altisonanti e per lo più autocelebrativi. Lo dimostrano alcune gare d’appalto, fra cui una recentemente caricata sul MEPA per un servizio di DPO per un Comune, che fa venire in mente epoche romane dei celeberrimi Magazzini MAS per l’approccio a favore del low cost. La richiesta si apre presentando la misura del compenso proposto per l’incarico triennale: il quale ovviamente può essere soggetto a ribassi, per un importo di 15 mila euro

Dopo i reclami di noyb, Meta sospende l’addestramento dell’AI nell’Unione Europea. Quali sono gli scenari futuri?

Secondo la nuova privacy policy di Meta, a partire dal 26 giugno 2024, i dati personali dei post (e non dei commenti) pubblici degli utenti registrati come maggiorenni saranno impiegati per l’addestramento del modello di AI di Meta. Nell’informativa privacy viene riportato che la base giuridica impiegata per tale attività di trattamento è quella del legittimo interesse. Per sviluppare e migliorare l’IA di Meta, nell’area geografica europea e nel Regno Unito ci basiamo sul principio degli interessi legittimi per raccogliere ed elaborare le informazioni personali incluse nelle fonti pubblicamente disponibili e concesse in licenza, nonché le informazioni che le persone condividono nei

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