
Luca Galuppi : 27 Ottobre 2024 10:12
Negli ultimi tempi, il gruppo ransomware Black Basta ha affinato la propria strategia di attacco, portando l’ingegneria sociale su Microsoft Teams per impersonare il supporto IT aziendale e ottenere l’accesso ai dispositivi aziendali. Già noto per aver colpito numerose aziende dal 2022, Black Basta inizia i suoi attacchi con una tecnica subdola: inonda la casella di posta della vittima con migliaia di e-mail apparentemente innocue, come newsletter, conferme di registrazione o notifiche di autenticazione. Questo bombardamento crea caos nella posta della vittima, portando a confusione e frustrazione.
In passato, questa tattica culminava con una telefonata da parte di un falso operatore del supporto IT, che offriva assistenza per risolvere l’inondazione di spam e, approfittando della situazione, induceva la vittima a installare software di controllo remoto, come AnyDesk o Quick Assist, dando ai cybercriminali il pieno accesso al dispositivo e alla rete aziendale. Oggi, tuttavia, Black Basta ha alzato il livello: la nuova fase dell’attacco avviene direttamente su Microsoft Teams, con il gruppo che sfrutta la piattaforma per instaurare un contatto ancora più convincente e personalizzato.
In questa nuova variante dell’attacco, gli hacker si presentano come utenti esterni su Teams, impostando nomi come “securityadminhelper.onmicrosoft.com” o “cybersecurityadmin.onmicrosoft.com” e settando il nome visualizzato come “Help Desk”, spesso centrato per attirare l’attenzione dell’utente. La vittima, già sopraffatta dal flusso di e-mail, riceve ora un messaggio da un “tecnico” del supporto IT, che apparentemente proviene dall’interno dell’organizzazione. In alcuni casi, i cybercriminali inviano anche codici QR, che potrebbero reindirizzare a siti di controllo gestiti dagli attaccanti.
CVE Enrichment Mentre la finestra tra divulgazione pubblica di una vulnerabilità e sfruttamento si riduce sempre di più, Red Hot Cyber ha lanciato un servizio pensato per supportare professionisti IT, analisti della sicurezza, aziende e pentester: un sistema di monitoraggio gratuito che mostra le vulnerabilità critiche pubblicate negli ultimi 3 giorni dal database NVD degli Stati Uniti e l'accesso ai loro exploit su GitHub.
Cosa trovi nel servizio: ✅ Visualizzazione immediata delle CVE con filtri per gravità e vendor. ✅ Pagine dedicate per ogni CVE con arricchimento dati (NIST, EPSS, percentile di rischio, stato di sfruttamento CISA KEV). ✅ Link ad articoli di approfondimento ed exploit correlati su GitHub, per ottenere un quadro completo della minaccia. ✅ Funzione di ricerca: inserisci un codice CVE e accedi subito a insight completi e contestualizzati.
Se ti piacciono le novità e gli articoli riportati su di Red Hot Cyber, iscriviti immediatamente alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo. La newsletter generalmente viene inviata ai nostri lettori ad inizio settimana, indicativamente di lunedì. |
Una volta instaurata la fiducia, i criminali convincono la vittima a eseguire software di controllo remoto come AnyDesk o Quick Assist, o a scaricare payload camuffati da strumenti anti-spam con nomi come “AntispamAccount.exe” o “AntispamConnectUS.exe.” Questi file, però, contengono malware sofisticati per garantire un accesso persistente al dispositivo compromesso. Successivamente, gli attaccanti installano strumenti come Cobalt Strike, sfruttato per muoversi lateralmente nella rete aziendale, elevare i privilegi, rubare dati sensibili e distribuire il ransomware, che blocca l’intera infrastruttura e richiede il pagamento di un riscatto per decriptare i dati.
Per difendersi da attacchi così sofisticati, le organizzazioni devono adottare misure preventive rigorose. Gli esperti consigliano di limitare le comunicazioni con utenti esterni su Microsoft Teams, abilitando le interazioni solo con domini strettamente fidati. È inoltre essenziale attivare la registrazione degli eventi per rilevare tempestivamente eventuali conversazioni sospette e intercettare attività anomale che potrebbero segnalare l’ingresso di un utente malevolo.
Formare i dipendenti a riconoscere le tattiche di social engineering si rivela fondamentale. Attacchi come quello di Black Basta sfruttano l’elemento umano, cercando di ingannare l’utente proprio quando è più vulnerabile. Ecco perché investire in formazione, sensibilizzare i dipendenti sulle possibili minacce e incoraggiare la segnalazione di contatti sospetti può fare la differenza.
Questo attacco mette in luce l’astuzia e la rapidità con cui i cybercriminali aggiornano le loro tecniche, dimostrando che ogni piattaforma di comunicazione aziendale può diventare un vettore di attacco. La sicurezza aziendale oggi deve necessariamente evolversi alla stessa velocità, ricordando che proteggere le persone, oltre che i sistemi, è ormai un requisito essenziale per difendersi dalle minacce del futuro.
Luca Galuppi
L’adozione su larga scala dell’intelligenza artificiale nelle imprese sta modificando in profondità i processi operativi e, allo stesso tempo, introduce nuovi punti critici per la sicurezza. Le a...

L’azienda francese Mistral AI ha presentato la sua linea di modelli Mistral 3, rendendoli completamente open source con licenza Apache 2.0. La serie include diversi modelli compatti e densi con 3, 8...

Nel panorama dei forum underground esistono attori che operano in modo episodico, alla ricerca di un singolo colpo mediatico, e altri che costruiscono nel tempo una pipeline quasi industriale di comp...

Nel contesto odierno, proteggere una rete richiede molto più che impostare una password complessa. Un attacco informatico contro una rete wireless segue un percorso strutturato che evolve dal monitor...

Il DPO, ma anche il consulente privacy, interagisce in modo significativo con il mondo dell’IT. Purtroppo non sempre lo fa in modo corretto, soprattutto perché alcuni falsi miti provocano quel rumo...