
Redazione RHC : 28 Novembre 2024 07:04
Prima del 1994, la maggior parte delle tecnologie di scansione utilizzavano codici a barre unidimensionali in grado di memorizzare solo fino a 80 caratteri alfanumerici. Denso Wave ha creato i primi codici QR, aumentando la capacità a 7.000 caratteri digitali o 4.300 alfanumerici.
Uno studio di Cisco Talos ha dimostrato che i filtri antispam sono praticamente impotenti contro i codici QR dannosi perché non sono in grado di riconoscerne la presenza nelle immagini. Le statistiche mostrano che, sebbene i codici QR appaiano solo in una e-mail su 500, uno scioccante 60% di essi contiene spam o malware.
Questa nuova tipologia di frode è ancora molto giovane. Si chiama “quishing“. Gli aggressori creano siti Web falsi che imitano risorse legittime e inseriscono codici QR in luoghi pubblici. Ad esempio, ci sono stati casi in cui qualcuno ha posizionato adesivi QR sui parchimetri che reindirizzano le vittime a sistemi di pagamento falsi.
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Le e-mail con codici QR mascherati da richieste di autenticazione a due fattori sono lo stratagemma più comune. I truffatori li usano per rubare credenziali. Quando un codice QR viene scansionato da un dispositivo mobile, tutto il traffico successivo tra la vittima e l’aggressore passa attraverso la rete cellulare, aggirando i sistemi di sicurezza aziendali.
Nonostante la quota relativamente piccola di tali email (0,1-0,2% del volume totale), finiscono molto più spesso nella casella di posta, aggirando i filtri antispam. Inoltre, i truffatori ingegnosi hanno imparato a creare codici QR utilizzando i caratteri Unicode, rendendoli ancora più difficili da rilevare. I metodi tradizionali per neutralizzare i collegamenti dannosi, come la sostituzione del protocollo “http” con “hxxp” o l’aggiunta di parentesi all’URL, funzionano molto peggio in questo caso.
Esistono modi per rendere i codici QR sicuri da visualizzare, ad esempio mascherando i moduli dati o rimuovendo uno o più modelli di posizione (grandi quadrati agli angoli del codice). Questi trucchi però non sono chiari a tutti e non si sono ancora diffusi.
Una minaccia separata è rappresentata dalla cosiddetta “QR art”, immagini in cui il codice è mascherato da una normale immagine. Un utente potrebbe accidentalmente scansionarlo con una fotocamera e fare clic su un collegamento dannoso senza nemmeno rendersene conto.
Gli analisti di Cisco Talos consigliano di usare la stessa cautela durante la scansione dei codici utilizzata quando si fa clic su collegamenti sospetti. Per chi li utilizza regolarmente, esistono appositi decoder online che consentono di pre-controllare il contenuto.
Ricorda: la semplicità e la comodità delle tecnologie QR non dovrebbero mettere in secondo piano la necessità di rispettare le regole basilari di sicurezza digitale.
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