
Leggevo l’articolo “Telling users to ‘avoid clicking bad links’ still isn’t working” a cura del NCSC, National Cyber Security Centre, inglese, che pone l’accento sul fatto che, a quanto pare, insegnare agli utenti a non cliccare sulle mail di phishing non sta funzionando.
Le immagini in questo articolo rappresentano alcuni tentativi di phishing reali che mi sono arrivati. Le aziende proprietarie dei loghi sono del tutto estranee a tali mail, anche loro vittime dei tentativi di truffa perpetrati dai cybercriminali.
“One example is advising users not to click on bad links. Users frequently need to click on links from unfamiliar domains to do their job, and being able to spot a phish is not their job. The NCSC carries out and reviews red team operations, and a common observation is that red teamers (and indeed criminals or hostile states) only need one person to fall for a ruse for an attacker to access a network.”

Christmas Sale -40% 𝗖𝗵𝗿𝗶𝘀𝘁𝗺𝗮𝘀 𝗦𝗮𝗹𝗲! Sconto del 𝟰𝟬% 𝘀𝘂𝗹 𝗽𝗿𝗲𝘇𝘇𝗼 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗽𝗲𝗿𝘁𝗶𝗻𝗮 del Corso "Dark Web & Cyber Threat Intelligence" in modalità E-Learning sulla nostra Academy!🚀
Fino al 𝟯𝟭 𝗱𝗶 𝗗𝗶𝗰𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲, prezzi pazzi alla Red Hot Cyber Academy. 𝗧𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗶 𝗰𝗼𝗿𝘀𝗶 𝘀𝗰𝗼𝗻𝘁𝗮𝘁𝗶 𝗱𝗲𝗹 𝟰𝟬% 𝘀𝘂𝗹 𝗽𝗿𝗲𝘇𝘇𝗼 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗽𝗲𝗿𝘁𝗶𝗻𝗮.
Per beneficiare della promo sconto Christmas Sale, scrivici ad [email protected] o contattaci su Whatsapp al numero di telefono: 379 163 8765.
Se ti piacciono le novità e gli articoli riportati su di Red Hot Cyber, iscriviti immediatamente alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo. La newsletter generalmente viene inviata ai nostri lettori ad inizio settimana, indicativamente di lunedì. |
Riceviamo continuamente mail che contengono link da cliccare, anche del tutto legittime. Certo, ne ricevo anche di farlocche, tentativi di phishing attraverso mail o sms che pretendono di indurmi a cliccare sul link malevolo per evitare una scadenza improvvisa, sbloccare una spedizione ferma in dogana, impedire il blocco del conto corrente o chissà cos’altro.
Il phishing più “sbracato” lo riconosco quasi subito e quelle plausibili (talvolta arriva anche del phishing fatto troppo bene…) si meritano comunque un ulteriore approfondimento.

Ma è il mio lavoro e ho le competenze per sapere come analizzare una mail e capire se un link è malevolo o meno.
Possiamo pretendere che tutti, dalla segretaria al contabile al CEO, abbiano queste competenze? Temo di no.

Attraverso la formazione e il training possiamo insegnare agli utenti alcune strategie per evitare di cadere nel phishing, come ad esempio non cliccare sui link inviati via mail, verificare sempre la URL del modulo dove inseriamo le credenziali e via dicendo.
Tuttavia, come conferma anche l’articolo in apertura, talvolta è sufficiente che un solo dipendente cada nel tranello per compromettere una intera organizzazione.
Un rischio un po’ troppo alto, non pensate?
Purtroppo, non possiamo evitare che un utente riceva le mail. E tra quelle mail potrebbe sempre esserci una mail malevola, magari ben confezionata, che causa la compromissione di qualche dato o qualche credenziale. E quelle credenziali potrebbero essere la chiave di accesso del cybercriminale alla rete aziendale (penso alle credenziali di un accesso VPN, oppure ad una mailbox dove, tra le mail, vi sono altre credenziali o istruzioni di accesso…), con tutte le conseguenze che ben conosciamo.

E’ pertanto indispensabile, in ossequio al famoso modello del formaggio svizzero, adottare una serie di contromisure per limitare sia l’accadere dell’errore che le sue conseguenze.
E’ anche necessario che all’interno dell’azienda/istituzione venga stimolata una adeguata “cultura della segnalazione“, dove gli utenti vengono invitati a segnalare le mail sospette o di cui non sono sicuri, prima di procedere ad ulteriori azioni.
Anche mettere a proprio agio gli utenti nel caso di un errore è importante: un incidente informatico è più facilmente mitigabile se si interviene in tempi rapidi. La paura di un rimprovero da parte della vittima potrebbe causare spiacevoli (e costosi) ritardi nell’esecuzione delle procedure di mitigazione e recovery.
Seguici su Google News, LinkedIn, Facebook e Instagram per ricevere aggiornamenti quotidiani sulla sicurezza informatica. Scrivici se desideri segnalarci notizie, approfondimenti o contributi da pubblicare.

HackingIl team AI Research (STAR) di Straiker ha individuato Villager, un framework di penetration testing nativo basato sull’intelligenza artificiale, sviluppato dal gruppo cinese Cyberspike. Lo strumento, presentato come soluzione red team, è progettato per automatizzare…
InnovazioneIl confine tra Cina e Vietnam avrà presto nuovi “dipendenti” che non hanno bisogno di dormire, mangiare o fare turni. L’azienda cinese UBTech Robotics ha ricevuto un contratto da 264 milioni di yuan (circa 37…
CulturaLa cultura hacker è una materia affascinante. E’ una ricca miniera di stravaganti innovazioni, genialità ed intuito. Di personaggi bizzarri, di umorismo fatalista, di meme, ma soprattutto cultura, ingegneria e scienza. Ma mentre Linux ha…
CybercrimeAll’interno di un forum underground chiuso, frequentato da operatori malware e broker di accesso iniziale, è comparso un annuncio che ha attirato l’attenzione della comunità di cyber threat intelligence. Il post promuove “NtKiller”, una presunta…
Cyber ItaliaMentre la consapevolezza sulla cybersicurezza cresce, il mercato nero dei dati personali non accenna a fermarsi. Un recente post apparso su un noto forum frequentato da criminali informatici in lingua russa, scoperto dai ricercatori di…