
Luca Stivali : 25 Agosto 2025 08:25
A cura di Luca Stivali, Roland Kapidani e Silvia Felici.
Negli ultimi giorni si è acceso un dibattito attorno alla fuga di dati che ha coinvolto numerose strutture alberghiere italiane. Ne abbiamo già parlato su Red Hot Cyber, ma le evoluzioni non si sono fatte attendere.
Dopo la pubblicazione del nostro articolo, la redazione è stata contattata da un servizio IT di una delle strutture colpite: da quel confronto sono emerse conferme importanti e nuove informazioni che ci hanno permesso di condurre attività di Cyber Threat Intelligence (CTI) e di ricostruire meglio la dinamica degli eventi.
Christmas Sale -40% 𝗖𝗵𝗿𝗶𝘀𝘁𝗺𝗮𝘀 𝗦𝗮𝗹𝗲! Sconto del 𝟰𝟬% 𝘀𝘂𝗹 𝗽𝗿𝗲𝘇𝘇𝗼 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗽𝗲𝗿𝘁𝗶𝗻𝗮 del Corso "Dark Web & Cyber Threat Intelligence" in modalità E-Learning sulla nostra Academy!🚀
Fino al 𝟯𝟭 𝗱𝗶 𝗗𝗶𝗰𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲, prezzi pazzi alla Red Hot Cyber Academy. 𝗧𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗶 𝗰𝗼𝗿𝘀𝗶 𝘀𝗰𝗼𝗻𝘁𝗮𝘁𝗶 𝗱𝗲𝗹 𝟰𝟬% 𝘀𝘂𝗹 𝗽𝗿𝗲𝘇𝘇𝗼 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗽𝗲𝗿𝘁𝗶𝗻𝗮.
Per beneficiare della promo sconto Christmas Sale, scrivici ad [email protected] o contattaci su Whatsapp al numero di telefono: 379 163 8765.
Se ti piacciono le novità e gli articoli riportati su di Red Hot Cyber, iscriviti immediatamente alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo. La newsletter generalmente viene inviata ai nostri lettori ad inizio settimana, indicativamente di lunedì. |
Fin dall’inizio avevamo ipotizzato che l’esfiltrazione dei documenti non fosse legata ai sistemi interni dei singoli hotel, ma piuttosto a un servizio SaaS centralizzato.
Questa ipotesi si è rivelata fondata:
Dalle nostre analisi emerge con forte probabilità che l’attacco non sia partito da sofisticati exploit, ma da campagne mirate di phishing: email ben confezionate, spesso camuffate da conferme di prenotazioni o arrivi imminenti, hanno indotto il personale a scaricare ed eseguire file malevoli.
Da lì, gli infostealer hanno fatto il resto: raccolta delle credenziali, esfiltrazione e successiva vendita nei marketplace underground.
C’è però un ulteriore elemento che complica la vicenda. Tra le credenziali circolanti nel dark web non figurano soltanto account appartenenti agli hotel clienti, ma anche un utente riconducibile al personale IT della piattaforma SaaS stessa.
Se confermato, questo significherebbe che gli attaccanti avrebbero potuto disporre non solo di accessi operativi dei clienti, ma anche di credenziali interne, con potenziali privilegi ben più estesi. Uno scenario che apre interrogativi inquietanti sul livello di sicurezza complessivo dell’infrastruttura.
Un ulteriore punto critico riguarda la sicurezza degli accessi: dalle informazioni raccolte sembra che misure come l’autenticazione a due fattori siano disponibili solo per i pannelli di gestione più avanzati, ma non per l’interfaccia operativa utilizzata quotidianamente dal personale.
Si tratta di un limite che, se confermato, renderebbe ancora più semplice per un attaccante sfruttare credenziali rubate senza dover superare ulteriori barriere di sicurezza.
Questa vicenda conferma ciò che in molti già sospettavano: il vero tallone d’Achille oggi non sono i sistemi, ma le persone e le loro credenziali:
Questa vicenda è l’ennesima conferma che la cybersicurezza non può limitarsi alla tecnologia: antivirus, EDR/XDR, firewall e buone pratiche restano fondamentali, ma da soli non bastano.
Serve anche un’attività costante di intelligence, capace di monitorare i marketplace del dark web, intercettare le credenziali rubate e fornire segnali di allarme prima che diventino veri e propri incidenti.
Luca Stivali
Cloudflare ha registrato un’interruzione significativa nella mattina del 5 dicembre 2025, quando alle 08:47 UTC una parte della propria infrastruttura ha iniziato a generare errori interni. L’inci...

Una campagna sempre più aggressiva, che punta direttamente alle infrastrutture di accesso remoto, ha spinto gli autori delle minacce a tentare di sfruttare attivamente le vulnerabilità dei portali V...

Dietro molte delle applicazioni e servizi digitali che diamo per scontati ogni giorno si cela un gigante silenzioso: FreeBSD. Conosciuto soprattutto dagli addetti ai lavori, questo sistema operativo U...

Molto spesso parliamo su questo sito del fatto che la finestra tra la pubblicazione di un exploit e l’avvio di attacchi attivi si sta riducendo drasticamente. Per questo motivo diventa sempre più f...

Dal 1° luglio, Cloudflare ha bloccato 416 miliardi di richieste da parte di bot di intelligenza artificiale che tentavano di estrarre contenuti dai siti web dei suoi clienti. Secondo Matthew Prince, ...