
La Federal Aviation Administration (FAA) statunitense è tornata sotto i riflettori dopo che il suo direttore, Chris Rochelot, ha ammesso che parti fondamentali del sistema di controllo del traffico aereo statunitense sono ancora legate alla tecnologia del secolo scorso. Nel 2025, l’agenzia continua a utilizzare floppy disk, strisce di carta e persino cavi telefonici in rame in processi critici.
Durante un’audizione di bilancio della Commissione Stanziamenti della Camera, Rochloe ha cercato di spiegare come la FAA intende passare alla tecnologia moderna. Ha affermato che ciò comporta un aggiornamento completo dei sistemi, che include il passaggio dal rame alla fibra ottica e la sostituzione di radar e componenti infrastrutturali obsoleti. Ma tutto ciò richiede tempo e denaro.
I membri del Congresso erano particolarmente preoccupati per il fatto che alcuni cartografi aerei – il personale responsabile dell’aggiornamento delle carte nautiche e dei diagrammi – si fossero già dimessi o stessero pianificando di farlo. Invece di sostituire urgentemente il personale, la FAA intende ridistribuire le responsabilità tra il personale rimanente e ottimizzare i processi. In particolare, ciò comporta la conversione delle operazioni cartacee in formato elettronico.
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Nel frattempo, l’esperienza dimostra quanto sia vulnerabile il sistema attuale. Il recente guasto all’aeroporto di Newark-Liberty, dove un cavo in rame danneggiato ha messo fuori uso i sistemi radar e di comunicazione, è stata una chiara dimostrazione dei rischi. Centinaia di voli hanno subito ritardi o cancellazioni e l’incidente ha richiesto un’urgente revisione delle condizioni tecniche dell’infrastruttura.
Rocheleau ha sottolineato che la transizione alla nuova architettura non sarà né rapida né facile. Solo la scorsa settimana la FAA ha richiesto informazioni alle imprese appaltatrici disposte a partecipare all’aggiornamento. I piani prevedono un passaggio graduale dagli attuali sistemi a quelli nuovi, con test obbligatori per verificarne la stabilità e l’affidabilità.
Il problema dell’obsolescenza delle tecnologie nei sistemi governativi statunitensi ha una lunga storia. Secondo un rapporto di marzo, 105 dei 138 sistemi utilizzati per il controllo del traffico aereo sono considerati “obsoleti” o in condizioni potenzialmente insoddisfacenti. Di questi, 40 avevano più di 30 anni e sei più di 60. Un problema serio rimane la carenza di specialisti in grado di manutenere e riparare apparecchiature non più in produzione.
La situazione è aggravata dalla necessità di gestire in parallelo sistemi vecchi e nuovi durante la transizione. Ciò comporta non solo un aumento dei costi, ma anche un ulteriore onere per il personale. Tuttavia, non dobbiamo aspettarci ancora una completa dismissione delle vecchie tecnologie: saranno sostituite da molti anni di integrazione e test costanti.
Altri paesi stanno affrontando difficoltà simili. Ad esempio, il Regno Unito ha ammesso nel 2025 che molti dei suoi sistemi informatici governativi erano “non aggiornabili” perché non erano più supportati dai produttori. La Germania ha aperto un posto di lavoro l’anno scorso per uno specialista di Windows 3.11 e il Giappone solo di recente ha finalmente eliminato i floppy disk a livello governativo.
L’approccio “se non è rotto, non aggiustarlo” prevale ancora in molte agenzie, ma come dimostra l’esperienza della FAA, il mancato aggiornamento tempestivo non solo aumenta i costi, ma minaccia anche la sicurezza e l’affidabilità dei sistemi. Soprattutto quando sono in gioco migliaia di voli e milioni di vite umane in volo.
L’innovazione tecnologica procede a un ritmo vertiginoso, portando con sé nuove opportunità e soluzioni sempre più efficienti. Tuttavia, questa corsa al progresso ha un rovescio della medaglia: l’obsolescenza tecnologica. Un fenomeno per cui hardware e software, anche se apparentemente funzionanti, diventano rapidamente superati, non più supportati o mantenuti dai loro fornitori originari. Ignorare questa realtà e continuare a utilizzare prodotti obsoleti espone aziende e individui a una serie di rischi gravi e spesso sottovalutati, minacciando la continuità operativa, la compatibilità dei sistemi e l’efficienza complessiva delle infrastrutture IT.
Il rischio più critico derivante dall’uso di tecnologia obsoleta è senza dubbio la sicurezza informatica. Quando un fornitore cessa di rilasciare aggiornamenti e patch di sicurezza, i sistemi diventano vulnerabili ad attacchi. Le falle note, non più corrette, si trasformano in porte aperte per cybercriminali, che possono sfruttarle per attacchi ransomware, furto di dati, installazione di malware e interruzione dei servizi essenziali. Oltre alle minacce dirette, l’obsolescenza comporta anche problemi di compatibilità con le nuove tecnologie, rendendo difficile l’integrazione e l’interoperabilità, e può innescare costi operativi nascosti dovuti a malfunzionamenti frequenti, difficoltà nella reperibilità di ricambi o di personale specializzato per la manutenzione.
Affrontare l’obsolescenza richiede un approccio proattivo e strategico, che vada oltre la semplice reazione alle emergenze. È fondamentale implementare politiche chiare per la gestione del ciclo di vita di hardware e software, prevedendo aggiornamenti e sostituzioni programmate e monitorando costantemente lo stato di supporto dei prodotti in uso e le date di fine vita (End-of-Life – EOL) annunciate dai fornitori. Considerare l’aggiornamento tecnologico non come un costo, ma come un investimento essenziale per la sicurezza, la conformità normativa (come il GDPR), la competitività e la continuità operativa, è l’unico modo per proteggersi dai pericoli di un panorama digitale in continua evoluzione.
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