Emergenza Ransomware AKIRA in Italia. Il report di DarkLab su strumenti, impatti e mitigazioni
Red Hot Cyber
Condividi la tua difesa. Incoraggia l'eccellenza. La vera forza della cybersecurity risiede nell'effetto moltiplicatore della conoscenza.
Cerca
Enterprise BusinessLog 970x120 1
Banner Ransomfeed 320x100 1
Emergenza Ransomware AKIRA in Italia. Il report di DarkLab su strumenti, impatti e mitigazioni

Emergenza Ransomware AKIRA in Italia. Il report di DarkLab su strumenti, impatti e mitigazioni

RHC Dark Lab : 23 Giugno 2025 07:04

La primavera 2025 verrà ricordata come un punto di svolta nella cronaca cyber del nostro Paese. Mentre si susseguono bollettini e comunicati tecnici, un dato emerge in modo lampante: AKIRA è entrato pesantemente in scena nel panorama italiano. E lo ha fatto senza bussare alla porta.

Nel report che pubblichiamo oggi, frutto del lavoro congiunto della nostra community e del sottogruppo DarkLab, specializzato in Cyber Threat Intelligence. Analisi con un taglio tecnico ma operativo sulla nuova campagna offensiva di AKIRA, il ransomware-as-a-service che si è fatto le ossa all’estero ed ora gioca in casa colpendo grandi e medie aziende lungo tutto lo stivale, con una particolare predilezione per il Nord-Est.

Target: l’Italia sotto attacco

Il report prende vita dalla crescente evidenza di un pattern: sempre più organizzazioni italiane, in settori differenti, vengono colpite da attacchi silenziosi, efficaci e rapidissimi. Non c’è phishing, non ci sono exploit zero-day da film hollywoodiano. C’è invece un’elevata automazione, tecniche consolidate e una strategia di accesso iniziale che sfrutta le debolezze delle nostre reti perimetrali. A colpire è proprio questo: la banalità del male informatico.

Il ruolo di BRUTED: uno strumento, più attori


Christmas Sale

Christmas Sale -40%
𝗖𝗵𝗿𝗶𝘀𝘁𝗺𝗮𝘀 𝗦𝗮𝗹𝗲! Sconto del 𝟰𝟬% 𝘀𝘂𝗹 𝗽𝗿𝗲𝘇𝘇𝗼 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗽𝗲𝗿𝘁𝗶𝗻𝗮 del Corso "Dark Web & Cyber Threat Intelligence" in modalità E-Learning sulla nostra Academy!🚀 Fino al 𝟯𝟭 𝗱𝗶 𝗗𝗶𝗰𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲, prezzi pazzi alla Red Hot Cyber Academy. 𝗧𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗶 𝗰𝗼𝗿𝘀𝗶 𝘀𝗰𝗼𝗻𝘁𝗮𝘁𝗶 𝗱𝗲𝗹 𝟰𝟬% 𝘀𝘂𝗹 𝗽𝗿𝗲𝘇𝘇𝗼 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗽𝗲𝗿𝘁𝗶𝗻𝗮.
Per beneficiare della promo sconto Christmas Sale, scrivici ad [email protected] o contattaci su Whatsapp al numero di telefono: 379 163 8765.


Supporta Red Hot Cyber attraverso: 

  1. L'acquisto del fumetto sul Cybersecurity Awareness
  2. Ascoltando i nostri Podcast
  3. Seguendo RHC su WhatsApp
  4. Seguendo RHC su Telegram
  5. Scarica gratuitamente “Byte The Silence”, il fumetto sul Cyberbullismo di Red Hot Cyber

Se ti piacciono le novità e gli articoli riportati su di Red Hot Cyber, iscriviti immediatamente alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo. La newsletter generalmente viene inviata ai nostri lettori ad inizio settimana, indicativamente di lunedì.

Un aspetto cruciale del report è l’analisi dell’impiego del tool BRUTED, sviluppato originariamente da BlackBasta ed ora riutilizzato da affiliati AKIRA. Questo strumento automatizza la scoperta e il brute-forcing su dispositivi perimetrali come VPN, portali RDP e appliance SSL utilizzando tecniche evolute e proxy SOCKS5 per coprirne le tracce.

Le evidenze raccolte includono IP legati storicamente a infrastrutture malevole, come quelli appartenenti ad AS43350 (NFORCE, Paesi Bassi), già citati da CISA. E, sorpresa: tutto porta a credere che BlackBasta, Akira e (forse) Cactus stiano condividendo non solo strumenti, ma anche TTPs.

L’impatto: in meno di 24 ore dal primo accesso all’esfiltrazione

Gli attacchi Akira si sviluppano con una velocità brutale. Meno di 24 ore separano il primo accesso all’infrastruttura dal furto di dati, crittografia massiva e distruzione dei backup. Uno scenario da incubo in cui ogni secondo conta e la mancanza di segmentazione o protezione efficace fa la differenza tra resistere o cadere.

Tra gli strumenti documentati nel report troviamo anche SharpHound, RClone, WinRAR, l’abuso della comsvcs.dll per dump di LSASS/NTDS e tecniche BYOVD per disattivare AV ed EDR. Una sinfonia di TTPs da manuale MITRE ATT&CK.

Per la difesa serve un cambio di passo

Il report si chiude con un corposo elenco di azioni concrete: dal patch management agli honeypot, dal monitoraggio Sysmon al controllo granularizzato tramite AppLocker e WDAC. La chiave non è reagire, ma anticipare.

E ancora: tiered administration per AD, gestione Just-in-Time dei privilegi, backup off-site realmente protetti, simulazioni di risposta incidentale. Il tutto con un monito chiaro: Akira non sceglie le sue vittime in base al fatturato o alla dimensione, ma in base all’esposizione.

Abbiamo messo nero su bianco quanto scoperto: tecniche, IoC, tattiche, strumenti. Il documento è pensato per chi lavora sul campo, per i blue team, per i CISO e per tutti coloro che si trovano oggi a dover gestire una minaccia concreta. Non è un paper da convegno: è una guida per chi deve difendere la trincea.

La conclusione non è (solo) tecnologia, è consapevolezza.

Non si tratta più solo di aggiornare i firewall o abilitare l’MFA. Serve un cambio di cultura: pensare da bersaglio, difendersi come fortezza, reagire come incident responder.

Il tempo delle policy scritte nei cassetti è finito. Con AKIRA alle porte, serve sangue freddo, logica, collaborazione. E magari anche un po’ di quella rabbia costruttiva che ci ha portati a scrivere questo report.

DarkLab è qui. E non molla.

  • akira
  • CTI
  • cyber threat intelligence
  • ransomware
  • sicurezza informatica
  • Threat Actors
Immagine del sitoRHC Dark Lab
RHC Dark Lab è un gruppo di esperti della community di Red Hot Cyber dedicato alla Cyber Threat Intelligence guidato da Pietro Melillo. Partecipano al collettivo, Sandro Sana, Alessio Stefan, Raffaela Crisci, Vincenzo Di Lello, Edoardo Faccioli e altri membri che vogliono rimanere anonimi. La loro missione è diffondere la conoscenza sulle minacce informatiche per migliorare la consapevolezza e le difese digitali del paese, coinvolgendo non solo gli specialisti del settore ma anche le persone comuni. L'obiettivo è diffondere i concetti di Cyber Threat Intelligence per anticipare le minacce.

Lista degli articoli

Articoli in evidenza

Immagine del sito
React Server: Nuovi bug critici portano a DoS e alla divulgazione del codice sorgente
Di Redazione RHC - 12/12/2025

La saga sulla sicurezza dei componenti di React Server continua questa settimana. Successivamente alla correzione di una vulnerabilità critica relativa all’esecuzione di codice remoto (RCE) che ha ...

Immagine del sito
700.000 record di un Registro Professionale Italiano in vendita nel Dark Web
Di Redazione RHC - 11/12/2025

Un nuovo allarme arriva dal sottobosco del cybercrime arriva poche ore fa. A segnalarlo l’azienda ParagonSec, società specializzata nel monitoraggio delle attività delle cyber gang e dei marketpla...

Immagine del sito
L’EDR è inutile! Gli hacker di DeadLock hanno trovato un “kill switch” universale
Di Redazione RHC - 11/12/2025

Cisco Talos ha identificato una nuova campagna ransomware chiamata DeadLock: gli aggressori sfruttano un driver antivirus Baidu vulnerabile (CVE-2024-51324) per disabilitare i sistemi EDR tramite la t...

Immagine del sito
DDoSia e NoName057(16): le indagini di RHC confermate dal Dipartimento di Giustizia USA
Di Redazione RHC - 11/12/2025

Quanto avevamo scritto nell’articolo “Codice Patriottico: da DDoSia e NoName057(16) al CISM, l’algoritmo che plasma la gioventù per Putin” su Red Hot Cyber il 23 luglio scorso trova oggi pien...

Immagine del sito
Supply chain: Notepad++ rafforza la sicurezza dopo un grave incidente di dirottamento del traffico
Di Redazione RHC - 11/12/2025

Notepad++ è spesso preso di mira da malintenzionati perché il software è popolare e ampiamente utilizzato. Una vulnerabilità recentemente scoperta nell’editor di testo e codice open source Notep...