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Falsi Miti: Se non faccio pagamenti o login online, sono davvero al sicuro?

Falsi Miti: Se non faccio pagamenti o login online, sono davvero al sicuro?

RedWave Team : 22 Aprile 2025 08:53

Spesso si pensa che, per evitare i pericoli online, basti non effettuare pagamenti o non inserire credenziali durante la navigazione. Questo approccio, seppur apparentemente prudente, è profondamente sbagliato per diverse ragioni — soprattutto quando si utilizzano reti aperte, come i WiFi pubblici.

Uno: I dati possono essere intercettati comunque

Anche senza compiere azioni “sensibili”, come l’accesso ad account o l’inserimento di carte di credito, i nostri dispositivi e le nostre connessioni trasmettono continuamente dati. Su reti non protette, come quelle WiFi aperte, questi dati possono essere intercettati con estrema facilità. Tra le informazioni più esposte ci sono:

  • Cookie di sessione:
    Piccoli file utilizzati per mantenere l’accesso ai servizi online. Queste informazioni di autenticazione se intercettate, possono permettere a un hacker di accedere ai nostri account senza bisogno di password.
  • Dati di navigazione: Cronologie, preferenze e siti visitati possono essere raccolti e utilizzati per pianificare attacchi futuri o creare profili dettagliati su di noi.

Due: La sicurezza non dipende dal “tipo di traffico”

Come RHC riteniamo un errore grave. affidarsi al presunto basso valore delle proprie attività online:


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“non ho fatto nulla di importante”

Gli attaccanti sfruttano ogni opportunità per accedere alle nostre informazioni e ai nostri dispositivi. Una volta che riescono a infiltrarsi, possono rimanere nascosti per lunghi periodi, raccogliendo dati preziosi e pianificando attacchi più mirati.

Il vero rischio non è solo la perdita di una password, ma il furto della nostra identità digitale.
Questo può tradursi in:

  • Accessi non autorizzati a social, email o piattaforme di lavoro.
  • Frodi a nostro nome (apertura conti, stipula contratti, persino crimini informatici o nella vita reale).
  • Attacchi di tipo spear phishing contro di noi o i nostri contatti personali e aziendali. Sfruttando i dati raccolti per costruire messaggi altamente personalizzati e convincenti.

Noi di RHC lo abbiamo sempre sostenuto..

Come abbiamo sottolineato in diversi articoli pubblicati su Red Hot Cyber, tra cui questi due del 2023:

la cybersecurity non è un singolo strumento o un semplice antivirus, ma un insieme di tecnologie, processi e pratiche progettati per proteggere le reti, i dispositivi e i dati da attacchi informatici, frodi e altre minacce digitali.

A rafforzare questa protezione viene in aiuto l’ICT Risk Management.

Un po’ di prevenzione si chiama… gestione del rischio

Nella vita reale, facciamo ogni giorno scelte per ridurre i rischi: chiudiamo la porta di casa, allacciamo le cinture in auto, evitiamo zone pericolose.

Online dovrebbe funzionare allo stesso modo. Ed è qui che entra in gioco un concetto fondamentale anche per chi non è “del mestiere”:
la gestione del rischio digitale, o come viene chiamata in gergo: ICT Risk Management.

Tradotto in parole semplici, significa:

  • Essere consapevoli dei pericoli quando si è online.
  • Capire cosa potrebbe succedere se qualcosa va storto.
  • Adottare piccoli accorgimenti per evitarlo (come evitare reti aperte e non protette).
  • Controllare ogni tanto se tutto è a posto, aggiornando app, cambiando password o informandosi su nuove truffe in circolazione.

Non dobbiamo essere per forza degli esperti. Spesso e volentieri basta un po’ di buon senso, curiosità e voglia di proteggersi.

Evidenza attraverso il DNS Spoofing

In questo video realizzato da Matteo Brandi, vogliamo dare un’evidenza concreta di quanto sia facile cadere in una trappola digitale quando si naviga senza protezione.

Attraverso una dimostrazione semplice e diretta, il video mostra:

  • Cos’è il DNS Spoofing e come funziona realmente.
  • Come un attaccante può intercettare la tua navigazione e reindirizzarti su un sito falso, anche se pensi di essere al sicuro.
  • Perché anche una semplice connessione a una rete WiFi pubblica può diventare un varco d’ingresso per i cybercriminali.

⚠️ Questo video è realizzato a scopo educativo e di sensibilizzazione sulla sicurezza informatica. NON usare queste informazioni per scopi illeciti!

Autore del video: Matteo Brandi: Esperto di sicurezza informatica con focus sulla defensive cybersecurity, ha conquistato le certificazioni TCM PNPT e CompTIA Security+. Con la sua attività aiuta le PMI a blindare i loro sistemi. Membro del Team HackerHood di RHC, Hacker etico per passione, difensore digitale per missione.

Conclusione

Il rischio digitale non si limita al furto di dati bancari e deve essere sempre valutato in tutte le sue parti. Anche attività che ci sembrano “innocue”, possono esporci a pericoli seri, se fatte su reti non sicure.

Il modo in cui navighiamo, le reti che usiamo, le app che apriamo: tutto conta.

Proteggere la propria identità online oggi è importante quanto proteggere la propria casa.
E il primo passo è una connessione sicura, che è essenziale per proteggere la propria presenza digitale in ogni momento.

In questa serie di articoli vogliamo aumentare la consapevolezza sui reali pericoli delle reti WiFi. Nei prossimi tratteremo altri falsi miti che spesso, invece di proteggerci, ci espongono a pericoli non calcolati.

Essere consapevoli, informati e vigili è il primo e più importante passo verso una reale sicurezza digitale.

Immagine del sitoRedWave Team
RedWave Team è un gruppo di esperti in cybersecurity e reti WiFi della community di Red Hot Cyber, con competenze sia offensive che defensive. Offre una visione completa e multidisciplinare del panorama della sicurezza informatica. Coordinato da Roland Kapidani, Il gruppo è composto da Cristiano Giannini, Francesco Demarcus, Manuel Roccon, Marco Mazzola, Matteo Brandi, Mattia Morini, Vincenzo Miccoli, Pietro Melillo.

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