Redazione RHC : 11 Aprile 2025 20:48
Un uomo di 39 anni è stato condannato a 6 anni e 8 mesi di reclusione per pornografia minorile aggravata e violenza sessuale su minori. Decisive per la sentenza sono state le immagini degli abusi, che lui stesso aveva ripreso e conservato sul proprio computer.
Le violenze si sono consumate tra il 2021 e il 2022, all’interno delle mura domestiche, approfittando dell’assenza della madre delle bambine. Gli inquirenti hanno ricostruito un quadro drammatico, basato su documentazione e testimonianze che hanno confermato la gravità degli atti compiuti dall’uomo.
Le indagini sono scattate dopo la denuncia di una ragazza, che aveva accusato il trentanovenne di abusi subiti quando era minorenne. In quel caso, il procedimento si era concluso con un’assoluzione per insufficienza di prove. Tuttavia, il materiale trovato successivamente sul suo computer ha permesso di riaprire l’inchiesta, portando alla scoperta delle violenze sulle figlie.
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«Il cyberbullismo è una delle minacce più insidiose e silenziose che colpiscono i nostri ragazzi. Non si tratta di semplici "bravate online", ma di veri e propri atti di violenza digitale, capaci di lasciare ferite profonde e spesso irreversibili nell’animo delle vittime. Non possiamo più permetterci di chiudere gli occhi».
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Con la condanna, l’uomo ha perso la responsabilità genitoriale ed è stato colpito dall’interdizione perpetua da qualsiasi incarico che comporti contatti con minori. Una misura necessaria per tutelare le vittime e prevenire il rischio di ulteriori crimini.
Questa tragica vicenda riporta al centro l’urgenza di proteggere e sorvegliare i minori da abusi spesso consumati nell’ambiente familiare, dimostrando quanto il male possa annidarsi proprio dove dovrebbe esserci amore e sicurezza.
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