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La sicurezza informatica nel 2024: le violazioni di dati più gravi e i rischi per le aziende e i cittadini

Sandro Sana : 11 Maggio 2024 07:27

Nell’era digitale, i dati sono una risorsa preziosa, ma anche vulnerabile. Proteggere i dati da possibili violazioni è una sfida sempre più importante per le aziende e i cittadini, che devono affrontare minacce sempre più sofisticate e pericolose. Il 2024 è stato un anno particolarmente critico per la sicurezza informatica, che ha visto alcune delle violazioni di dati più gravi della storia.

MOAB: la madre di tutte le violazioni di dati

Il 2024 è iniziato con un evento di sicurezza informatica senza precedenti, chiamato “Mother of All Breaches” (MOAB), che ha coinvolto 12 terabyte di informazioni e oltre 26 miliardi di record. Si tratta di una delle violazioni di dati più grandi della storia, che ha esposto dati sensibili di miliardi di utenti di piattaforme come LinkedIn, Twitter, Weibo, Tencent e Dropbox.

L’attacco è stato rivendicato da un gruppo di hacker chiamato “The Dark Overlord”, che ha sfruttato una vulnerabilità nel protocollo di autenticazione OAuth 2.0, usato da molte applicazioni web per gestire l’accesso degli utenti. Gli hacker hanno poi messo in vendita i dati rubati sul dark web, richiedendo cifre esorbitanti in criptovalute.

Altre violazioni di dati che hanno scosso il mondo

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Ma MOAB non è stato l’unico attacco informatico che ha scosso il mondo nel 2024. Altre violazioni di dati hanno colpito organizzazioni importanti come Microsoft Azure, Bank of America, il Centro Russo per l’Idrometeorologia Spaziale e il fornitore di servizi digitali della Svezia. Questi attacchi hanno compromesso dati personali, finanziari, sanitari e militari, mettendo a rischio la privacy e la sicurezza di milioni di individui e aziende.

  • Microsoft Azure: il gigante del cloud computing è stato vittima di un attacco informatico che ha violato il suo sistema di storage, esponendo 3,2 terabyte di dati di oltre 600 milioni di clienti. Gli hacker, che si sono fatti chiamare “The Azure Avengers”, hanno usato una tecnica di spear phishing per inviare email fraudolente ai dipendenti di Microsoft, inducendoli a cliccare su link infetti che installavano malware sui loro computer. I malware hanno poi permesso agli hacker di accedere ai dati memorizzati nel cloud, tra cui nomi, indirizzi, numeri di carta di credito, password e documenti riservati.
  • Bank of America: la più grande banca degli Stati Uniti è stata colpita da un attacco informatico che ha sottratto 1,5 terabyte di dati di oltre 200 milioni di clienti. Gli hacker, che si sono identificati come “The Money Makers”, hanno usato una tecnica di credential stuffing per sfruttare le credenziali di accesso rubate da altre violazioni di dati, come quella di MOAB, per entrare nei sistemi della banca. Hanno poi trasferito i dati rubati su server esteri, tra cui nomi, cognomi, codici fiscali, numeri di conto, saldi e movimenti bancari.
  • Centro Russo per l’Idrometeorologia Spaziale: l’ente governativo russo che si occupa di monitorare le condizioni meteorologiche e spaziali è stato bersaglio di un attacco informatico che ha compromesso 800 gigabyte di dati di oltre 50 milioni di utenti. Gli hacker, che hanno dichiarato di appartenere al gruppo “Anonymous”, hanno usato una tecnica di SQL injection per infiltrarsi nel database dell’ente, accedendo a dati come nomi, cognomi, email, numeri di telefono, dati biometrici, dati genetici e dati medici.
  • Fornitore di servizi digitali della Svezia: il principale fornitore di servizi digitali della Svezia, che gestisce le infrastrutture informatiche di molte istituzioni pubbliche e private, è stato vittima di un attacco informatico che ha violato 500 gigabyte di dati di oltre 100 milioni di utenti. Gli hacker, che hanno affermato di appartenere al gruppo “The Nordic Knights”, hanno usato una tecnica di ransomware per criptare i dati del fornitore, chiedendo un riscatto di 100 milioni di euro in bitcoin per rilasciare la chiave di decrittazione. I dati criptati includevano nomi, cognomi, indirizzi, numeri di previdenza sociale, dati fiscali, dati sanitari e dati scolastici.

Le misure di protezione dei dati da adottare

Questi episodi evidenziano la crescente minaccia del cybercrime e la necessità di adottare misure efficaci di protezione dei dati. Tra queste, ci sono le soluzioni antivirus, il cambio frequente delle password, l’autenticazione a due fattori e la crittografia dei dati.

Inoltre, è fondamentale sensibilizzare gli utenti e i dipendenti sui rischi del phishing, del credential stuffing e degli altri metodi usati dai criminali informatici per rubare le credenziali di accesso.

La sicurezza informatica come priorità per le aziende

La sicurezza informatica è diventata una priorità per tutte le aziende, soprattutto quelle che operano nel settore finanziario, sanitario, governativo e spaziale. Queste aziende devono proteggere i loro dati non solo dagli attacchi esterni, ma anche da quelli interni, come quelli causati da errori umani, configurazioni errate o collaboratori infedeli.

Per questo, è essenziale avere una politica di sicurezza informatica chiara e aggiornata, che preveda controlli regolari, audit, backup e piani di emergenza.

La sicurezza informatica come responsabilità dei cittadini

La sicurezza informatica è anche una responsabilità dei cittadini, che devono essere consapevoli dei pericoli di condividere i propri dati online, soprattutto quelli genetici, biometrici o sanitari. Questi dati possono essere usati per scopi illeciti, come il furto di identità, la frode, il ricatto o la discriminazione. Per questo, è importante verificare la reputazione e la trasparenza dei siti web e delle applicazioni che richiedono i nostri dati, e leggere attentamente le condizioni e le politiche sulla privacy.

La sicurezza informatica come sfida globale

La sicurezza informatica è una sfida globale, che richiede la collaborazione tra governi, aziende, organizzazioni e individui. Solo così si potrà contrastare il fenomeno del cybercrime, che costa all’economia mondiale 9,5 trilioni di dollari all’anno e che avviene con una frequenza di un attacco ogni 39 secondi. La sicurezza informatica è un diritto e un dovere di tutti, che va difeso e rispettato per garantire un mondo digitale più sicuro e sostenibile.

Sandro Sana
Membro del gruppo di Red Hot Cyber Dark Lab e direttore del Red Hot Cyber PodCast. Si occupa d'Information Technology dal 1990 e di Cybersecurity dal 2014 (CEH - CIH - CISSP - CSIRT Manager - CTI Expert), relatore a SMAU 2017 e SMAU 2018, docente SMAU Academy & ITS, membro ISACA. Fa parte del Comitato Scientifico del Competence Center nazionale Cyber 4.0, dove contribuisce all’indirizzo strategico delle attività di ricerca, formazione e innovazione nella cybersecurity.

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