Red Hot Cyber
La cybersecurity è condivisione. Riconosci il rischio, combattilo, condividi le tue esperienze ed incentiva gli altri a fare meglio di te.
Cerca
Red Hot Cyber Academy

LockBit: questi difetti potrebbero abbattere la gang ransomware più prolifica di sempre

Redazione RHC : 12 Febbraio 2023 08:45

E se il prossimo obiettivo fosse la banda di ransomware LockBit

Dopo l’annuncio dello smantellamento delle infrastrutture cybercriminali di Hive, a seguito di una spettacolare operazione internazionale guidata dagli Stati Uniti, tutti gli occhi sono puntati su LockBit.

Questa banda, è infatti l’organizzazione più attiva del momento in termini di ransomware. Il ransomware as a service (RaaS), affitta a pagamento l’accesso al suo malware agli affiliati, è riuscito mescolando innovazione, marketing aggressivo e opportunismo, a distinguersi. Il che naturalmente lo rende la priorità informatica per la polizia di tutto il mondo.

Di certo, per Jon DiMaggio, è improbabile un arresto dei capi della banda. Ma per questo esperto di Analyst1, azienda americana specializzata in intelligence sulle minacce informatiche, questi cybercriminali dall’ego sproporzionato e dagli eccessi già noti non sono intoccabili. 

In un affascinante reportage sul funzionamento di LockBit, elenca le falle che un giorno potrebbero far cadere l’organizzazione criminale dal suo piedistallo.

Infiltrazione


Scarica Gratuitamente Byte The Silence, il fumetto sul Cyberbullismo di Red Hot Cyber

«Il cyberbullismo è una delle minacce più insidiose e silenziose che colpiscono i nostri ragazzi. Non si tratta di semplici "bravate online", ma di veri e propri atti di violenza digitale, capaci di lasciare ferite profonde e spesso irreversibili nell’animo delle vittime. Non possiamo più permetterci di chiudere gli occhi». Così si apre la prefazione del fumetto di Massimiliano Brolli, fondatore di Red Hot Cyber, un’opera che affronta con sensibilità e realismo uno dei temi più urgenti della nostra epoca. Distribuito gratuitamente, questo fumetto nasce con l'obiettivo di sensibilizzare e informare. È uno strumento pensato per scuole, insegnanti, genitori e vittime, ma anche per chi, per qualsiasi ragione, si è ritrovato nel ruolo del bullo, affinché possa comprendere, riflettere e cambiare. Con la speranza che venga letto, condiviso e discusso, Red Hot Cyber è orgogliosa di offrire un contributo concreto per costruire una cultura digitale più consapevole, empatica e sicura.

Contattaci tramite WhatsApp al numero 375 593 1011 per richiedere ulteriori informazioni oppure alla casella di posta [email protected]


Supporta RHC attraverso:
  • L'acquisto del fumetto sul Cybersecurity Awareness
  • Ascoltando i nostri Podcast
  • Seguendo RHC su WhatsApp
  • Seguendo RHC su Telegram
  • Scarica gratuitamente "Dark Mirror", il report sul ransomware di Dark Lab


  • Ti piacciono gli articoli di Red Hot Cyber? Non aspettare oltre, iscriviti alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo.


    Innanzitutto, l’indagine di Jon DiMaggio mostra che questa banda può essere infiltrata. Come spiega a The Record, l’analista si è semplicemente candidato per essere un affiliato del gruppo. E alla fine del suo test di valutazione, che è stato inconcludente, è riuscito a rimanere nel loro canale di messaggistica Tox, una specie di Skype crittografato. Ciò ha permesso all’investigatore di Analyst1 di seguire alcuni degli scambi del gruppo. Quindi, affermando di essere un subappaltatore di lingua tedesca, si è impegnato direttamente in una conversazione con LockBitSupp, i presunti capi del gruppo – crede che due persone si stiano probabilmente alternando dietro questo account.

    Tanti elementi accumulati in diversi mesi, con messaggi pubblici postati sui forum dei cybercriminali, che hanno permesso a Jon DiMaggio di individuare alcuni tratti caratteristici. Quindi, per l’esperto, il capo della banda è probabilmente un uomo che vive in Russia o nell’Europa dell’Est e che, in fondo, non è molto felice. E se quest’ultimo afferma di non vivere nel paese di Vladimir Putin e di avere per esempio partecipazioni in due ristoranti di New York, è prima di tutto per coprire le tracce.

    Inimicizie tra i criminali informatici

    Ma l’esperto insiste anche sul narcisismo e sulla sete di vendetta dei criminali di LockBit. Questa ricerca di notorietà è già ben documentata. Il gruppo aveva così lanciato un atipico concorso estivo, nel giugno 2020, destinato a premiare gli approcci innovativi alla pirateria, e pagava anonimi che si tatuavano sulla pelle il nome della banda. Leadership e “buffonate pubbliche” che stancano i criminali informatici, giudica Jon DiMaggio.

    Tanto più che questa voglia di far rumore si concretizza anche sotto forma di campagne diffamatorie lanciate contro i rivali. La banda ha vissuto scontri interni, come testimoniano le polemiche sullo “sviluppatore ubriaco”. 

    Nel settembre 2022, la banda ha attribuito la fuga del codice sorgente del malware a un programmatore con problemi di alcol. Per Jon DiMaggio, questo scienziato informatico in fuga è ora un “obiettivo di alto valore” per le forze dell’ordine, data la sua potenziale conoscenza dei meccanismi interni della banda. Ritiene quindi probabile che l’informatico ei suoi ex leader conoscano le rispettive identità.

    Disinformazione e paranoia

    Non sorprende che la paranoia sia comune tra i criminali informatici, LockBitSupp mette in risalto la sua sfiducia. Sostiene di tenere una fondamentale chiavetta USB in una collana di lana portata al collo, solo per poterla inghiottire velocemente in caso di arresto. Allo stesso modo, avrebbe usato la rete satellitare StarLink per rendere più difficile rintracciarlo.

    Qualunque sia la veridicità di queste affermazioni, impossibili da verificare, ci ricordano che c’è un terreno fertile su cui lavorare. 

    Uno degli assi più promettenti per ostacolare le azioni di LockBit, afferma Jon DiMaggio, sarebbe quindi lavorare sulle paure. Tali “operazioni di guerra dell’informazione, intese a iniettare propaganda e disinformazione nei forum del dark web, spiega in conclusione, potrebbe consentire di seminare discordia tra i criminali informatici e spingerli all’errore.

    Redazione
    La redazione di Red Hot Cyber è composta da un insieme di persone fisiche e fonti anonime che collaborano attivamente fornendo informazioni in anteprima e news sulla sicurezza informatica e sull'informatica in generale.

    Lista degli articoli

    Articoli in evidenza

    Quale E-commerce italiano da 500 ordini/mese a breve griderà “Data Breach”?
    Di Luca Stivali - 27/08/2025

    SinCity torna a far parlare di sé, questa volta mettendo in vendita l’accesso amministrativo a un nuovo shop online italiano basato su PrestaShop. Secondo quanto dichiarato dallo stesso th...

    Buon compleanno Windows 95: 30 anni per un sistema che ha cambiato i PC per sempre!
    Di Redazione RHC - 26/08/2025

    Il 24 agosto 2025 ha segnato i 30 anni dal lancio di Windows 95, il primo sistema operativo consumer a 32 bit di Microsoft destinato al mercato di massa, che ha rivoluzionato in modo significativo il ...

    STAGERSHELL: quando il malware non lascia tracce. L’analisi di Malware Forge
    Di Sandro Sana - 26/08/2025

    All’inizio del 2025 un’organizzazione italiana si è trovata vittima di un’intrusione subdola. Nessun exploit clamoroso, nessun attacco da manuale. A spalancare la porta agli ...

    Nessun Miracolo! L’Università Pontificia Salesiana cade vittima del ransomware
    Di Redazione RHC - 26/08/2025

    Nella notte del 19 agosto l’infrastruttura informatica dell’Università Pontificia Salesiana (UPS) è stata vittima di un grave attacco informatico che ha reso temporaneamente in...

    Stai pianificando il passaggio da Windows a Linux? Allora passa, APT36 è già lì ad aspettarti!
    Di Redazione RHC - 25/08/2025

    APT36, noto anche come Transparent Tribe, ha intensificato una nuova campagna di spionaggio contro organizzazioni governative e di difesa in India. Il gruppo, legato al Pakistan, è attivo almeno ...