Redazione RHC : 27 Marzo 2025 12:53
Gli aggressori hanno introdotto una nuova tattica negli attacchi all’ecosistema npm: due pacchetti dannosi modificano segretamente librerie legittime già installate sul sistema per incorporare una reverse shell e fornire un accesso persistente al sistema della vittima. Anche dopo la rimozione dei pacchetti dannosi, la backdoor continua a funzionare perché è nascosta in una versione modificata di un pacchetto attendibile.
I ricercatori di Reversing Labs hanno studiato le catene di fornitura del software. Sebbene le librerie dannose non siano ancora diffuse, i ricercatori mettono in guardia dal pericolo che rappresentano. Secondo loro, di tanto in tanto su npm compaiono dei malware loader, anche se gli infostealer sono più comuni. In questo caso, però, è stata utilizzata una strategia particolarmente sofisticata per nascondere il payload dannoso, che merita un’attenzione particolare.
I pacchetti scoperti si chiamano “ethers-provider2” e “ethers-providerz”. Il primo di questi, che era ancora disponibile su npm al momento della pubblicazione, si basa sulla popolare libreria “ssh2“. Ma a differenza dell’originale, ha uno script di installazione modificato “install.js”. Una volta caricato, lo script scarica la seconda fase del codice dannoso da una fonte esterna, la esegue e poi la elimina, cercando di non lasciare tracce.
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La seconda fase del malware controlla se il famoso pacchetto “ethers” è installato sul sistema. In caso affermativo, sostituisce il file provider-jsonrpc.js con una versione modificata che contiene malware. Questo codice, a sua volta, si connette all’host remoto, da dove viene caricata la terza fase: una reverse shell completamente funzionale. La sua implementazione si basa su un client SSH modificato che si maschera da comportamento legittimo della libreria ssh2.
La che la rimozione di “ethers-provider2” non rimuove la backdoor: il file infetto nella libreria ethers rimane attivo. Ciò significa che il sistema dell’utente rimane compromesso anche se il modulo dannoso non è più installato.
Il secondo malware, “ethers-providerz”, funziona in modo simile, ma prende di mira un altro modulo popolare: @ethersproject/providers. Inietta inoltre un payload dannoso nella libreria legittima e installa una reverse shell che punta allo stesso indirizzo IP dell’attaccante: 5[.]199[.]166[.]1:31337.
Secondo Reversing Labs, le prime versioni di “ethers-providerz” contenevano errori nei percorsi dei file, che impedivano il funzionamento dell’attacco. Tuttavia, l’autore ha già rimosso il pacchetto da npm, il che potrebbe indicare l’intenzione di migliorarlo e ripubblicarlo. Durante l’indagine, gli esperti hanno anche identificato due pacchetti aggiuntivi, “reproduction-hardhat” e “@theoretical123/providers”, che potrebbero essere correlati alla stessa campagna dannosa.
Per rilevare le minacce, Reversing Labs ha pubblicato regola YARA, progettate per identificare i componenti malware noti. Si consiglia agli sviluppatori di controllare i propri ambienti e di assicurarsi che non vi siano segni di compromissione.
Gli analisti sottolineano l’importanza di controllare il codice sorgente e l’affidabilità degli sviluppatori quando si installano pacchetti da repository pubblici come npm o PyPI. Prestare particolare attenzione al codice offuscato, alle connessioni esterne e alle azioni sospette negli script di installazione.
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