
Ivanti ha rilasciato correzioni per diverse vulnerabilità nei dispositivi Pulse Connect Secure VPN, incluso un problema critico che può essere sfruttato per eseguire codice arbitrario con privilegi di superutente.
Il bug, monitorato attraverso la CVE-2021-22937, è in realtà una soluzione alternativa per una patch rilasciata lo scorso ottobre per un’altra vulnerabilità di esecuzione di codice remoto nell’interfaccia di amministrazione Web di Pulse Connect Secure (CVE-2020 -8260).
“Gli aggressori con questo accesso saranno in grado di aggirare qualsiasi restrizione imposta tramite l’applicazione web, nonché di rimontare il file system, che consentirà loro di creare una backdoor permanente, rubare e decrittografare le credenziali o connettersi alla rete interna”
hanno spiegato esperti del gruppo NCC.
La vulnerabilità CVE-2020-8260 è un problema che un utente malintenzionato può utilizzare per scrivere file eseguibili nella directory /home/runtime/tmp/tt/.
Gli amministratori di Pulse Connect Secure possono importare configurazioni zippate compresse con GZIP e crittografate con la chiave integrate. Un utente malintenzionato può crittografare e decrittografare gli archivi creati per eseguire la sovrascrittura arbitraria dei file quando vengono importati da un amministratore.
La patch per CVE-2020-8260 ha aggiunto il controllo dei file estratti, ma non per il tipo “profiler”.
Pertanto, la correzione potrebbe essere facilmente aggirata per l’esecuzione del codice semplicemente modificando l’exploit originale per utilizzare il tipo di archivio profiler.
CVE-2021-22937 non è l’unica variazione rispetto alla vulnerabilità dello scorso anno.
Nel maggio 2021, Ivanti ha corretto la vulnerabilità CVE-2020-22900 che poteva essere sfruttata per consentire l’esecuzione del codice modificando l’exploit originale per alcuni file CGI.
Il problema CVE-2021-22937 è stato risolto in Pulse Connect Secure versione 9.1R12.
Si consiglia quindi agli utenti di applicare la patch disponibile il prima possibile.
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