Red Hot Cyber

La cybersecurity è condivisione.
Riconosci il rischio, combattilo, condividi le tue esperienze ed 
incentiva gli altri a fare meglio di te.

Cerca

Quantum Computing: occorre iniziare a regolamentarlo prima che sia troppo tardi

Roberto Campagnola : 18 Settembre 2022 09:00

  

L’informatica quantistica potrebbe essere “più pericolosa dell’intelligenza artificiale” se non viene messa in atto una regolamentazione sufficiente intorno alla tecnologia, ha avvertito un eminente accademico. 

Tuttavia, con le macchine quantistiche che stanno già emergendo dai laboratori nel mondo reale, potrebbe essere troppo tardi per regolarne efficacemente l’applicazione.

In un articolo su Foreign Policy Magazine, il professore di giurisprudenza della Stanford University Mauritz Kop ha affermato che è fondamentale imparare dagli errori commessi sulla regolamentazione dell’IA “prima che sia troppo tardi” per controllare l’impatto delle macchine quantistiche. 

Kop sta isolando tecnologie trasformative come l’intelligenza artificiale e quantistica per comprendere l’impatto che avrà sulla società e come dovrebbe essere regolata.

I governi stanno iniziando solo ora ad affrontare la questione della regolamentazione dell’intelligenza artificiale, con l’uso di tale tecnologia già molto diffusa. 

Il governo del Regno Unito quest’anno ha rivelato un quadro che include la limitazione dell’uso biometrico e la pubblicazione dei livelli di rischio e di errore nell’output dei dati. Ciò segue i molteplici casi di pregiudizi riscontrati all’interno delle applicazioni di intelligenza artificiale utilizzate nelle organizzazioni del settore pubblico e privato.

IQM sta costruendo computer quantistici a 5 qubit specifici per attività per clienti nel settore finanziario e medico, dove oggi ha vantaggi rispetto alle macchine classiche (Foto: IQM)
L’industria dei computer quantistici è agli albori ma sta crescendo a un ritmo rapido con macchine da 1.000 qubit previste entro il 2025

I computer quantistici funzionano su una base completamente diversa dalle macchine classiche, con qubit quantistici misurati in più stati anziché solo uno e zero di bit standard. Ciò potrebbe consentire soluzioni rapide a problemi matematici incredibilmente complessi.


Scopri il Quantum Computing nel corso di RHC
“Quantum computing, dalla A alla Z”, il corso sui computer quantistici di RHC. La rubrica di Red Hot Cyber sul quantum computing a cura di Roberto Campagnola. Ci porterà nel mondo della fisica quantistica partendo dalle basi, fino ad arrivare a svolgere piccoli esercizi sulle infrastrutture quantistiche sul#cloud di IBM. Siamo in piena Era digitale, le nostre vite dipendono dai computer oggi come non mai in precedenza, ma una nuova frontiera della tecnologia si sta delineando.

Gli stati multipli significano che i computer quantistici possono aumentare esponenzialmente con ogni nuovo qubit aggiunto alla macchina. La maggior parte delle macchine quantistiche ha oggi tra i cinque ei 20 qubit e le aziende si aspettano 1.000 qubit entro cinque anni e un milione entro un decennio. 

In effetti, potrebbero essere necessari fino a 15 anni prima che il vantaggio quantistico, il punto in cui i computer quantistici possono superare costantemente le loro controparti classiche, venga raggiunto.

Si spera che, oltre a decifrare la crittografia esistente, la tecnologia quantistica verrà utilizzata per creare nuovi materiali senza la necessità di prototipazione, prevedere i futuri cambiamenti climatici con maggiore precisione e modellare nuove combinazioni chimiche per i trattamenti farmacologici.

Sebbene molti finanziamenti vengano riversati nel settore, le odierne start-up di informatica quantistica stanno scommettendo che il loro approccio potrebbe definire il prossimo paradigma informatico, sostiene Todd R. Weiss, un analista che si occupa di informatica quantistica per Futurum Research . “Molte di queste idee non funzioneranno”, dice.

Roberto Campagnola
Laureato in fisica delle particelle, attualmente assegnista di ricerca presso i Laboratori Nazionali di Frascati-INFN e il CERN, si occupa dell’upgrade dell’esperimento CMS – Compact Muon Solenoid per il Large Hadron Collider.