Shakerati Anonimi: la storia di Marco e il "prezzo" della Fiducia
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Shakerati Anonimi: la storia di Marco e il “prezzo” della Fiducia

Shakerati Anonimi: la storia di Marco e il “prezzo” della Fiducia

Redazione RHC  26 Novembre 2025 11:05

Ciao a tutti… mi chiamo Marco, ho 37 anni e lavoro come impiegato amministrativo in uno studio commerciale. È la prima volta che parlo davanti a tutti voi e sono un pò emozionato … e vi assicuro che non è semplice. Ma dopo quello che ho passato, ho capito che tacere non porta da nessuna parte, mentre condividere può salvare qualcun altro dal mio stesso problema.

Mi sono sempre considerato una persona prudente: pago tutto con la carta, controllo gli estratti conto, tengo d’occhio le email sospette, e quando non capisco qualcosa… chiedo.

Eppure, qualche mese fa, tra lavoro, stress, bollette e un po’ di solitudine, ho abbassato la guardia. E qualcuno mi ha colpito proprio nel momento perfetto e ho perso 15.000 euro.

L’inizio di tutto


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Tutto è cominciato con una pubblicità su un social: “Guadagna completando semplici task online – zero rischi, solo profitto”.

Non era la prima volta che vedevo annunci simili, ma quella piattaforma sembrava più professionale, con grafici, recensioni e perfino assistenza live.

Quindi ci penso, ma istintivamente compilo il modulo.

Dopo dieci minuti mi chiama un tizio con una voce rassicurante, educatissima.
Mi spiega che posso iniziare subito con un piccolo versamento: 250 euro.

Li invio.

Nel giro di qualche giorno il “portafoglio” mostrava già +12% di profitto.
Io non ci credevo: “Allora funziona davvero!”.

La spirale

Da lì è iniziata la pressione: task da completare, versamenti sempre più grandi, piccole “missioni” da finire per avere accesso ai bonus.

Ma ogni volta che provavo a prelevare, compariva un messaggio: “Errore. Attendi l’approvazione dell’operatore.”

Oppure: “Prelievo bloccato: è necessario completare un nuovo task.”

Pensavo che era un problema momentaneo.

Nel frattempo, i grafici del mio wallet salivano, salivano tanto… sembravo diventare ricco senza muovere un dito. Ma io quei soldi non li vedevo mai davvero.

Il problema più grande

Per continuare, a un certo punto non avevo più soldi miei.

Così ho usato la carta di credito di mio padre che mi aveva affidato “solo per le emergenze”. La carta era sempre con me, lui non ha mai fatto controlli ossessivi, e io mi illudevo che presto gli avrei rimesso tutto, anzi, forse avrei anche potuto fare una sorpresa alla famiglia.

Ho nascosto questa cosa a tutti. Per lunghi ed interminabili mesi… che stupido che sono stato!

Il colpo di scena

Un giorno, finalmente, decido di fare un prelievo importante: 5.000 euro dal mio “profitto”. Il portale si blocca. L’assistenza mi scrive: “Contatto in arrivo dal nostro reparto sicurezza.”

Mi chiama una signora, molto gentile. Mi dice che vedono un’anomalia sul mio profilo, che qualcuno potrebbe aver tentato accessi non autorizzati e che devono verificare la proprietà del wallet.
Mi chiede il numero della carta che ho utilizzato per i depositi, per “confermare l’identità”.

Gliela do.

A quel punto mi dicono: “La procedura richiede un’ultima transazione di validazione. Poi i fondi saranno sbloccati.” Dopo cinque minuti, vedo l’addebito: 3.000 euro.

Mi precipito a ricaricare la pagina.
Il portafoglio è sparito.
La piattaforma non esiste più.
La chat non risponde.
Il numero è irraggiungibile.

Ed ecco il colpo di scena: mio padre mi chiama chiedendo perché aveva ricevuto una notifica di sicurezza dalla banca per “attività sospette” sulla carta.

Lui non ne sapeva nulla, era caduto dalle nuvole.
La bugia e la truffa sono esplose insieme.

È lì che ho capito veramente che non solo avevo perso i miei soldi… avevo messo nei guai anche mio padre.

Quando mi sono presentato alla polizia postale, avevo il cuore a pezzi.

Non tanto per il denaro perso, ma per la vergogna. Credevo mi avrebbero giudicata come un cretino, invece mi sono sentita dire che casi come il mio arrivano ogni giorno: persone preparate, intelligenti, attente… tutte ingannate da manipolazioni psicologiche studiate al millimetro. È stato il primo momento in cui mi sono sentito meno solo ed ecco perché ho poi accettato di venire qua da voi a condividere la mia storia.

Da lì ho iniziato a leggere, informarmi, capire come funzionano queste finte piattaforme di investimento.

Ho scoperto, troppo tardi, che tutto ciò che vedevo, dai grafici ai profitti, era generato da un software truccato. Nulla era reale. Ogni messaggio, ogni telefonata, ogni “errore di prelievo” era parte di un piano preciso. E più leggevo, più mi chiedevo una sola cosa: come ho potuto cascarci?

Poi ho capito tristemente una cosa: non cadi perché sei stupido. Cadi perché sei un essere umano.

Lesson Learned – Cosa abbiamo imparato

  • Le piattaforme che mostrano profitti immediati e garantiti sono una trappola al 100%.
  • Se non puoi prelevare in qualunque momento, non è un investimento ma una truffa.
  • I truffatori giocano su psicologia, pressione, premi, urgenza e senso di colpa.
  • Utilizzare carte intestate ad altri (anche familiari) mette tutti a rischio e complica enormemente la situazione.
  • Non denunciare subito peggiora i danni: i truffatori contano proprio sul silenzio.
  • Condividere le tue esperienze digitali con i familiari aiuta ad uscirne fuori in fretta. Fallo!

Come prevedere (ed evitare) tutto questo

  • Diffidare di ogni proposta che promette guadagni rapidi e “senza rischio”.
  • Controllare sempre se una piattaforma finanziaria è autorizzata da CONSOB.
  • Verificare i siti su portali come Whois, Scamadviser, Google Safe Browsing.
  • Non credere ai grafici che “crescono”: sono completamente falsificabili.
  • Non condividere codici, carte, screenshot o accessi con nessuno, mai.
  • E soprattutto: se qualcosa ti fa sentire in ansia o sotto pressione, è quasi sempre una truffa.

Genesi dell’articolo

L’articolo è stato ispirato da una truffa reale, condivisa da un utente su Reddit.

A questa persona va tutto il nostro conforto: il suo coraggio nel raccontare ciò che ha vissuto permette ad altri di riconoscere i segnali, proteggersi e imparare dall’esperienza che ha affrontato.

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