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Tag: attacchi DDos

Un impianto idrico “violato” in diretta! L’hacktivism diventa propaganda digitale

A settembre, gli specialisti di Forescout hanno rilevato un attacco mirato al loro server honeypot, che imitava il sistema di controllo di un impianto di trattamento delle acque. Un nuovo gruppo di hacktivisti, TwoNet, che opera in un ambiente associato ad attacchi alle infrastrutture industriali, ha rivendicato la responsabilità dell’attacco. I membri del gruppo hanno avuto accesso all’interfaccia, modificato le impostazioni, eliminato le fonti di dati e disabilitato alcuni processi senza tentare di ottenere il controllo dell’host. L’obiettivo era dimostrare la propria capacità di interferire e poi diffondere l’accusa di “aver dirottato un impianto reale” su un canale Telegram. L’attacco è iniziato

ShadowV2: la nuova botnet MaaS per attacchi DDoS sfrutta i container

Nel contesto di un’attività sempre più criminale, Darktrace ha scoperto una nuova campagna che utilizza la botnet ShadowV2. I ricercatori hanno rilevato attività dannose il 24 giugno 2025, quando sono stati attivati i loro honeypot. Questo sistema si basa su un trojan scritto in Go che trasforma i container cloud di Amazon Web Services compromessi in nodi a tutti gli effetti per attacchi DDoS. ShadowV2 è unico in quanto sfrutta istanze Docker vulnerabili in esecuzione su macchine virtuali AWS EC2. Il primo passo dell’infezione è l’implementazione di un container helper basato su un’immagine Ubuntu, che installa automaticamente gli strumenti necessari. Successivamente, viene

Il Re dei DDoS è qui! 40 secondi a 22,2 terabit mitigati da Cloudflare

Il colosso Cloudflare ha reso noto di aver gestito in autonomia un attacco DDoS (Distributed Denial-of-Service) senza precedenti, il più grande mai visto fino ad ora. L’attacco ipervolumetrico ha raggiunto un picco senza precedenti di 22,2 terabit al secondo (Tbps) e 10,6 miliardi di pacchetti al secondo (Bpps), stabilendo un nuovo e allarmante punto di riferimento per la portata delle minacce informatiche. Tale attacco segnala un’escalation significativa nelle capacità degli attori malintenzionati e delle botnet da loro controllate. Il record precedente era un attacco UDP Flood da 11,5 terabit al secondo. Questo attacco è durato 35 secondi. L’attacco da record si è

Italia sotto attacco DDoS da parte dei filorussi di NoName057(16)? Pochi disservizi

Gli hacker di NoName057(16), da qualche giorno hanno riavviato le loro attività ostili contro diversi obiettivi italiani, attraverso attacchi di Distributed Denial-of-Service (DDoS). Sulla base di quanto osservato, le infrastrutture italiane hanno rafforzato la loro struttura e il periodo di interruzione del servizio è in forte diminuzione rispetto a 2 anni fa, fino quasi ad azzerarsi, grazie all’attuazione di misure contro gli attacchi DDoS e alla crescente consapevolezza che tali attacchi hanno comportato inevitabilmente. Di seguito gli obiettivi rivendicati nella giornata di oggi dal gruppo di hacktivisti: NoName057(16) è un gruppo di hacker che si è dichiarato a marzo del 2022 a supporto della Federazione Russa. Hanno

Il RE dei DDoS! Cloudflare blocca un attacco mostruoso da 11,5 terabit al secondo

Il record per il più grande attacco DDoS mai registrato nel giugno 2025 è già stato battuto. Cloudflare ha dichiarato di aver recentemente bloccato il più grande attacco DDoS della storia, che ha raggiunto il picco di 11,5 Tbps. “Le difese di Cloudflare sono operative senza sosta. Nelle ultime settimane abbiamo bloccato centinaia di attacchi DDoS iper-volume, il più grande dei quali ha raggiunto un picco di 5,1 miliardi di pacchetti al secondo e 11,5 Tbps”, ha affermato Cloudflare. Secondo l’azienda, l’attacco è stato un flood UDP proveniente da diversi provider cloud e IoT, tra cui Google Cloud. I rappresentanti di Cloudflare

RapperBot, la botnet DDoS è stata smantellata e arrestato il presunto sviluppatore

Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha incriminato il presunto sviluppatore e amministratore della botnet DDoS RapperBot, concessa in leasing a criminali informatici. La botnet stessa è stata sequestrata dalle forze dell’ordine all’inizio di agosto nell’ambito dell’operazione PowerOff. RapperBot (noto anche come Eleven Eleven e CowBot) è stato scoperto per la prima volta dagli analisti di Fortinet nell’agosto 2021. All’epoca, si segnalava che la botnet basata su Mirai era attiva da maggio 2021 e aveva infettato decine di migliaia di videoregistratori digitali (DVR) e router. La potenza degli attacchi DDoS effettuati con il suo ausilio variava da 2 a 6 Tbit/s.

La vulnerabilità MadeYouReset in HTTP/2 può essere sfruttata in DDoS potenti

Una vulnerabilità denominata MadeYouReset è stata scoperta in diverse implementazioni HTTP/2. Questa vulnerabilità può essere sfruttata per lanciare potenti attacchi DDoS. I ricercatori di Imperva , Deepness Lab e dell’Università di Tel Aviv scrivono che la vulnerabilità ha ricevuto l’identificatore primario CVE-2025-8671. Tuttavia, il bug interessa prodotti di vari fornitori, molti dei quali hanno già rilasciato i propri CVE e bollettini di sicurezza: Apache Tomcat (CVE-2025-48989), F5 BIG-IP (CVE-2025-54500), Netty (CVE-2025-55163), Vert.x e Varnish. È stato inoltre segnalato che le soluzioni di Mozilla, Wind River, Zephyr Project, Google, IBM e Microsoft sono vulnerabili, il che potrebbe esporre i sistemi vulnerabili a rischi

Conflitto Israele-Iran, una retrospettiva della cyberwarfare del conflitto dei 12 giorni

Il 13 giugno 2025 Israele bombarda un centinaio di obiettivi militari e gli impianti nucleari iraniani di Natanz, Fordow e Isfahan in un raid calcolato nei minimi dettagli. L’operazione “Rising Lion” è concepita e preparata nell’arco di anni con il supporto di droni, spie infiltrate negli alti ranghi dell’esercito iraniano ed intelligenza artificiale. Di tutta risposta,come riporta il Business Insider, nell’arco di 12 giorni la repubblica islamica impiega più di 1000 droni e lancia oltre 550 missili balistici di cui,secondo il Times of Israel, 36 riescono a fare breccia nell’Iron Dome e colpiscono infrastrutture civili e militari israeliane. Gli attacchi generano centinaia

DDoS ancora contro l’Italia. NoName057(16) colpisce altri 6 obiettivi italiani

Gli hacker di NoName057(16) continuano le loro attività ostili contro diversi obiettivi italiani, attraverso attacchi di Distributed Denial-of-Service (DDoS). NoName057(16) è un gruppo di hacker che si è dichiarato a marzo del 2022 a supporto della Federazione Russa. Hanno rivendicato la responsabilità di attacchi informatici a paesi come l’Ucraina, gli Stati Uniti e altri vari paesi europei. Questi attacchi vengono in genere eseguiti su agenzie governative, media e siti Web di società private Che cos’è un attacco Distributed Denial of Service Un attacco DDoS (Distributed Denial of Service) è un tipo di attacco informatico in cui vengono inviate una grande quantità di richieste a un server o a un

Cloudflare: Calo degli attacchi DDoS nel secondo trimestre del 2025, ma aumentano quelli estremi

Cloudflare ha registrato un netto calo degli attacchi DDoS nel secondo trimestre del 2025, bloccandone 7,3 milioni, rispetto ai 20,5 milioni segnalati nel primo trimestre. Nonostante il calo complessivo degli attacchi, la quota di incidenti estremi è aumentata significativamente. Nel secondo trimestre, Cloudflare ha registrato una media di 71 attacchi ipervolumetrici al giorno, portando il totale a oltre 6.500. Questi attacchi, caratterizzati da un’intensità estrema, sono diventati particolarmente evidenti nel contesto del calo generale. Un incidente di questo tipo ha raggiunto il picco di 7,3 terabit al secondo e 4,8 miliardi di pacchetti al secondo in meno di un minuto. Questi picchi

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