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Tag: diritto

L’allineamento dell’intelligenza artificiale: Dove un’AI impara cosa è giusto o sbagliato?

L’altro giorno su LinkedIn mi sono ritrovato a discutere con una persona che si interessava seriamente al tema dell’intelligenza artificiale applicata al diritto. Non era una di quelle conversazioni da bar con buzzword e panico da Skynet: era un confronto vero, con dubbi legittimi.E in effetti, in Italia, tra titoli sensazionalisti e articoli scritti da chi confonde ChatGPT con HAL 9000, non c’è da stupirsi se regna la confusione. Il punto che aveva colpito il mio interlocutore era quello dell’allineamento. “Ma dove impara, un’AI, cosa è giusto e cosa è sbagliato?” Domanda semplice, ma che apre una voragine. Perché sì, l’AI sembra

Dal furto d’immagine ai deepfake: la nuova frontiera della manipolazione digitale

Negli ultimi mesi mi sono trovato più volte a redigere querele per video falsi che circolavano online. Non parliamo soltanto di contenuti rubati e diffusi senza consenso, ma anche di deepfake: filmati nei quali volti noti vengono sovrapposti a corpi estranei, spesso utilizzati per sponsorizzare investimenti finanziari o inseriti in contesti pornografici. Un fenomeno che, purtroppo, non sorprende più per la sua presenza, ma per la rapidità con cui cresce, si diffonde e si perfeziona. Dai siti “amatoriali” ai falsi digitali: un continuum di abusi Chi segue il settore ha appreso di realtà come Mia moglie o Phica. Piattaforme dove l’apparente spontaneità

Cyber War: la guerra invisibile nel cyberspazio che decide i conflitti del presente

Nel cuore dei conflitti contemporanei, accanto ai carri armati, ai droni e alle truppe, si combatte una guerra invisibile, silenziosa e spesso sottovalutata: la cyber war. Non è solo uno scenario futuristico o una minaccia ipotetica. È realtà. Dai conflitti tra Russia e Ucraina, passando per gli attacchi paralleli che si sono verificati durante lo scontro tra Israele e Hamas, fino alle recenti tensioni tra Israele e Iran, il cyberspazio è ormai diventato un vero campo di battaglia. Il cyberspazio come nuovo dominio di guerra Il cyberspace non è più soltanto l’ambiente dove si realizzano truffe informatiche, divulgazioni di materiale pedopornografico  o

ChatGPT è la nuova Spia! Un giudice obbliga OpenAI a salvare ogni parola scritta dagli utenti

Il sistema giudiziario statunitense si è trovato al centro di un’importante controversia sulla privacy degli utenti di ChatGPT dopo che un giudice federale ha ordinato a OpenAI di conservare in modo permanente i registri di tutte le comunicazioni degli utenti, compresi i messaggi eliminati, in una causa per violazione del copyright intentata da diverse importanti organizzazioni giornalistiche. All’inizio di maggio, il giudice Ona Wang, che ha firmato la sentenza, ha respinto il primo tentativo di uno degli utenti di intervenire nel caso, poiché rappresentava la sua azienda, ma lo ha fatto senza l’assistenza di un avvocato professionista. Tuttavia, anche un tentativo più recente di un altro utente, Aidan

Requiem for the accountability : la tradizione è dura a morire

Il concetto di accountability è noto ai più, soprattutto tra chi legge questo contributo, ma è opportuno farne una breve sintesi, quantomeno come “cappello” introduttivo al tema di cui si andrà a discutere. L’accountability viene definita in diversi modi: Nel linguaggio quotidiano il concetto si può riassumere nella frase “io (legislatore) ti dico dove devi arrivare, come ci arrivi lo decidi tu purché me lo motivi”. A titolo esemplificativo: vige l’obbligo di adottare misure tecniche adeguate, quali siano queste misure lo stabilisci tu, purché motivi le ragioni per cui le hai ritenute adeguate. Questo principio è di origine anglosassone, poco conosciuto e

WhatsApp bandito dal Congresso USA: troppo rischioso per la cybersecurity

A causa di potenziali problemi di sicurezza, la Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti ha vietato l’installazione e l’uso di WhatsApp su tutti i dispositivi appartenenti al personale del Congresso. Il divieto si applica ai telefoni cellulari, ai computer portatili, ai computer desktop e a tutti i browser web utilizzati sui dispositivi governativi. Tuttavia, i membri del Congresso possono continuare a usare WhatsApp sui propri dispositivi personali, che, in base alle norme vigenti, non possono essere utilizzati per riunioni informative riservate e strutture protette. La Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti è la camera bassa del Congresso degli Stati Uniti, composta da

Sextortion – reati informatici e sessuali, una analisi multidisciplinare della vittimologia maschile

“Permesso Negato” è una organizzazione non-profit la cui mission è fornire assistenza alle persone vittime di condivisione non consensuale di materiale intimo. Questo reato negli ultimi anni ha registrato una enorme diffusione, non solo grazie alle nuove tecnologie e ai nuovi strumenti che lo rendono tecnicamente agevole, ma anche grazie allo sviluppo di una nuova sensibilità culturale che, anche mediante i canali di informazione di massa, ne dà la giusta rilevanza “Permesso negato” ha recentemente pubblicato report all’esito di una indagine condotta tra le vittime a cui l’associazione ha fornito sostegno, in cui analizza il tema da diversi punti di approccio: giuridico,

Zuckerberg elimina le regole: esplosione di odio e molestie su Meta. Il Sondaggio

Da gennaio 2025, i social network Meta sono diventati meno sicuri: questa è la conclusione a cui sono giunti gli autori di un sondaggio su larga scala che ha coinvolto 7.000 utenti di Facebook, Instagram e Threads. Lo studio è stato condotto tra i rappresentanti dei cosiddetti “gruppi protetti”, ovvero persone discriminate per razza, etnia, disabilità, religione, casta, orientamento sessuale, genere, identità di genere o gravi malattie. L’età media degli intervistati è di 50 anni. Il sondaggio, condotto da tre organizzazioni indipendenti: UltraViolet, All Out e GLAAD, ha chiesto agli utenti se si sentissero al sicuro da contenuti dannosi sulle piattaforme Meta a seguito delle

Il Paradosso della Privacy: perché condividiamo ciò che vogliamo proteggere?

Nel dibattito sulla cybersecurity, il paradosso della privacy è un concetto ben noto: le persone dichiarano di preoccuparsi della propria privacy digitale, ma spesso agiscono in modi che la compromettono, condividendo liberamente dati personali e accettando condizioni d’uso senza leggerle. Ma cosa c’è dietro questa apparente incoerenza? Oltre ai bias cognitivi, esiste una dimensione psicologica più profonda, legata al nostro bisogno innato di connessione, riconoscimento e appartenenza. Questo articolo esplora come le dinamiche della psicologia dell’attaccamento e della ricerca di validazione sociale modellino il nostro comportamento online, rendendoci paradossalmente più vulnerabili anche quando crediamo di proteggere la nostra privacy. La Fame Inconscia

USA: Abortire è un crimine? La polizia ha usato 83.000 telecamere per rintracciare una donna

Le autorità della contea di Johnson, in Texas, hanno utilizzato la rete Flock di telecamere per il riconoscimento automatico delle targhe per rintracciare una donna che, secondo la sua famiglia , aveva interrotto la gravidanza e che avrebbe potuto aver bisogno di cure mediche d’urgenza. Tuttavia, il motivo della ricerca non era una scomparsa o un caso penale, ma semplicemente il fatto di aver abortito, un atto che in alcuni stati è considerato un reato, ma in altri un diritto garantito. L’ufficiale dello sceriffo ha inserito nel sistema Flock: “ha avuto un aborto, cercasi donna“. Ciò ha innescato una caccia alla donna in tutti

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