Redazione RHC : 25 Luglio 2021 13:13
Gli scienziati informatici dell’ETH di Zurigo e della Royal Holloway, un’università di Londra, hanno scoperto 4 vulnerabilità sull’APP Telegram, dopo aver effettuato il reverse engineering del codice open source utilizzato.
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I ricercatori hanno scoperto che il sistema di cifratura utilizzato da Telegram, che si chiama MTProto, non fornisce le stesse garanzie di cui godono altri protocolli crittografici ampiamente diffusi come Transport Layer Security (TLS).
Il professore dell’ETH di Zurigo Kenny Paterson ha commentato che i servizi di crittografia:
“potrebbero essere fatti meglio, in modo più sicuro e in modo più affidabile con un approccio standard alla crittografia”.
La vulnerabilità più significativa tra le quattro consente ad un attaccante di manipolare il sequenziamento dei messaggi provenienti da un client verso uno dei server cloud gestiti da Telegram.
Un altro difetto ha permesso ad un utente malintenzionato di rilevare tra due messaggi, qual è crittografato da un client o da un server, un problema che di fatto interessa principalmente i crittografi che i criminali informatici, suggeriscono i ricercatori.
Il terzo problema invece riguarda un potenziale attacco “manipulator-in-the-middle” che mira alla negoziazione della chiave iniziale tra il client e il server. Anche se questo attacco potrebbe avere successo solo dopo aver inviato miliardi di messaggi.
Un quarto punto debole, ha permesso (almeno in teoria) a un utente malintenzionato di recuperare del testo in chiaro dai messaggi crittografati: si tratta di un attacco di canale laterale basato sulla tempistica che utilizzerebbe il tempo di ricezione delle notifiche dei messaggi, dopo averne inviati alcuni milioni. Anche in questo caso l’attacco ha poco senso.
“I ricercatori non hanno scoperto un modo per decifrare i messaggi”
ha detto un rappresentante di Telegram a The Daily Swig. In una dichiarazione, l’azienda ha comunque accolto con favore la ricerca e ha riportato:
I bug di MTProto evidenziati dal gruppo di ricercatori dell’Università di Londra e dell’ETH di Zurigo non erano critici, in quanto non consentivano a nessuno di decifrare i messaggi di Telegram. Detto questo, accogliamo con favore qualsiasi ricerca che contribuisca a rendere il nostro protocollo ancora più sicuro.
Questi particolari risultati hanno contribuito a migliorare ulteriormente la sicurezza del protocollo: le ultime versioni delle app ufficiali di Telegram contengono già le modifiche che rendono non più rilevanti le quattro osservazioni fatte dai ricercatori.
I ricercatori hanno informato Telegram della loro ricerca di aprile. Da allora Telegram ha corretto tutti e quattro i difetti, aprendo la strada ai ricercatori per rendere pubbliche le loro scoperte attraverso un dettagliato post tecnico sui loro rispettivi blog .
Il professore di Royal Holloway Martin Albrecht ha dichiarato che i ricercatori hanno offerto dei corsi ad altri sviluppatori di app di messaggistica sicura, ad esempio, sullo standard di crittografia TLS utilizzato nel settore, la quale dovrebbe essere una scelta di progettazione standard.
“Il TLS è ben studiato, comprese le sue implementazioni, non ha bisogno di presupposti particolari, è meno fragile rispetto ad MTProto.”
Fonte
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