
Redazione RHC : 9 Settembre 2025 07:36
Matthew Bryant, un ricercatore specializzato in sicurezza, ha reso noto recentemente Thermoptic, uno strumento innovativo che funziona da proxy HTTP.
Questo strumento è in grado di camuffare le richieste di rete in modo che appaiano come traffico proveniente dal browser Chrome, consentendo così di eludere i sistemi di blocco che si basano sulle impronte digitali. Infatti, servizi del calibro di Cloudflare stanno sempre più adottando questi metodi per identificare client i “non umani”, quali ad esempio bot o parser altamente specializzati.
Thermoptic consente di utilizzare le comuni utilità da riga di comando, ma di far passare le loro richieste come vere richieste del browser. Sincronizza contemporaneamente diversi livelli di “firme” di rete, da TLS e HTTP a certificati X.509 e pacchetti TCP. Di conseguenza, le impronte digitali che il servizio vede dall’esterno coincidono con quelle generate dal vero Chrome.
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Lo strumento funziona interagendo con un’istanza reale di Chrome o Chromium tramite il protocollo di debug CDP. Thermoptic genera il contesto necessario, ad esempio un clic su un link o una chiamata fetch(), esegue la richiesta nel browser e restituisce la risposta al client. Grazie a questo, tutti i dettagli di basso livello solitamente utilizzati per distinguere i bot corrispondono.
È possibile implementare un proxy tramite Docker con un solo comando. Per impostazione predefinita, un container viene creato con proxy del traffico tramite una porta locale, ma l’autore del progetto consiglia di modificare login e password predefiniti e, se necessario, di installare un certificato radice per evitare errori di verifica HTTPS.
Lo strumento supporta anche la connessione di “hook“, piccoli script che consentono di superare automaticamente i controlli JavaScript o di impostare i cookie necessari prima di eseguire una richiesta.
Secondo l’autore, la principale differenza tra Thermoptic e altri approcci è che non imita il comportamento del browser, ma utilizza il browser stesso per eseguire la richiesta. Ciò riduce il rischio di desincronizzazione tra i livelli di rete e rende lo strumento meno vulnerabile alle modifiche negli algoritmi di fingerprinting.
Bryant sottolinea che la creazione di Thermoptic è legata al crescente interesse per le tecnologie di fingerprinting come JA4+, attivamente implementate nei moderni WAF e nei sistemi anti-bot. Allo stesso tempo, sottolinea che la responsabilità dell’utilizzo dello strumento ricade interamente sugli utenti e che il progetto stesso è concepito come un esperimento nel campo degli strumenti aperti per ricercatori e sviluppatori.
Redazione
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