Red Hot Cyber
La cybersecurity è condivisione. Riconosci il rischio, combattilo, condividi le tue esperienze ed incentiva gli altri a fare meglio di te.
Cerca

Twitter e fake account: gli orizzonti di una “soluzione” di ID verification?

Stefano Gazzella : 27 Agosto 2022 09:00

Autore: Stefano Gazzella

Che sia vero o meno che Twitter abbia barato sul numero degli utenti, Elon Musk ha giocato una partita al rilancio all’interno delle trattative sul social network introducendo la tematica dei fake account sul tavolo della partita. Partita che potrebbe ben seguire una strategia – tutt’altro che nuova o particolarmente sorprendente – di portare all’attenzione pubblica le coordinate di un problema avendo pronta già una proposta di soluzione.

Insomma: la presenza di account fake, bot o spam è un fatto noti sin dagli albori di internet e trasversalmente riguarda tutte le community. Fatto che con l’ascesa dei social ora viene attenzionato, correttamente, in quanto comporta un impatto sul valore della piattaforma soprattutto per quanto riguarda l’advertising. In fondo chi sarebbe disposto a pagare per una pubblicità che raggiunge account fasulli?


PARTE LA PROMO ESTATE -40%

RedHotCyber Academy lancia una promozione esclusiva e a tempo limitato per chi vuole investire nella propria crescita professionale nel mondo della tecnologia e della cybersecurity!

Approfitta del 40% di sconto sull’acquisto congiunto di 3 corsi da te scelti dalla nostra Academy. Ad esempio potresti fare un percorso formativo includendo Cyber Threat intelligence + NIS2 + Criptovalute con lo sconto del 40%. Tutto questo lo potrai fruire, dove e quando vuoi e con la massima flessibilità, grazie a lezioni di massimo 30 minuti ciascuna.

Contattaci tramite WhatsApp al 375 593 1011 per richiedere ulteriori informazioni oppure scriviti alla casella di posta [email protected]


Supporta RHC attraverso:
  • L'acquisto del fumetto sul Cybersecurity Awareness
  • Ascoltando i nostri Podcast
  • Seguendo RHC su WhatsApp
  • Seguendo RHC su Telegram
  • Scarica gratuitamente "Dark Mirror", il report sul ransomware di Dark Lab


  • Ti piacciono gli articoli di Red Hot Cyber? Non aspettare oltre, iscriviti alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo.


    Occorre però individuare il giusto perimetro di portata del problema che vorrebbe accomunare account bot/spam a account fake. Se negli account fake si vuole include anche chi fa utilizzo di uno pseudonimo o non gradisce essere facilmente identificato, il problema si gioca fra l’espressione di questo diritto e la volontà di utilizzare in modo quanto più accurato possibile gli strumenti di analitica e retargeting garantendo una rendita piena. Eppure, la soluzione presentata – o che si vorrebbe presentare – è la medesima per tutti i casi e consiste nell’impiego di tecnologie di ID verification come condizione di accesso ai contenuti della piattaforma di social network.

    Tornando all’argomento Twitter, già nella fase di acquisizione Musk non aveva nascosto l’intento di estendere l’autenticazione e anzi aveva presentato l’idea di “authenticating all humans” proprio come panacea per gli abusi all’interno del social media. Ma ora che la trattativa è saltata per il problema della presenza di fake account e delle “insufficienti rassicurazioni” ricevute sul loro numero (Twitter sostiene meno del 5% degli iscritti), c’è un processo pendente che definirà la vicenda dell’acquisizione.

    Ma il messaggio persiste e si sta sedimentando, raccontando di una correlazione fra autenticazione degli utenti e beneficio collettivo. Messaggio che sarà destinato ad essere al centro del dibattito pubblico non più nelle vesti di un’opportunità bensì di un bisogno. Sfumature che valgono ad orientare il pubblico e le strategie di evoluzione del web e dei suoi servizi.

    Se l’age verification può costituire un delicato problema di equilibri, ancor più lo è l’idea di una verifica di identità diffusa. Verifica che si vorrebbe imporre in ragione della volontà – dichiarata ma non comprovata – di creare un ambiente sano, sicuro e finanche più libero. In modo neanche troppo indiretto si presuppone così che l’anonimato o la non immediata capacità identificativa siano il comune denominatore e la causa scatenante dei comportamenti pericolosi nei social network.

    L’artificio è facilmente servito con la presentazione di un problema di comunità da dover risolvere facendo ricorso a qualche “piccolo sacrificio individuale” che comporta l’inevitabile compressione dei propri diritti. E con buona pace di Chomsky la rana digitale prosegue nel proprio bagno bollente desiderando addirittura che venga aumentata la temperatura.

    Stefano Gazzella
    Privacy Officer e Data Protection Officer, specializzato in advisoring legale per la compliance dei processi in ambito ICT Law. Formatore e trainer per la data protection e la gestione della sicurezza delle informazioni nelle organizzazioni, pone attenzione alle tematiche relative all’ingegneria sociale. Giornalista pubblicista, fa divulgazione su temi collegati a diritti di quarta generazione, nuove tecnologie e sicurezza delle informazioni.

    Lista degli articoli
    Visita il sito web dell'autore

    Articoli in evidenza

    Come previsto, il bug di WinRAR è diventato un’arma devastante per i cyber criminali
    Di Redazione RHC - 12/08/2025

    Come era prevedibile, il famigerato bug scoperto su WinRar, viene ora sfruttato attivamente dai malintenzionati su larga scala, vista la diffusione e la popolarità del software. Gli esperti di ES...

    Basta Dazi per 90 Giorni! Cina e USA raggiungono un accordo economico temporaneo
    Di Redazione RHC - 12/08/2025

    Il Governo della Repubblica Popolare Cinese (“Cina”) e il Governo degli Stati Uniti d’America (“USA”), secondo quanto riportato da l’agenzia di stampa Xinhua ...

    Microsoft sotto accusa in California per la fine del supporto di Windows 10
    Di Redazione RHC - 12/08/2025

    In California è stata intentata una causa contro Microsoft, accusandola di aver interrotto prematuramente il supporto per Windows 10 e di aver costretto gli utenti ad acquistare nuovi dispositivi...

    James Cameron: l’IA può causare devastazione come Skynet e Terminator
    Di Redazione RHC - 10/08/2025

    “Il sistema di difesa militare Skynet entrerà in funzione il 4 agosto 1997. Comincerà ad autoistruirsi imparando a ritmo esponenziale e diverrà autocosciente alle 2:14 del giorno...

    Gli EDR vanno ancora offline! Crescono le minacce con i figli di EDRKillShifter
    Di Redazione RHC - 10/08/2025

    Un nuovo strumento per disabilitare i sistemi EDR è apparso nell’ambiente dei criminali informatici , che gli esperti di Sophos ritengono essere un’estensione dell’utility ED...