
Redazione RHC : 13 Novembre 2025 15:22
I ricercatori di Google avvertono che gli hacker stanno sfruttando una vulnerabilità critica in Gladinet Triofox per eseguire da remoto codice con privilegi SYSTEM, aggirando l’autenticazione e ottenendo il controllo completo del sistema.
La vulnerabilità, identificata come CVE-2025-12480 (punteggio CVSS 9.1), è correlata alla logica di controllo degli accessi: i privilegi amministrativi vengono concessi se la richiesta proviene da localhost.
Questo consente agli aggressori di falsificare l’intestazione HTTP Host e penetrare nel sistema senza password, secondo gli esperti del Google Threat Intelligence Group (GTIG).

Prova la Demo di Business Log! Adaptive SOC italiano Log management non solo per la grande Azienda, ma una suite di Audit file, controllo USB, asset, sicurezza e un Security Operation Center PERSONALE, che ti riporta tutte le operazioni necessarie al tuo PC per tutelare i tuoi dati e informati in caso di problemi nel tuo ambiente privato o di lavoro.
Scarica ora la Demo di Business Log per 30gg
Se ti piacciono le novità e gli articoli riportati su di Red Hot Cyber, iscriviti immediatamente alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo. La newsletter generalmente viene inviata ai nostri lettori ad inizio settimana, indicativamente di lunedì. |
Si noti che se il parametro facoltativo TrustedHostIp non è configurato in web.config, il controllo localhost diventa l’unica barriera, lasciando vulnerabili le installazioni con impostazioni predefinite.
Una patch per CVE-2025-12480 è stata inclusa nella versione 16.7.10368.56560, rilasciata il 26 luglio, e gli esperti di Google hanno confermato al produttore che il problema è stato risolto.
Tuttavia, gli esperti segnalano di aver già rilevato attività dannose correlate a questo bug. Ad esempio, ad agosto, un gruppo di hacker identificato con il codice UNC6485 ha attaccato i server Triofox che eseguivano la versione obsoleta 16.4.10317.56372.
In questo attacco, gli aggressori hanno sfruttato l’antivirus integrato di Triofox. Inviando una richiesta GET da localhost al referrer HTTP, gli hacker hanno ottenuto l’accesso alla pagina di configurazione AdminDatabase.aspx, che viene avviata per configurare Triofox dopo l’installazione. Gli aggressori hanno quindi creato un nuovo account Cluster Admin e hanno caricato uno script dannoso.
Gli hacker hanno configurato Triofox in modo che utilizzasse il percorso di questo script come posizione dello scanner antivirus. Di conseguenza, il file ha ereditato le autorizzazioni del processo padre di Triofox ed è stato eseguito con l’account SYSTEM.
Lo script ha quindi avviato un downloader di PowerShell, che ha scaricato il programma di installazione di Zoho UEMS. Utilizzando Zoho UEMS, gli aggressori hanno implementato Zoho Assist e AnyDesk per l’accesso remoto e lo spostamento laterale, e hanno utilizzato Plink e PuTTY per creare tunnel SSH verso la porta RDP dell’host (3389).
Gli esperti consigliano agli utenti di aggiornare Triofox all’ultima versione 16.10.10408.56683 (rilasciata il 14 ottobre) il prima possibile, di controllare gli account degli amministratori e di assicurarsi che l’antivirus integrato non esegua script non autorizzati.
Redazione
Dal 12 novembre 2025, l’AGCOM ha riportato che in linea con l’art. 13-bis del decreto Caivano (dl123/2023), 47 siti per adulti raggiungibili dall’Italia avrebbero dovuto introdurre un sistema di...

Centinaia di milioni di utenti di smartphone hanno dovuto affrontare il blocco dei siti web pornografici e l’obbligo di verifica dell’età. Nel Regno Unito è in vigore la verifica obbligatoria de...

Dalle fragilità del WEP ai progressi del WPA3, la sicurezza delle reti Wi-Fi ha compiuto un lungo percorso. Oggi, le reti autodifensive rappresentano la nuova frontiera: sistemi intelligenti capaci d...

Siamo ossessionati da firewall e crittografia. Investiamo miliardi in fortezze digitali, ma le statistiche sono inesorabili: la maggior parte degli attacchi cyber non inizia con un difetto nel codice,...

Un raro ritrovamento risalente ai primi giorni di Unix potrebbe riportare i ricercatori alle origini stesse del sistema operativo. Un nastro magnetico etichettato “UNIX Original From Bell Labs V4 (V...