
Redazione RHC : 7 Aprile 2022 14:31
Sembra che la Società italiana degli Autori e degli Editori abbia fatto il Bis, sempre con la stessa Cybergang.
Ricordiamo che la SIAE è stata violata il 21 ottobre del 2021 sempre dalla cybergang Everest (che RHC ha intervistato in relazione all’incidente), che ha avuto un lungo epilogo sfociato con la pubblicazione di dati sensibili degli associati.

Relativamente alla presunta violazione di oggi, è apparso un post all’interno del data leak site (DLS) di Everest che riporta una nuova violazione, questa volta ai danni di una sede della SIAE di Alessandria.
CVE Enrichment Mentre la finestra tra divulgazione pubblica di una vulnerabilità e sfruttamento si riduce sempre di più, Red Hot Cyber ha lanciato un servizio pensato per supportare professionisti IT, analisti della sicurezza, aziende e pentester: un sistema di monitoraggio gratuito che mostra le vulnerabilità critiche pubblicate negli ultimi 3 giorni dal database NVD degli Stati Uniti e l'accesso ai loro exploit su GitHub.
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Entrando nel post, possiamo vedere che è presente il numero di telefono della sede di Milano, confermato da una ricerca su Google, e la mail di contatto [email protected], oltre che il sito istituzionale www.siae.it.
La cybergang riporta quanto segue:
“This is customer data,financial documents and other very important documents. A huge number of passports, driver’s licenses, payment documents, bank accounts, credit cards and other user data”
La scorsa volta, la comunità scientifica era d’accordo che si era trattato di un ransomware, cosa che la cybergang ci ha smentito durante l’intervista, valutando la postura cyber della SIAE come 1 da una scala da 1 a 10.
Infatti nel precedente attacco si è trattato di una classica violazione senza l’utilizzo di ransomware, sfociata in una richiesta di riscatto una volta sfeiltrati i dati dalle infrastrutture IT dell’azienda.


Le infezioni da ransomware possono essere devastanti per un’organizzazione e il ripristino dei dati può essere un processo difficile e laborioso che richiede operatori altamente specializzati per un recupero affidabile, anche se in assenza di un backup dei dati, sono molte le volte che il ripristino è stato impossibile.
Infatti, si consiglia agli utenti e agli amministratori di adottare delle misure di sicurezza preventive per proteggere le proprie reti dalle infezioni da ransomware e sono:
Sia gli individui che le organizzazioni sono scoraggiati dal pagare il riscatto, in quanto anche dopo il pagamento le cyber gang possono non rilasciare la chiave di decrittazione oppure le operazioni di ripristino possono subire degli errori e delle inconsistenze.
La sicurezza informatica è una cosa seria e oggi può minare profondamente il business di una azienda. Oggi occorre cambiare mentalità e pensare alla cybersecurity come una parte integrante del business e non pensarci solo dopo che è avvenuto un incidente di sicurezza informatica.
Redazione
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