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Autore: Luca Stivali

7.000 server cancellati! Silent Crow e Cyberpartisans BY devastano Aeroflot in un cyberblitz storico

Mentre l’Occidente combatte contro attacchi ransomware e le aziende private investono in sicurezza difensiva, dall’altra parte del fronte digitale la guerra si gioca in modo asimmetrico. Il 28 luglio 2025, la compagnia aerea nazionale russa Aeroflot è stata colpita da un massiccio cyberattacco rivendicato dai gruppi filo-ucraini Silent Crow e Cyberpartisans BY, provocando la cancellazione di voli, un impatto finanziario diretto in borsa e – secondo le fonti underground – la compromissione e distruzione di oltre 7.000 server interni. Il colpo rappresenta una delle operazioni offensive più devastanti subite da infrastrutture critiche russe dall’inizio del conflitto con l’Ucraina. La dinamica dell’attacco: un anno di persistenza e compromissione totale

Banner di sequestro del dominio XSS.IS con loghi BL2C, SBU ed Europol

XSS.IS messo a tacere! Dentro l’inchiesta che ha spento uno dei bazar più temuti del cyber‑crime

Immagina di aprire, come ogni sera, il bookmark del tuo forum preferito per scovare nuove varianti di stealer o l’ennesimo pacchetto di credenziali fresche di breach. Invece della solita bacheca di annunci, ti appare un banner con tre loghi in bella vista: la Brigata francese per la lotta alla cyber‑criminalità, il Dipartimento Cyber dell’intelligence ucraina ed Europol. Sotto, una scritta secca: «Questo dominio è stato sequestrato». Così è calato il sipario su XSS.IS, la sala d’aste clandestina che per dodici anni ha fatto incontrare sviluppatori di malware, broker di accessi e affiliati ransomware. Quello che segue non è soltanto il racconto di un blitz

Quale E-commerce italiano da 1.000 ordini/mese a breve griderà “Data Breach”?

Un nuovo annuncio pubblicato su un noto forum underground da parte dell’utente SinCity mette in vendita l’accesso amministrativo completo a un e-commerce italiano nel settore beauty. La piattaforma in questione è basata su NewCart CMS, e secondo quanto riportato, l’accesso offerto consente la modifica diretta dei template – inclusa la possibilità di inserire codice JavaScript. Dettagli dell’annuncio: Questa vendita espone tutti i clienti del portale a rischi concreti: esfiltrazione di dati personali e finanziari, campagne di formjacking o skimming tramite JavaScript malevolo, compromissione della reputazione e potenziali danni legali e reputazionali. Inoltre, l’elevato volume di ordini mensili rende l’accesso molto appetibile per operatori di ransomware o gruppi focalizzati su frodi con carte di credito. Questo

Cyberattack in Norvegia: apertura forzata della diga evidenzia la vulnerabilità dei sistemi OT/SCADA

Nel mese di aprile 2025, una valvola idraulica di una diga norvegese è stata forzatamente aperta da remoto per diverse ore, a seguito di un attacco informatico mirato. L’episodio, riportato solo di recente da Hackread, ha riacceso i riflettori sulla fragilità dei sistemi OT (Operational Technology), un ambito critico ma ancora troppo spesso trascurato nella cybersecurity moderna. Secondo le prime ricostruzioni, ignoti attori sono riusciti a violare il sistema di controllo della diga forzando l’apertura di una valvola di scarico per quasi tre ore, causando un flusso d’acqua incontrollato. La polizia norvegese ha confermato la natura deliberata dell’azione, scartando fin da subito

In vendita sul dark web l’accesso a una web agency italiana: compromessi oltre 20 siti WordPress

Un nuovo annuncio pubblicato sulla piattaforma underground XSS.is rivela la presunta vendita di un accesso compromesso ai server di una web agency italiana ad alto fatturato. A offrire l’accesso è l’utente hackutron, attivo dal settembre 2023 e già noto nei circuiti dell’underground cybercrime. Secondo quanto dichiarato dall’attore, l’accesso alla vittima avverrebbe tramite una WebShell attiva su un sistema Windows, protetto unicamente da Windows Defender. Il prezzo richiesto è di 300 dollari, una cifra relativamente bassa rispetto al valore del target dichiarato. Nel dettaglio, l’annuncio riporta: L’obiettivo dichiarato sembra essere una agenzia web che gestisce più ambienti WordPress per clienti terzi. In uno dei messaggi si legge: “Web Agency che ospita oltre

200 dollari per l’Accesso ad una Azienda italiana! Mentre il Dark Web fa affari, tu sei pronto a difenderti?

Dopo il caso dei 568 endpoint di un’azienda italiana del settore macchinari industriali, un altro accesso compromesso relativo a una società italiana di ingegneria del software è finito in vendita su un forum underground frequentato da Initial Access Broker e attori ransomware. L’inserzione, pubblicata dall’utente spartanking, offre accesso completo a un server con privilegi di amministratore locale e controllo remoto tramite AnyDesk. L’inserzione riporta chiaramente che il sistema compromesso è collegato a un dominio Active Directory. Secondo quanto dichiarato nel post: L’accesso consentirebbe quindi privilegi elevati su almeno un server. In uno screenshot, si nota che il sistema compromesso è un Microsoft Windows Server 2012 R2 Standard installato su un HP ProLiant ML350p

Preludio al ransomware: In vendita gli accessi a un’azienda italiana del settore retail di gioielli e orologi

Nel noto marketplace underground Exploit.in, il threat actor chestniybro ha messo all’asta un accesso RDP a una non meglio identificata azienda italiana operante nel settore retail di gioielli e orologi. Secondo il post pubblicato dal venditore, l’azienda presenta un fatturato superiore ai 20 milioni di dollari, impiega oltre 250 dipendenti, e protegge la propria infrastruttura con l’antivirus CrowdStrike Falcon, uno dei più noti strumenti EDR in ambito enterprise. Inoltre, l’infrastruttura tecnica compromessa sarebbe composta da più di 350 host distribuiti su 5 data center, un dato che lascia intuire una realtà aziendale di dimensioni non trascurabili. L’accesso offerto è di tipo RDP con privilegi di Domain User, il che lo rende potenzialmente utile

Gli accessi ad una grande azienda italiana della meccanica industriale in vendita nel Dark Web

Un nuovo caso di Initial Access italiano è emerso nelle ultime ore sul dark web, confermando la continua pressione cybercriminale sul tessuto industriale del Paese. Il venditore, identificato con lo pseudonimo “samy01”, ha pubblicato su un forum underground molto frequentato un’inserzione dal titolo: “RDWeb / Italy / 24 kk / Domain User”. Il post, come di consueto, riporta la tipologia di accessi in vendita e informazioni sul target. In particolare: La dimensione dell’infrastruttura compromessa – con quasi 600 postazione di lavoro – suggerisce che si tratti di un’azienda strutturata, con una dimensione importante e una classe di fatturato (come riportato nel post) di circa 24

GhostSec: Azienda Italiana Commissiona Attacco Informatico Al Governo Macedone

GhostSec, noto collettivo di hacktivisti, ha recentemente rivelato dettagli su un’operazione controversa che coinvolge un’azienda italiana e obiettivi governativi macedoni. In un’intervista esclusiva con DeepDarkCTI, il fondatore Sebastian Dante Alexander ha condiviso informazioni su questa collaborazione e le sue implicazioni. Una collaborazione controversa Secondo quanto riportato, un’azienda italiana, ufficialmente privata ma presumibilmente legata ai servizi segreti italiani, avrebbe incaricato GhostSec di condurre operazioni offensive contro obiettivi governativi in Macedonia del Nord. Successivamente, la stessa azienda avrebbe richiesto attacchi contro un’entità in Sardegna, indicata come una società rivale. La comunicazione tra le parti è avvenuta tramite canali criptati, con l’azienda italiana che ha

Lumma Stealer: inizio del takedown o solo una mossa tattica?

Nelle ultime ore si è assistito a un grande clamore mediatico riguardante il “takedown” dell’infrastruttura del noto malware-as-a-service Lumma Stealer, con un’operazione congiunta guidata dall’FBI, Europol, CISA e partner privati come Microsoft. L’azione ha colpito i sistemi di distribuzione e i canali di affitto del malware, mirando a interrompere una delle minacce cybercriminali più attive degli ultimi anni. Tuttavia, come emerge anche dall’articolo di BleepingComputer e da verifiche indipendenti, è importante distinguere tra il successo tattico dell’operazione e l’effettiva capacità di neutralizzare l’infrastruttura di Lumma Stealer. Secondo le dichiarazioni ufficiali, sono stati sequestrati oltre 2.300 domini legati a Lumma e chiuse alcune

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