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Autore: Stefano Gazzella

Non rispondere agli interessati costa 750mila di sanzione

Nel mese di dicembre l’autorità di controllo finlandese ha emesso un provvedimento sanzionatorio per 750 mila euro nei confronti di una società di recupero crediti in seguito a tre reclami da parte di altrettanti interessati in ragione del mancato riscontro a richieste di accesso e cancellazione dei dati. Dall’istruttoria emergono alcune considerazioni piuttosto interessanti tanto per quanto riguarda i profili di trasparenza e correttezza quanto per l’effetto di una mancata risposta alle richieste di chiarimento da parte della DPA. Le violazioni oggetto di contestazione hanno riguardato gli articoli 12 e 15 GDPR, in ragione di aver mancato di rispondere in modo tempestivo

Piaccia o meno, il “disservizio” di Libero è stato un data breach

Certamente il “disservizio” di Libero ha fatto molto parlare di sé, e ne abbiamo sentite un po’ di tutti i colori a riguardo: dalle speculazioni tecniche a più creative ricostruzioni dal punto di vista giuridico. Vigilando le varie bolle social in cui operano gli esperti della protezione dei dati personali (o professi tali), c’è stato modo di assistere a ricchi ed interessanti carpiati giuridici per allontanare ogni spettro per qualificare l’evento come una violazione di dati personali. Insomma: sembra che le energie di alcuni siano state dirette ad elaborare complessi arabeschi retorici e piroette argomentative pur di “tranquillizzare” le organizzazioni ed escludere

Garante per la Protezione dei dati personali

Il Garante Privacy italiano dice Stop all’APP Replika

Il Garante Privacy ha annunciato di aver disposto in via d’urgenza una limitazione provvisoria ai trattamenti svolti dall’app Replika nei confronti degli utenti stabiliti nel territorio italiano. La considerazione svolta riguarda recenti notizie di stampa che hanno fornito evidenze e dettagli “di alcune prove condotte sull’applicazione Replika (una chatbot, con interfaccia scritta e vocale, basata sull’intelligenza artificiale che genera un “amico virtuale” che l’utente può decidere di configurare come amico, partner romantico o mentore), prove che hanno evidenziato concreti rischi per i minori d’età e, più in generale, per le persone in stato di fragilità emotiva;”. Eppure, facendo una semplice ricerca su

Deepfake ed app FakeYou: nuovi termini e condizioni ma vecchie preoccupazioni

Vi ricordate di FakeYou, l’app deepfake che preoccupava il Garante Privacy? Il 18 novembre 2022 ha aggiornato i propri termini e condizioni e inserito una privacy policy. Inoltre, non c’è più l’annuncio in home page che presentava la disponibilità a pagare “anche $150 USD a voce!”. Resta però la possibilità di utilizzare un servizio per clonare la voce, propria o di altri. E dunque le preoccupazioni già espresse hanno buone ragioni di persistere nonostante i nuovi vestiti indossati dal progetto. Innanzitutto, è stato inserito un prezzario per le versioni a pagamento dell’app. Confrontandola nuova versione di T&C con al precedente che è

Professionisti sempre più social ma spesso poco attenti alla sicurezza.

Fino a che punto la febbre del personal branding può danneggiare un professionista? Senz’altro, se nel divulgare i particolari della propria attività dimentica alcune cautele di elementari di sicurezza cyber, le conseguenze possono essere disastrose. E in alcuni casi estremi, diventare addirittura un data breach. Alcuni comportamenti poco sicuri che spesso si vedono all’interno dei social network consistono proprio in un’eccessiva diffusione di informazioni riguardanti la propria attività professionale, che arriva fino al punto estremo di condividere la propria agenda. Volendo escludere però questo estremo patologico dal punto di vista dell’information security e chiaro sintomo di sciatteria deontologica in quanto in aperta

Sicurezza violata di MailChimp. Sarà un data breach o no?

MailChimp, la nota piattaforma statunitense di e-mail marketing, il 13 gennaio ha comunicato una violazione di sicurezza che ha coinvolto i propri sistemi ed è tutt’ora oggetto di analisi interna. L’allerta è scattata per un evento di due giorni prima, nel momento in cui il team di sicurezza ha rilevato un incidente di sicurezza interno derivante da alcuni accessi non autorizzati agli strumenti interni per il contatto con i clienti e l’amministrazione dell’account. L’attore malevolo aveva infatti condotto alcuni attacchi di ingegneria sociale nei confronti di dipendenti e fornitori per ottenere l’accesso a circa 133 account. Successivamente alla scoperta dell’accaduto, la misura

Il “mito” di ChatGPT e la disumanizzazione dei contenuti

Le notizie su ChatGPT stanno rimbalzando sui social e presto sono divenute virali, fra facili entusiasmi e affermazioni più o meno esoteriche circa pretese rivoluzioni che alcuni lavori incontreranno. Volendo andare a semplificare ogni lavoro intellettuale ad una mera fase esecutiva senza considerare il pensiero – e il professionista – che c’è dietro e ne costituisce la premessa, tali affermazioni sarebbero verosimiglianti. Ecco perché un sistema generativo di testi basato sul deep learning appare ben poco rivoluzionario ad un osservatore attento, in buona fede e comunque in grado di svolgere un ragionamento complesso senza ricorrere all’ausilio di un software. Non si deve

Agenzia delle Entrate Phishing

Altro che rimborsi dell’Agenzia delle Entrate: è phishing!

La Polizia Postale e delle Comunicazioni ha segnalato una nuova campagna di phishing sempre a tema Agenzia delle Entrate condotta in parallelo rispetto alla campagna del malware Ursnif. Stavolta con una variazione, però. Infatti, le e-mail contraffatte ricevute dai contribuenti consistono in una comunicazione di rimborso, con tanto di indicazione di una delibera direttoriale all’interno del corpo del testo e l’invito a scaricare un allegato .xls che dovrà essere compilato con i dati della propria carta di credito e restituito per poter così sbloccare la possibilità di accredito del rimborso. Volendo comparare questa campagna con altre analoghe, il comune denominatore è nell’autorevolezza

Garante per la Protezione dei dati personali

Video della figlia di Eva Kaili: gli sciacalli mediatici e l’intervento del Garante.

Eva Kaili, ex vicepresidente del Parlamento europeo coinvolta nello scandalo della corruzione del “Qatargate” fa parlare di sé anche nel comunicato stampa del Garante Privacy riguardante però la circolazione del video dell’arrivo della figlia di quasi 2 anni presso il carcere di Haren per fare visita alla madre anche su testate giornalistiche. Gli sciacallaggi social-mediatici sono più volte stati attenzionati da parte del Garante. Alcuni esempi degli ultimi anni possono essere la vicenda del Mottarone del 2021 e la pubblicazione delle foto di Chanel Totti del 2022. Quel che viene ribadito è l’assoluta mancanza di “qualsiasi interesse pubblico rispetto alla vicenda dell’eurodeputata”

Addio Immuni, non ci mancherai affatto. Ma impareremo qualcosa?

Il Ministero della Salute ha annunciato la dismissione dell’app Immuni e della piattaforma unica nazionale per la gestione del sistema di allerta COVID-19 poco più di un mese dall’autorizzazione del Garante Privacy a continuare il trattamento relativo al Sistema di allerta COVID-19 in seguito all’acquisizione delle revisioni della valutazione d’impatto. Ma il 31 dicembre 2022 è oramai la data di fine corsa, e potremo forse ricordare la storia di questa e delle altre app di tracciamento improvvisate dalle regioni come una lezione. O almeno, questa è la speranza. Ebbene, dal momento che i numeri per loro intrinseca natura sono sì manipolabili, ma

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