Red Hot Cyber
Condividi la tua difesa. Incoraggia l'eccellenza. La vera forza della cybersecurity risiede nell'effetto moltiplicatore della conoscenza.
Cerca
2nd Edition GlitchZone RHC 970x120 2
Fortinet 320x100px

Categoria: Diritti

Insanet Rivela Sherlock: Il Software di Sorveglianza che Sfrutta gli Annunci Online

La società informatica israeliana Insanet ha creato un prodotto commerciale chiamato Sherlock che, secondo un’indagine di Haaretz, può infettare i dispositivi attraverso la pubblicità online per tracciare gli utenti e raccogliere dati. Questa è la prima volta che le informazioni su Insanet e il suo software di sorveglianza diventano pubbliche. Sherlock è in grado di penetrare nei dispositivi basati su Microsoft Windows, Google Android e Apple iOS. Il ricercatore Omer Benjakob sottolinea: “Questa è la prima volta al mondo che un sistema del genere viene venduto come tecnologia anziché come servizio”. L’approvazione per la vendita di Sherlock è stata ottenuta dal Ministero della Difesa israeliano, ma

Quando la videosorveglianza è…ad “uso personale”. E il GDPR non si applica.

Non dovrebbe sorprendere che anche la videosorveglianza, come tutte le attività di trattamento svolte sui dati personali, non rientra sempre e comunque nell’ambito di applicazione della normativa in materia di protezione dei dati personali. Soprattutto quando viene svolta da una persona fisica, ci sono degli elementi da dover valutare che vengono indicati dalla norma stessa per escludere l’applicazione materiale del GDPR al ricorrere della cosiddetta household exception. Questo ambito viene indicato dall’art. 2 par. 2 lett. c) GDPR come l’esercizio di attività a carattere esclusivamente personale o domestico da parte di una persona fisica, che comporta effetto di porre il trattamento al

Multa di 345 milioni di euro a TikTok da parte della commissione irlandese per la protezione dei dati

La Commissione irlandese per la protezione dei dati (DPC) ha multato TikTok da 345 milioni di euro (368 milioni di dollari) per aver violato la privacy dei bambini di età compresa tra 13 e 17 anni durante il trattamento dei loro dati. Avviata nel settembre 2021, l’indagine sulle pratiche di elaborazione dei dati dell’azienda ha esaminato il modo in cui TikTok ha gestito i dati dei bambini dal 31 luglio al 31 dicembre 2020. “Le società di social media hanno la responsabilità di evitare di far effettuare delle scelte agli utenti, soprattutto ai bambini, in modo ingiusto, soprattutto se tale scelte possono

Google cambia marcia: addio ai cookie e a tutta Privacy Sandbox! Sarà una soluzione rispettosa per gli utenti?

Privacy Sandbox è una nuova piattaforma pubblicitaria creata da Google con l’obiettivo di migliorare la privacy monitorando gli interessi pubblicitari degli utenti. L’idea è quella di limitare il tracciamento degli utenti fornendo allo stesso tempo agli inserzionisti strumenti per misurare le prestazioni e altri scopi. Pertanto, invece di utilizzare cookie di terze parti inseriti da vari inserzionisti e aziende, Privacy Sandbox calcolerà localmente gli interessi dell’utente direttamente nel browser (attualmente utilizzato solo in Google Chrome). Come funziona Privacy Sandbox Google ha iniziato a lanciare la sua nuova piattaforma pubblicitaria basata sugli interessi, Privacy Sandbox. In questo modo l’azienda vuole evitare l’utilizzo di cookie di tracciamento di

Sharenting: arriva la pagina informativa del Garante Privacy, ma servono delle precisazioni.

Il fenomeno dello sharenting è noto, attuale e preoccupante. Infatti, quella che viene messa in pericolo dall’azione di genitori o adulti è la privacy del minore, il quale spesso si trova indifeso e con pochissime possibilità di controllo a riguardo. Per non parlare poi della sua stessa sicurezza, dal momento che un criminale può facilmente apprendere o dedurre una serie di informazioni in grado di mettere in serio pericolo il minore. E questo lo ribadisce in modo esemplare e con un’esposizione molto diretta e senza troppi fronzoli il criminologo Francesco Paolo Esposito con un post su LinkedIn. Se fossi un pedofilo farei

VPN e Privacy: facciamo il punto con lo studio di PrivacyTutor

I servizi VPN sono diventati uno strumento indispensabile per la privacy degli utenti. Tuttavia, uno studio condotto da PrivacyTutor ha dimostrato che i servizi VPN progettati per garantire la privacy online non sono sempre validi. La ricerca di PrivacyTutor mostra che non tutti i provider VPN si preoccupano veramente della privacy dei propri utenti.  Ciò è particolarmente importante per coloro per i quali il livello di protezione è un criterio particolare per la scelta di un provider VPN.  Pertanto, gli esperti raccomandano di scegliere servizi che hanno superato audit indipendenti e hanno sede al di fuori dei paesi 14 Eyes: i governi dei paesi di questa alleanza possono

Il Grande Fratello è sotto il cruscotto! Lo studio in ambito privacy: le auto connesse peggio degli smartphone

La Mozilla Foundation, creatrice del browser Firefox, ha condotto uno studio sulle politiche della privacy di 25 case automobilistiche e ha concluso che le automobili possono rappresentare una seria minaccia alla privacy sia dei conducenti che dei passeggeri. Secondo lo studio, i produttori di automobili possono raccogliere e utilizzare per scopi commerciali molti più dati oltre alla semplice cronologia di guida, abitudini di guida e preferenze musicali. Ciò include informazioni personali come attività sessuale, stato di immigrazione, razza, espressioni facciali, peso, salute e informazioni genetiche. Queste informazioni vengono raccolte utilizzando sensori, telecamere, microfoni e altri dispositivi che si collegano al veicolo. I dati possono poi essere venduti a

Meta ha annunciato una transizione irreversibile alla crittografia E2EE in Messenger

Meta ha annunciato di aver iniziato ad abilitare la crittografia E2EE per impostazione predefinita per tutti gli utenti di Messenger, il che dovrebbe avere un impatto positivo sulla privacy di questi ultimi, ma potrebbe causare numerose lamentele da parte dei governi di molti paesi. L’introduzione di E2EE sta ottenendo sempre più consenso sia dalle aziende tecnologiche che dagli attivisti per i diritti umani. Ciò è in gran parte dovuto alle crescenti iniziative nel Regno Unito e in altri paesi volte a rendere più semplice per le forze dell’ordine l’accesso ai messaggi crittografati degli utenti. Meta ha affermato che prevede di completare il processo e di trasferire tutti gli utenti di

Piano ispettivo Garante Privacy 2023: quali controlli nel secondo semestre

Con la deliberazione del 3 agosto 2023 l’Autorità Garante per la protezione dei dati personali ha programmato l’attività ispettiva da svolgere durante il secondo semestre del 2023, dando seguito al precedente piano dei controlli ma prevedendo un numero minori di accertamenti (da 60 a 35) su iniziativa anche per tramite del Nucleo Speciale Privacy della Guardia di Finanza. Viene confermata innanzitutto la modalità di conduzione degli accertamenti online per le istruttorie preliminari riguardanti il trattamento dei dati personali svolti mediante siti internet: RITENUTO di dare evidenza altresì allo svolgimento di accertamenti online che saranno svolti in riferimento a trattamenti di dati personali

Campagna di attacchi verso gli account LinkedIn: alcune precisazioni secondo il GDPR.

La campagna di attacchi in corso verso gli account LinkedIn è stata segnalata dal blog di Cyberint il 14 agosto scorso, ma ci sono conseguenze da dover considerare tenuto conto del GDPR? Fin qui gli scenari di attacco sono abbastanza chiari, così come le probabili cause che sono riconducibili per lo più a attacchi di password guessing andati a buon fine (ringrazio per la conferma a riguardo Giovanni Battista Caria) dunque al momento non ha alcun senso parlare di un data breach di LinkedIn. Non c’è alcuna prova che sia coinvolta infatti alcuna vulnerabilità della piattaforma, e le segnalazioni da parte degli

Categorie