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DarkGate: il malware che sfrutta gli 0day di Windows e amplia la sua diffusione con Google ADS

Redazione RHC : 14 Marzo 2024 11:06

A metà gennaio, i ricercatori di sicurezza di TrendMicro hanno notato una nuova campagna su larga scala per distribuire il malware DarkGate. Tale malware sfruttando una vulnerabilità di sicurezza recentemente corretta in Microsoft Windows, ancor prima che fosse patchata.

Secondo Trend Micro, gli attacchi sono iniziati con file PDF i quali contenevano dei reindirizzamenti aperti di Google DoubleClick. Attraverso tali PDF indirizzavano le vittime verso siti compromessi. Questi siti utilizzavano la CVE-2024-21412 che consentiva di aggirare la protezione Windows SmartScreen. In questo modo installavano del malware che imitava le applicazioni popolari come iTunes, Notion e NVIDIA, distribuite nel formato “.msi”.

Il CVE-2024-21412, ha un punteggio CVSSv3 pari a 8,1. Il bug consente agli aggressori non autenticati di aggirare la protezione SmartScreen utilizzando un file dannoso appositamente predisposto.

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Microsoft ha risolto questa vulnerabilità nell’ambito del pacchetto di aggiornamento Patch Tuesday di febbraio. Ma fino a quel momento veniva utilizzato non solo per distribuire DarkGate, ma anche per fornire il malware DarkMe utilizzato dal gruppo Water Hydra. Gli obiettivi di questi attacchi erano principalmente degli istituti finanziari.

Per quanto riguarda DarkGate, in questa operazione gli hacker hanno utilizzato il CVE-2024-21412 in combinazione con reindirizzamenti di Google Ads per distribuire malware. Le vittime facevano clic su un collegamento da un allegato PDF ricevuto tramite un’e-mail di phishing. Poi scaricavano un file dannoso che sfruttava la vulnerabilità di cui sopra.

Oltre al CVE-2024-21412, gli esperti hanno registrato anche l’utilizzo di un’altra vulnerabilità di Windows SmartScreen per fornire DarkGate. Si tratta del CVE-2023-36025 con un punteggio CVSSv3 di 8,8. Il bug è stato sfruttato con successo anche dagli hacker di TA544 nel novembre dello scorso anno.

I ricercatori sottolineano l’importanza di essere vigili e la necessità di evitare l’installazione di software da fonti non attendibili. Ciò vale sia per i falsi installer che per l’abuso delle tecnologie Google Ads, che consente agli aggressori di ampliare i propri attacchi.

Inoltre, gli esperti notano un aumento del numero di nuove famiglie di malware in grado di rubare informazioni riservate, nonché un aumento dell’uso di piattaforme popolari per la distribuzione di malware, spesso con elementi di ingegneria sociale.

I risultati dei ricercatori evidenziano la complessità della protezione del cyberspazio odierno e la necessità di un approccio globale alla sicurezza digitale sia per le organizzazioni che per gli individui.

Redazione
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