
Redazione RHC : 6 Gennaio 2025 11:38
E’ Cyber War!
Molti aspetti degli attacchi di Salt Typhoon restano ancora da chiarire completamente, ma con il tempo emergono nuovi dettagli che delineano un quadro sempre più chiaro. Gli attacchi hacker attribuiti alla Cina, che finora ha respinto ogni accusa definendole disinformazione, sembrano configurarsi come un’operazione di portata ciclopica.
Gli hacker cinesi sono penetrati all’interno delle reti delle società di telecomunicazioni americane, ma gli obiettivi iniziano ad allargarsi sempre di più mano a mano che le analisi giungono al termine. Tra le nuove vittime figurano Charter Communications, Consolidated Communications e Windstream, ha riferito il Wall Street Journal, citando persone a conoscenza della vicenda.
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Gli aggressori hanno sfruttato le vulnerabilità dei dispositivi di sicurezza Fortinet e hanno compromesso i router Cisco Systems di grandi dimensioni. Oltre a penetrare nelle reti AT&T e Verizon, hanno attaccato l’infrastruttura di Lumen Technologies e T-Mobile.
AT&T e Verizon hanno confermato gli attacchi ai loro sistemi, ma hanno assicurato che le loro reti sono sicure. Lumen ha affermato che non ci sono più tracce di aggressori sulla sua rete. T-Mobile è riuscita a impedire l’accesso alle informazioni sensibili dei clienti.
Verizon ha affermato che l’attacco ha preso di mira singoli clienti, inclusi dipendenti governativi e politici, che sono già stati informati. Il responsabile legale della società, Vandana Venkatesh, ha sottolineato che l’incidente è stato contenuto.
Gli obiettivi precedentemente noti di Salt Typhoon includono individui associati alle campagne di Kamala Harris e Donald Trump.
Già a febbraio, il direttore dell’FBI, Christopher Wray, aveva avvertito che la Cina era pronta a lanciare operazioni di sabotaggio contro le reti degli Stati Uniti, sottolineando la portata e l’ambizione delle sue strategie cibernetiche.
Le infrastrutture critiche statunitensi, come energia, telecomunicazioni e trasporti, puntando a causare interruzioni su vasta scala. Questo tipo di minaccia, descritta come una delle più gravi mai affrontate dagli Stati Uniti, evidenziava come il regime di Pechino stesse sfruttando strumenti cibernetici avanzati per prepararsi a scenari di conflitto, sia economico che geopolitico.
Gli attacchi di Salt Typhoon sembrano confermare le preoccupazioni dell’FBI, mostrando un livello di sofisticazione tecnica e coordinamento senza precedenti. Queste operazioni non solo puntano a rubare informazioni sensibili, ma anche a testare la resilienza delle reti critiche americane. Gli esperti ritengono che questo tipo di attività rappresenti una fase preparatoria per attacchi più distruttivi, con il rischio di paralizzare intere porzioni del Paese in caso di escalation.
L’amministrazione Biden ha rivelato una preoccupante realtà fin dal 2023: gli hacker cinesi possiedono la capacità di paralizzare la rete elettrica e i porti statunitensi. Secondo quanto riportato, non si tratta di semplici intrusioni informatiche, ma di attacchi condotti da attori altamente sofisticati, dotati di competenze tecniche senza precedenti.
Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale, era a conoscenza di queste capacità da oltre un anno, come confermato da fonti del Wall Street Journal. Già nell’autunno del 2023, Sullivan aveva avvertito i leader delle telecomunicazioni e della tecnologia durante una riunione segreta alla Casa Bianca, sottolineando l’urgenza di collaborare con le Big Tech per proteggere le infrastrutture e le vite americane da attacchi informatici devastanti.
Questo allarme segna un passo significativo nella strategia di difesa cibernetica statunitense, evidenziando quanto le minacce informatiche globali stiano rapidamente evolvendo.
Gli Stati Uniti, un tempo leader indiscussi nella tecnologia e nell’innovazione, stanno perdendo terreno nella corsa globale contro un colosso come la Cina. L’inasprimento dei rapporti tra le due superpotenze non sembra portare a una soluzione sostenibile; anzi, rischia di trascinare il mondo verso una rovina collettiva. Come disse il celebre stratega cinese Sun Tzu, “se non puoi vincere una guerra, unisciti al tuo avversario.” Questo consiglio suona più attuale che mai: affrontare la Cina senza considerare la possibilità di una cooperazione strategica potrebbe trasformarsi in un errore dalle conseguenze irreparabili.
La Cina ha dimostrato di essere organizzata sul piano cyber. Le sue infrastrutture tecnologiche sono fortificate dal “Grande Firewall” che filtra tutte le comunicazioni in entrata e in uscita dal Paese. Al contrario, le reti americane, pur avanzate, risultano più esposte alle minacce, come dimostrato dai recenti attacchi attribuiti a gruppi di hacker cinesi. Questa disparità – dettata purtroppo dall’esigenza della censura in primis da parte del regime cinese – porta ad un elevato controllo delle proprie reti.
Lo scontro diretto tra USA e Cina potrebbe scatenare un’escalation senza precedenti, portando danni significativi non solo alle due potenze, ma anche a coloro che si trovano nel mezzo: l’Europa. Sul piano economico e geopolitico, il Vecchio Continente rischia di pagare il prezzo più alto, vedendo compromesse le sue relazioni commerciali e la stabilità globale. Per evitare tale scenario, è fondamentale avviare un dialogo concreto con la Cina, cercando punti di incontro piuttosto che perpetuare uno scontro distruttivo.
Spetta ora alle leadership politiche fare la differenza. Se si vuole un futuro sostenibile, sarà necessaria una visione diplomatica lungimirante, una qualità che in passato è spesso mancata da entrambe le parti. Sarebbe interessante vedere se figure come Donald Trump, noto per la sua retorica polarizzante, sia in grado di adottare un approccio più conciliante e lavorare verso una cooperazione con Pechino e speriamo che gli interessi economici di Elon Musk possano indirizzare verso questo.
La storia dimostra che grandi alleanze sono state forgiate persino tra nemici giurati, e forse è tempo che gli Stati Uniti e la Cina considerino questa possibilità per il bene del mondo intero.
Redazione
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