
Autore: Damiano Capo
Data Pubblicazione: 26/05/2021
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L’Http request Smuggling è una tecnica per interferire con un sito Web che elabora le sequenze di richieste HTTP ricevute da uno o più utenti. Questa tipologia di vulnerabilità è estremamente pericolosa perché consente ad un utente malintenzionato di aggirare i controlli di sicurezza, ottenere l’accesso non autorizzato a dati sensibili e compromettere direttamente altri fruitori dell’applicazione.
Benché non molto conosciuta, questa è stata scoperta per la prima volta nel lontano 2005.
Le applicazioni web odierne utilizzano spesso catene di server HTTP tra gli utenti e la logica applicativa definitiva. Gli utenti inviano le richieste a un server front-end (a volte chiamato load-balancer o reverse proxy) e questo le inoltra a uno o più server di back-end. Questa tipologia di architettura è sempre più comune, e in alcuni casi inevitabile, nelle moderne applicazioni basate su cloud. Quando il server di front-end inoltra le richieste HTTP a un server di back-end, in genere invia diverse richieste sulla stessa connessione di rete di back-end, perché è molto più efficiente e performante.
Il protocollo è molto semplice: le richieste HTTP vengono inviate una dopo l’altra e il server ricevente analizza le intestazioni delle richieste HTTP per determinare dove finisce una richiesta e inizia quella successiva, come viene mostrato nella figura in calce:

In questa situazione, è fondamentale che i sistemi front-end e back-end siano concordi nelle richieste. In caso contrario, un utente malintenzionato potrebbe essere in grado di inviare una richiesta ambigua che viene interpretata in modo diverso dai sistemi di front-end e di back-end: Nello scenario appena descritto l’attaccante potrebbe fare in modo che la richiesta del front-end venga interpretata dal server di back-end come l’inizio della richiesta successiva.
Se l’attaccante riuscisse a concretizzare quanto descritto, l’esito sarebbe devastante.
Essa si verifica perché ci sono due modi diversi per specificare il punto in cui termina una richiesta: l’intestazione Content-Length e l’intestazione Transfer-Encoding. L’intestazione Content-Length è semplice: specifica la lunghezza del corpo del messaggio in byte. Per esempio:
Content-Length: POST /search HTTP/1.1Host: normal-website.comContent-Type: application/x-www-form-urlencodedContent-Length: 11
L’intestazione Transfer-Encoding può essere utilizzata per specificare che il corpo del messaggio utilizza la codifica in blocchi. Ciò significa che il corpo del messaggio contiene uno o più blocchi di dati. Ogni blocco è costituito dalla dimensione del blocco in byte (espressa in esadecimale), seguita da una nuova riga, seguita dal contenuto del blocco.
Il messaggio viene terminato con un blocco di dimensione zero. Per esempio:
content-type POST /search HTTP/1.1Host: normal-website.comContent-Type: application/x-www-form-urlencodedTransfer-Encoding: chunked
Visto che vi sono diversi metodi per specificare la lunghezza dei messaggi HTTP, è possibile che un singolo messaggio utilizzi entrambi i metodi contemporaneamente, in modo che entrino in conflitto tra loro.
La specifica HTTP tenta di prevenire questo problema affermando che se sono presenti entrambe le intestazioni Content-Length e Transfer-Encoding, l’intestazione Content-Length deve essere ignorata. Ciò potrebbe essere sufficiente per evitare ambiguità quando è in gioco un solo server, ma non quando due o più server stanno lavorando assieme. In questa situazione, possono sorgere problemi per due motivi:
Se i server front-end e back-end si comportano in modo diverso in relazione all’intestazione la Transfer-Encoding (eventualmente offuscata), potrebbero non essere d’accordo sui confini delle richieste successive, portando a vulnerabilità di request smuggling.
Disabilitare il riutilizzo delle connessioni back-end, in modo che ogni richiesta back-end venga inviata tramite una connessione di rete separata. Usare HTTP/2 per le connessioni back-end, poiché questo protocollo previene l’ambiguità sulle richieste. Utilizzare esattamente lo stesso software per server Web per i server front-end e back-end, in modo che concordino sui confini tra le richieste.
In alcuni casi, le vulnerabilità possono essere evitate facendo in modo che il server front-end normalizzi le richieste ambigue o facendo in modo che il server back-end rifiuti le richieste ambigue e chiuda la connessione di rete. Tuttavia, questi approcci sono potenzialmente più soggetti a errori rispetto alle mitigazioni generiche identificate sopra.
Fonti:
Https://portswigger.net
https://cobalt.io/
https://www.infosecurity-magazine.com/
https://www.infosecinstitute.com/
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